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Direttamente
dal libro che ha reso famoso Jeffrey Deaver, esce sul grande
schermo un thriller feroce, orchestrato da Phillip Noyce,
che molto deve ai "cult" del genere, da Il silenzio degli
innocenti fino a Seven.
Sullo sfondo di una cupa New York, Amelia (Angelina Jolie),
inquieta poliziotta, opera un agghiacciante ritrovamento: in
una stazione della metropolitana, davanti ai suoi occhi si
presenta il cadavere sotterrato di un uomo, con l'anulare
amputato ed altre orribili lacerazioni su tutto il corpo.
L'assassino ha lasciato dei segni che sembrano
indecifrabili.
Dall'altra parte c'è Lincon Rhyme (Denzel
Washington), ex investigatore, ora inchiodato al letto dopo
un tragico incidente. Alla sua inattività fisica
corrisponde un'ineguagliabile arguzia mentale; il NYPD non
manca di interpellarlo, nei casi più complicati.
Rhyme analizza l'omicidio, e subito intravede l'ombra di un
serial killer criptico e sanguinario; inizia le indagini, a
colpi di computer ed intuizioni, e riesce ad ottenere anche
la collaborazione di Amelia, riaprendole una dolorosa ferita
del passato.
Gli omicidi continuano, in un crescendo di brutalità;
cosa vuole veramente l'assassino? Lincon ed Amelia
devono prepararsi ad un viaggio nella sua mente contorta,
per intravedere un barlume di luce...
Denzel
Washington dimostra la sua forza di recitazione, senza
l'ausilio del corpo, in un ruolo dove gli sguardi e le
mimiche facciali diventano fondamentali. Non era facile, ed
esce da questa esperienza in maniera estremamente
positiva.
La Jolie è indubbiamente una bella presenza; tuttavia
la figura sensibile e femminile dell'investigatrice è
limitata dalla sua gamma di espressioni piuttosto
scarsa.
Il collezionista di ossa è un buon thriller,
realizzato rispettando meticolosamente la tradizione; lento
in alcuni punti, gronda cupezza e trasmette angoscia per
tutta la sua durata.
La soluzione dell'enigma, racchiusa in un macabro libro,
è convincente, anche se la sceneggiatura perde colpi
nelle ultime scene.
Voto:
6,5
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