Il Sole 24 Ore - Martedì 5 Ottobre 1999 - Norme e tributi
Sono giusti i limiti rigidi stabiliti dal Tar Veneto per le aree dedicate
all’infanzia
Il Consiglio di Stato conferma: elettrosmog lontano dalle scuole

MIRANO - Nuova bocciatura, dopo quella del Tar del Veneto, per il comune di Mirano (Venezia) a causa della costruzione di un edificio scolastico troppo vicino a linee elettriche aeree ad alta tensione. Il Consiglio di Stato ha, infatti, respinto il ricorso dell’amministrazione comunale contro l’ordinanza dei giudici amministrativi che aveva vietato il trasferimento delle classi di una scuola elementare nella nuova costruzione, confermando, di fatto, le ragioni sostenute dai genitori degli alunni in relazione ai rischi sulla salute derivanti dall’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici.
"In questa vicenda - sostiene in un comunicato il Codacons - non è indifferente la responsabilità morale, giudiziaria e contabile degli amministratori locali che hanno persistito nella violazione della legge deliberando, senza un’adeguata istruttoria, la costruzione di una scuola sotto un elettrodotto".
La vicenda della scuola di Mirano (si veda "Il Sole-24 Ore" del 7 agosto), su cui il Tar Veneto si è espresso il 29 luglio, parte da un ricorso presentato da un comitato di genitori e dal Conacem (Coordinamento nazionale per la tutela dai campi elettromagnetici): le due associazioni si erano opposte alla decisione del Comune di utilizzare un nuovo edificio scolastico vicino a un elettrodotto le cui emissioni, pur essendo entro i livelli attualmente in vigore (definiti dal Dpcm 23 aprile 1992), venivano giudicate troppo elevate per essere a contatto con bambini.
Il Comune veneto aveva completato nel ’98 la costruzione della scuola in prossimità della linea elettrica da 132 KV; nonostante i limiti di emissione elettromagnetica fossero nella norma, l’amministrazione aveva sospeso precauzionalmente l’uso dei locali, chiedendo all’Ispesl ulteriori rilevazioni. Da queste è emerso che i valori del campo magnetico erano inferiori ai 2 microtesla (cioè 50 volte meno di quanto previsto dal Dpcm, che rappresenta la normativa più restrittiva in Europa e forse nel mondo); l’Ispesl ha però consigliato che, trattandosi di un nuovo insediamento, non venisse superato il limite di 0,5 microtesla. Perciò il Comune ha fatto effettuare all’Enel lavori straordinari di risanamento della linea elettrica, con i quali è stato raggiunto l’obiettivo consigliato dall’Ispesl.
A questo punto il comitato dei genitori e il Conacem hanno presentato il ricorso, accolto dal Tar Veneto e confermato adesso dal Consiglio di Stato, chiedendo che fosse rispettato, invece, il limite di 0,2 microtesla previsto da una legge regionale del Veneto che sarà in vigore dal 1° gennaio 2000.
Sulla scorta di questa decisione, lo scorso 3 agosto il presidente della Commissione interministeriale per la valutazione dei progetti di risanamento dall’inquinamento elettromagnetico del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, aveva inviato alle società che gestiscono le linee elettriche ad alta tensione una lettera in cui chiedeva loro di presentare dei progetti di risanamento delle tratte di elettrodotti "situate in prossimità di spazi dedicati all’infanzia", in modo da portare le emissioni elettromagnetiche al di sotto degli 0,2 microtesla. L’ordinanza del Tar Veneto, confermata dal Consiglio di Stato, ha avuto un ulteriore seguito. Il difensore civico regionale della Campania ha invitato le società esercenti linee elettriche ad alta tensione della regione a rispettare, nelle zone frequentate da bambini, i nuovi limiti cautelativi stabiliti dalla decisione del tribunale amministrativo, che, spiega un comunicato, "costituisce un preciso riferimento per la tutela in tutti gli spazi destinati all’infanzia, in virtù dei principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della salute, e si tratta quindi di un limite inderogabilmente invalicabile per la nostra Regione".


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