Fumo & Pelo

Avvertenza: questo racconto contiene alcuni vocaboli e situazioni piuttosto espliciti. Ma non lasciatevi intimorire: buona lettura!!!

"Allora, ti va bene il veliero, figlio di puttana?"

Ero abituato alle imprecazioni di Cobra, e ormai gli attribuivo ben poca importanza. Mi grattai la testa e mi rimasero in mano una quindicina di tocchi di forfora

"Senti, Cobra, io te l'ho detto che è meglio a bandiera" ribattei con voce flebile

"Non mi rompere i coglioni, il fumo è mio"

"L'abbiamo pagato a metà. Te lo ricordi, fagiano?" ribattei con voce annoiata.

Nel frattempo le chiappe cominciavano a farmi male, e dovetti cambiare posizione sul divano; da sbracato arrivai a seduto. Mi stavo rompendo le palle di questa situazione di merda. Va bene che la mia vecchia aveva lasciato la casa libera per andare ad uno stramaledetto teatro, ma io non avevo intenzione di passare la serata a discutere sui modi di rollare una canna. Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra, alla luna piena e rotonda, e pensai che probabilmente da lì a poco avrei avuto il suo stesso colorito. Intanto Cobra, munito di un accendino con le fattezze di una donna nuda, tentava di squagliare il fumo, senza riuscirci perché era sempre stato un incapace.

"Chi te l'ha venduta questa merda?" chiese

"Me l'ha data Vega; è roba di qualità"

"Ma se non si squaglia neanche, porca troia!" sibilò Cobra

"Dai qua" glielo presi dalle mani, perché io modestamente ero più pratico "è un problema di stile" continuai "ci vuole passione. Devi imparare a farlo da bambino; poi è tutta un'evoluzione, una cosa naturale… tu devi solo fare esercizio, il resto arriva da solo. Certo, ci vuole una discreta sensibilità del palmo per poter…"

"E tu hai imparato a farlo da bambino?" il rettile era sorpreso

"Spiavo mio padre dal buco della serratura del bagno. Quel bastardo…"

"Ma tuo padre non era morto primo che tu nascessi?"

"Macché! La solita stronzata… te l'ho detto cento volte: è scappato con un venditore ambulante di pentole…"

"Ah, già" si raccapezzò Cobra "era il padre di Koala che ha tirato le cuoia prima del parto. Mi confondo sempre…"

"Ho finito" annunciai, ripiegando meticolosamente l'ultimo orlo della cartina rimasto svolazzante.

"Quella è a bandiera!!! Sei un pezzo di merda" Cobra nell'impeto mi aveva sputato addosso

"Senti, se non ti piace puoi anche non fumare"

"Infatti te lo prendi tu quello schifo. Io ho qualcosa di meglio"

Si frugò in tasca per qualche attimo, e ne estrasse una serie di bustine con il sorriso del maniaco disegnato sulle labbra

"Ehi, ce l'hai un bollitore?"

"Un b-bollitore!?" ero saltato dal divano a quelle parole

"Insomma, ce l'hai o no?"

"E' in cucina, nella credenza in alto. Che cazzo ci devi fare?" chiesi

"Voglio vedere la Madonna che piange" rispose Cobra

"La Madonna che piange?"

"Se sono fortunato ci sono anche gli angeli che si masturbano"

"Ma sei matto!?!"

"L'ultima volta c'erano"

"L'ultima volta di cosa?"

"L'ultima volta che mi sono fatto un bollitore di crack"

 

L'odore che proveniva dalla cucina era nauseabondo; ma a dire la verità non ci badavo molto, preso com'ero a rigirarmi il fumo in bocca prima di buttarlo fuori. Stavo cominciando a innervosirmi perché la gola, che evidentemente si era raschiata, cominciava a farmi male. Una serie di colpi di tosse mi fecero uscire le lacrime dagli occhi. Quando, dopo un po’, riuscii a riaprirli, trovai davanti a me uno scampolo d'uomo.

Cobra, col volto viola chiaro, si appoggiava alla colonna per non cadere. Riuscivo a malapena a distinguere le sue parole:

"Saranno lacrime… d'amore… per Miss Mondo…99…"

"Dio, non sapevo che ti sentissi Ligabue"

"Neanch'io" rispose Cobra, esaurendo le sue ultime resistenze e schiantandosi pesantemente al suolo.

Riuscii ad alzarlo e sdraiarlo sul divano solo dopo molti tentativi, anche perché ogni volta che provavo a chinarmi mi schiantavo contro qualche mobile. Evidentemente avevo sopravvalutato la mia resistenza. Finalmente sul divano, Cobra borbottò che aveva caldo e cominciò a levarsi i vestiti. In breve rimase solo con i mutandoni, e propose:

"Ehi, perché non accendiamo lo stereo?"

Per accontentarlo mi sbucciai un piede contro l'angolo della porta, e mi lasciai scappare una bestemmia. Non chiedetemi su quale stazione mi sintonizzai, perché non ne ho la stramaledetta idea. Fatto sta che una voce antipatica intonava uno dei peggiori motivi che avevo mai sentito:

<Una vespa, una donna non ho…>

"Che figata!" sbraitò Cobra "sono i Luna Park… o come cazzo si chiamano… lascia, fammi sentire…"

Ma era troppo tardi: un giramento di testa improvviso mi aveva fatto stramazzare sullo stereo, e la stazione radio era cambiata… una voce inquietante e profonda mi era famigliare:

<Sweet dreams are make of this, who am I to disagree?>

"Grande Marylin Manson!" fu l'ultima cosa che dissi prima di adagiarmi sulla moquette

"Cazzo, non dirmi che a te piace questo rock tta o d m r d…"

Ormai percepivo solamente alcuni spezzoni di parola; evidentemente mi stavo add… addorm….zzzz…. zzzz… fff…

 

"E i g a d he i èsu cc s o"

Apri gli occhi stancamente, ma non riuscivo ancora a connettere l'udito. Mi guardai intorno; ero sdraiato sul pavimento, mentre la radio aveva iniziato a vomitare Scar tissue dei Red Hot Chili Pepper.

"Ehi, guarda che mi è successo" ripeté Cobra, e stavolta i segnali uditivi arrivarono al mio cervello

Lo guardai, ma senza riuscire a mettere a fuoco. Dopo qualche secondo lo osservai concretamente; ma quello che avevo davanti agli occhi non era Cobra.

"Che cazzo…" provai a dire, ma la frase non volle sapere di finire

"Sono… sono…"

"Sei maledettamente peloso" dissi io, incapace di staccargli gli occhi di dosso. In effetti la peluria sul suo corpo si era moltiplicata, e gli occhi neri sporgevano da una vasta selva. Le mani si erano trasformati in artigli, e le orecchie cominciavano ad allungarsi, protendendosi in avanti.

"Sarà… sarà un effetto collaterale del… del crack?" mi chiese Cobra

"Credo… credo proprio di si…" blaterai la prima cosa che mi passava per la mente, ma in realtà non ne avevo la più pallida idea

"Io… penso che sia ora di andarmene…"

Intanto Scar tissue era arrivata al momento dell'acuto

"Ci… ci sarà una farmacia notturna in zona" dissi, sforzandomi per assumere l'espressione più razionale possibile

"Non voglio andare in farmacia. Sto bene; sono solo un po’…"

"Dannazione, Cobra! Sei un lupo mannaro, ti rendi conto?" ormai avevo perso la pazienza

"Certo… non pensavo… che questo crack…"

Rimanemmo entrambi in silenzio, mentre una voce flautata alla radio diceva:

<Interrompiamo la musica per un'edizione straordinaria del nostro notiziario. Continua infatti l'ondata di licantropia in città, dopo il primo caso verificatosi ieri pomeriggio. Attualmente una quindicina di persone sono sotto esame all'ospedale psichiatrico: presentano una peluria anormale sul corpo, delle unghie e delle orecchie supersviluppate. Tutti gli elementi fanno pensare alla classica icona del lupo mannaro, che tanto ha spadroneggiato nella letteratura e nel cinema. Questa, però, è la realtà: la città è nell'angoscia. A proposito, guardatevi le mani e…>

Istintivamente me le ero portate davanti agli occhi, ed avevo urlato sbigottito… erano… erano peli!

"Anche tu…" riuscì a dire Cobra

"Cazzo cazzo cazzo!" sbraitai

"Ho capito" nitrì il mio amico "è una bastarda allucinazione! Un sogno di merda… è solo un sogno…"

"Ma allora basterebbe addormentarci per…"

Cobra annuì, con i lunghi peli neri che ondeggiarono sul suo capo.

D'un tratto avvistai la canna, ancora a metà, adagiata sul posacenere… quale migliore modo… per… add… zzzz… zzzz… ffff…

 

Aprii gli occhi e ululai dal dolore… chi era quel bastardo che mi aveva colpito in testa? Mi portai una mano nel punto dolorante, e quando la controllai era rigata di sangue.

"Anche stavolta le canne, eh, stronzetto?"

Sobbalzai. Non c'era dubbio: avrei riconosciuto la voce di mia madre dovunque. Doveva essere davvero infuriata stavolta; nel suo tono c'era un accento animalesco.

Ero ancora sdraiato sulla moquette, quando la vecchia riprese:

"Non ti posso lasciare solo un paio d'ore! Sei un disastro! E chi diavolo è quel tizio che ho trovato atteggiato sulla tazza del cesso? Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi che mi ha vomitato addosso!"

"E' Cobra" tentavo di alzarmi ma le gambe e le braccia non ne volevano sapere

"E il bollitore in cucina? Era marijuana, vero?"

"No, crack" finalmente ero riuscito ad alzarmi in piedi. Cercai in qualche modo di stirare i vestiti stropicciati, poi mi girai verso mia madre. La fissai negli occhi per un attimo, e mormorai:

"Ti giuro che non succederà mai più, mamma. Te lo giuro."

"E' la sesta volta che giuri quest'anno"

"Scusa, mamma" sapevo fare il bastardo quando c'era bisogno

Mia madre si grattò il mento per un attimo, poi disse lentamente:

"E va bene. Sei perdonato. Ma se lo rifai un'altra volta ti butto fuori di casa. Capito?"

"Capito…"

Il mio cervello si era ripreso quasi completamente quando dissi:

"Sai, mamma, cosa mi sono sognato?"

"Cosa?"

"E' incredibile… ho sognato di essere un uomo mannaro"

"Questa è bella: lo sai bene che non esistono gli uomini mannari!"

Mi avvicinai a mia madre e la abbracciai, provando una vampata di calore al contatto col suo pelo morbido ed elegante.

 

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