The Beach
Per la regia di Danny Boyle

Danny Boyle ha raggiunto la fama con il "cult" Trainspotting; stavolta raccoglie Di Caprio, reduce dal dopo-Titanic, e lo infila in un film cattivo, allucinato e graffiante.
La storia è semplice: Richard (Leo), in vacanza a Bangkok, è alla ricerca di emozioni forti. Quando Duffy il Pazzo gli consegna la mappa di un'isola leggendaria, poco prima di tagliarsi le vene, sembra aver trovato pane per i suoi denti. Si sceglie come occasionali compagni di viaggio una coppietta francese: lei (Virginie Ledoven), entra subito nei suoi affetti. La Spiaggia (così è denominata l'isola) in effetti il buon Di Caprio la trova, ma non è facile stabilire se sia un paradiso oppure un inferno... di sicuro è lo spunto per una serie di crude considerazioni sullo squallore del sistema sociale.

Il lavoro di Boyle è tutto da interpretare: ha scelto Di Caprio per un film crudo, che non ha niente da spartire con la sua precedente esibizione "marina", ma ha ceduto inevitabilmente alla tentazione dei primi piani. Vuole essere dissacrante, ma non disdegna di accontentare le fan: in alcuni momenti addirittura il film sembra tutto un grande pretesto per poter inquadrare l'idolatrato attore a torso nudo, praticamente per tutta la durata della pellicola. Quando poi viene proposto in versione Rambo è abbastanza improbabile: non recita male, certamente, ma un Brad Pitt in questa determinata situazione ci avrebbe offerto un capolavoro.
Inoltre il bravo creatore di Trainspotting non riesce ad essere cattivo fino in fondo; il film nel suo scorrimento va deteriorandosi, fino al finale bruttino, che vorrebbe assomigliare ad un happy end, concepito apposta per dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
All'uscita del cinema, leggermente stordito, mi accorgo comunque che la pellicola si vede piacevolmente, non annoia mai, non è mielosa; Di Caprio se la cava, ma stavolta non è da Oscar.

Voto: 6,5

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