In una conferenza internazionale si riaccende la discussione sull'evento K/T

Impatti, estinzioni e nuove polemiche

di Claudio Elidoro

La relazione tra le numerose estinzioni che hanno punteggiato l'evoluzione delle specie viventi sul nostro pianeta e gli impatti che hanno segnato la crosta terrestre non è mai stata accettata da tutti gli scienziati. E' questo il motivo per cui, ogni tanto, qualche voce più insistente (dell'una o dell'altra fazione) esce dal coro e mette i puntini sulle i.
Questa volta la benzina sul fuoco è stata gettata nel corso di una conferenza internazionale tenutasi a Nizza. Vi partecipavano scienziati appartenenti alla Società Geofisica Europea, all'Unione Geofisica Americana e all'Unione Europea delle Geoscienze. Insomma, il top della ricerca geofisica.

Al centro della nuova polemica - e non poteva essere diversamente - la più nota delle estinzioni, quella avvenuta 65 milioni di anni fa. Estinzione provvidenziale per i mammiferi, che si avviarono a diventare i padroni della Terra. Un po' meno per i grandi sauri, che sparirono inesorabilmente dalla circolazione. L'evento K/T (così chiamato perchè avvenne al confine tra i periodi geologici del Cretaceo e del Terziario) è indissolubilmente legato al cratere messicano di Chicxulub, la cui datazione lo pone senza alcun dubbio proprio in corrispondenza di quell'epoca così critica.
Lo spunto per questa nuova fiammata polemica è stato fornito proprio dall'analisi (ancora preliminare) dei campioni ottenuti dalle perforazioni del cratere messicano.

Gerta Keller (ricercatrice della Princeton University di New Haven - Connecticut) ha affermato che le sue analisi dei carotaggi mostrano la presenza di numerosi microfossili. Per la ricercatrice sarebbe la conferma che, per almeno 300 mila anni dopo la caduta dell'asteroide, sia sopravvissuta una abbondante quantità di plankton, segno che la situazione nel dopo-impatto non fosse così drammatica. Per la Keller sarebbe la prova inequivocabile che l'asteroide-killer non seminò affatto quella morte e distruzione planetaria di cui è accusato. 

Non è affatto dello stesso parere Jan Smit (geologo della Vrije University di Amsterdam - Olanda), anch'egli impegnato nello studio di quegli stessi sedimenti. Secondo Smit, ciò che la Keller chiama "fossili" altro non sarebbero che semplici sferule cristalline. Stando così le cose, dunque, l'ipotesi della disponibilità di plankton svanirebbe nel nulla e l'asteroide sarebbe nuovamente sul banco dei colpevoli. 

Chi ha ragione? Impossibile dirlo, tanto più che le analisi dei carotaggi di Chicxulub sono praticamente appena iniziate. Ma se il buon giorno si vede dal mattino non è difficile pronosticare nuovi colpi di scena e nuove polemiche.
E i giornalisti scientifici ringraziano. 

fonte: Nature

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