Elettrosmog, l'inchiesta si allarga

VENEZIA — Le associazioni per la tutela dell'ambiente e dei diritti dei consumatori (Codacons) e i comitati contro i campi elettromagnetici (Conacem) si costituiranno parte civile nell'inchiesta veneziana sui presunti casi di morte e malattia da elettrosmog. Non solo: le associazioni chiederanno anche alla magistratura ulteriori accertamenti, sia su altri impianti pericolosi, sia su altre scuole a rischio, sia sui sindaci di quei comuni non in regola con le norme regionali.
Il procedimento veneziano è stato aperto dal pm Felice Casson, che ha inviato tre avvisi di garanzia ad altrettanti dirigenti dell'Enel. Le ipotesi di reato contemplate dell'inchiesta sono di omicidio, lesioni e disastro colposi e di rifiuto di atti di ufficio.
L'indagine era partita da una scuola di Mirano, in provincia di Venezia, costruita nelle vicinanze di un elettrodotto. Lo stesso edificio è stato oggetto di una battaglia vinta dal Codacons, quando il comitato per la tutela ambiente e consumatori ottenne la chiusura dei locali sia dal Tar che dal Consiglio di Stato perchè troppo esposti alle onde elettromagnetiche. In quei ricorsi si verificarono valori non ancora prescritti dalla legge regionale, entrata in vigore a gennaio, ma comunque già prescritti dalle raccomandazioni dell'istituto superiore di sanità e da quello di prevenzione e sicurezza sul lavoro. Proprio per questo il Codacons chiede al magistrato di estendere le indagini anche all'elettrodotto di Monselice, nel Patavino, e ad altre scuole veneziane Notizia tratta Dal quotidiano: "il Resto Del Carlino" pag. 2 del 14 febbraio 2000




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