ROMA - Arrivano le linee guida per assicurare il rispetto uniforme su tutto il territorio nazionale dei limiti massimi di esposizione ai campi elettromagnetici previsti dal decreto 381/98. Le ha preparate, presentandole ieri, il gruppo di lavoro interministeriale costituito dai sottosegretari all'Ambiente, Valerio Calzolaio, alla Sanità, Monica Bettoni, e alle Comunicazioni, Vincenzo Vita; in esse si stabilisce come fare le misurazioni, chi è competente a effettuarle, la possibilità di eseguire una valutazione preventiva.
«L'Italia - ha spiegato Calzolaio - è un caso unico al mondo, con 60mila trasmettitori e ripetitori televisivi (più che negli Usa) e oltre 5mila stazioni radiobase per la telefonia cellulare (che raddoppieranno nel giro di due anni) installati senza alcuna considerazione per il loro impatto ambientale, mentre molte indagini hanno dimostrato effetti nocivi per la salute della popolazione, soprattutto a medio-lungo termine».
Il decreto 381 stabilisce limiti all'inquinamento elettromagnetico per le radio frequenze (20 volt al metro, che scendono a 6 nel caso di edifici in cui si prevede una permanenza maggiore a quattro ore), nonché azioni di risanamento da attuarsi a carico dei titolari degli impianti. Ma finora, ha osservato il sottosegretario, «ci sono state difficoltà e ritardi nel recepimento nella normativa e, sulla base del decreto, sono emersi ben 200 contenziosi tra Comuni e gestori di telefonia cellulare».
Inoltre, aggiunge, «finora solo due Regioni (Liguria e Lombardia) hanno deliberato la pianificazione regionale dei siti per le antenne prevista nel decreto, mentre anche nei Comuni si sono registrate difficoltà ad applicare coerentemente e uniformemente la normativa».
Con le linee guida, secondo Calzolaio, «si danno nuovi impulsi a Regioni e Comuni affinché siano rispettati i limití di esposizione, si promuove un piano per la formazione degli operatori che dovranno fare le misurazioni, si selezionano gli interventi più urgenti per evitare di agire in stato di ernergenza».
«In Finanziaria - è poi intervenuto Vita - il ministero delle Comunicazioni ha in tabella 750 miliardi di lire in tre anni da dedicare alla produzione verso il digitale e per facilitare il passaggio dai sìti più a rischio elettrosmog a quelli nuovi».
Alle associazioni ambientaliste, però, le linee guida non sono piaciute, perché «aumentano secondo Alce, Codacons, Coordinamento comítati Nord e Vas - l'inquinamento elettromagnetico attraverso la modifica delle modalità di misura». Emerge dunque con forza il problema dei controlli (si veda anche a pag. 19): le associazioni diffidano il sottosegretario dall'applcazione criteri e chiedono alla conferenza Stato-Regioni di "non approvare interpretazioni del decreto 381/98». La circolare, spiegano, «cambia i metodi di misurazione attraverso calcoli che comportano un aumento dei valori fissati dal decreto Ronchi».
Tutte accuse che Calzolaio respinge: «Nessuno potrebbe modificare i valori del decreto. E d'altra parte le linee guida sono state scritte dalle stesse persone che hanno predisposto il decreto. Sarebbe strano che ora avessero cambiato opinione».
Marco Libelli
Da : Il sole 24 ore - Mercoledi 6 Ottobre 1999 - n. 273 - pagina 27