LIVORNO. Le antenne per telefonia mobile poste sopra il palazzo di piazza Attias (civico
37) non devono essere rimosse. Il tribunale di Livorno (presidente Giuseppe Melilli,
giudici Carlo Cardi e Francesca Bresciani) ha infatti accolto il ricorso che la Telecom
Italia Mobile aveva promosso contro l'ordinanza del pretore di Livorno, emessa l'8
novembre '99, con cui veniva disposta la rimozione della stazione radiobase.
I condomini del palazzo di piazza Attias avevano infatti presentato al pretore un ricorso
per manutenzione, con cui veniva chiesto di eliminare «la turbativa al possesso
dell'immobile in oggetto costituito dalla installazione sul lastrico, di proprietà
esclusiva di uno dei condomini, di alcune antenne per la trasmissione di segnali
telefonici, in quanto le stesse recavano pregiudizio all'estetica del palazzo. La Tim e i
proprietari del lastrico posto all'ultimo piano avevano contestato la ammissibilità del
ricorso, in quanto «insistendo le antenne su una parte dell'immobile non condominiale
sarebbe mancata la relazione fisica tra l'installazione e le parti comuni del fabbricato,
presupposto indefettibile per il ricorso alla tutela invocata». Inoltre i legali
rappresentanti della Tim avevano rilevato che «essendo la domanda fondata su una
disposizione del regolamento condominiale la stessa aveva natura petitoria e non
possessoria», sottolineando perciò la incompetenza del giudice a cui si erano rivolti i
condomini. Per quanto riguardava invece il merito della questione, veniva contestato che
«l'impianto installato, anche per la sua posizione, comportasse un'apprezzabile lesione
dell'estetica del fabbricato». Ricordiamo infatti che i condomini di piazza Attias erano
ricorsi alla magistratura sollevando non il problema della eventuale pericolosità delle
onde elettromagnetiche, ma quello del danno che l'installazione delle antenne aveva
arrecato all'estetica del condominio. Installazione che non aveva ricevuto, peraltro, il
consenso dell'assemblea condominiale. Il pretore, giudicando ammissibile il ricorso con
tutela possessoria, aveva quindi accolto il ricorso dei condomini, ordinando la rimozione
dell'impianto in oggetto. Secondo il suo giudizio, trattandosi di «strutture enormi», il
fatto che fossero state installate su parti non comuni dell'edificio «non impediva il
ricorso alla tutela esperita in quanto le stesse comunque si riverberavano in una lesione
di natura estetica dei beni comuni, dei quali le parti ricorrenti avevano chiesto la
manutenzione».
La Telecom Italia Mobile aveva immediatamente presentato ricorso contro l'ordinanza del
pretore, e il 28 gennaio scorso i giudici del tribunale di Livorno hanno ritenuto che il
reclamo fosse fondato e dovesse essere accolto. Secondo il collegio giudicante, «mancando
da parte del condominio il possesso del lastrico solare (di proprietà esclusiva di uno
dei condomini) sul quale sono state posizionate le antenne e non potendosi ritenere che la
installazione delle stesse in quel luogo possa riverberarsi in una lesione della facciata
dello stabile, mancano i presupposti per il ricorso alla esperita azione di manutenzione.
Del resto, quand'anche si volesse ritenere che la tutela possessoria dell'estetica di un
fabbricato si estende, come ritenuto dal giudice di prime cure, anche al tetto o al
profilo dello stesso, tuttavia occorre rilevare che le antenne in oggetto anche per il
luogo in cui sono collocate (sul lastrico solare posto al 13º piano dello stabile) non
creano una apprezzabile lesione dell'estetica del fabbricato». Insomma, secondo i giudici
quelle antenne non possono considerarsi «elementi idonei ad incidere in modo
significativo sulle linee del palazzo, creando un rilevante e tutelabile inestetismo. Il
giudizio di natura estetica va fatto considerando complessivamente sia la situazione
precedente che quella successiva all'opera che si deduce aver pregiudicato l'aspetto
estetico del fabbricato oggetto di tutela. Perciò, anche in considerazione della
dimensione e della altezza dello stabile, le antenne in oggetto, pur di non modesta
dimensione, non sono in grado di incidere significativamente sulle linee e sul profilo
dell'immobile.