IL REGNO DI EMANDINI

 

TIZIANO SCLAVI’S HOME

 

Tiziano accarezzò il gatto e tornò a fissare la sua macchina da scrivere. L’ennesima avventura era andata: l’ennesimo numero, ormai era superata la soglia dei 150. Chi avrebbe dovuto disegnare questa volta? Fece una rapida rassegna mentale… dunque: Montanari & Grassani erano in vacanza in Transilvania, Mari era impegnato con il Nat, Roi… no, lui no, non era un’avventura troppo tenebrosa… Casertano, allora? No, sarebbe stata troppo splatter, eppoi il buon Giampiero era impegnato con Napoleone… Siniscalchi… no, doveva ancora sbollire la rabbia dell’ultima volta in cui gli aveva fregato centomila a poker… Brindisi!! Ecco, finalmente!! Brindisi poteva andare bene!! Buon tratto grafico, non troppo pretenzioso, ed inoltre qualche settimana fa gli aveva pagato il cinema… avevano visto "La formica gigante semina il panico in città"… o forse "L’uomo scimmia contro la donna canguro"? No, ecco, era "Il cugino di Frankestein risorge dalla tomba"!! Beh, comunque, la scelta era fatta, il disegnatore sarebbe stato lui. Tiziano prese in mano la rubrica, un macigno da un chilo e mezzo, e, imprecando tra la pioggia di fogliettini che si sparpagliavano sul pavimento, trovò faticosamente il numero di Bruno Brindisi. Aveva appena pigiato il terzo pulsante sulla tastiera telefonica, quando un rumore secco lo bloccò. Posò il telefono e tentò di raggiungere la sua pistola dentro il cassetto della scrivania; una Calibro 38, mica roba da ragazzini. Si sarebbe aspettato un ladruncolo, ma quando si girò di scatto con la pistola spianata lanciò un’esclamazione di stupore. L’arma rotolò pesantemente sul tappeto. Due individui stavano davanti a lui. Sprofondò sul divano, convinto di avere le traveggole.

Uno dei due uomini esclamò all’altro:

"Ehi capo, questo qui sta per svenire. Neanche si fosse visto allo specchio!"

"Piantala. Vagli a prendere un goccio di brandy, piuttosto" rispose il secondo, più alto e snello del primo

"Certo, Dylan; ma non sono sicuro di trovarlo più tosto… di cosa poi?"

"Insomma Groucho! Vuoi stare zitto una buona volta?!?"

"Eh, io lo sapevo… quando ha un caso tra le mani si innervosisce, soprattutto se non si tratta di donne… eh, le donne sono state la sua rovina: troppo poche…"

Tiziano intanto si era ricomposto, e squadrava i due intrusi ancora incredulo

"Che diavolo di scherzo è questo?!? Come siete entrati, voi due? Chi siete?"

"Giuda ballerino, non ci riconosci?" chiese quello più alto

"Vi decidete a togliervi quelle maschere?" sbottò il padrone di casa, che stava perdendo la pazienza

"A proposito" fece il basso "lo sa quando le religioni si riuniranno tutte in un’unica grande chiesa? A Carnevale. Ieri mi è successa una cosa incredibile: ho visto il futuro! Ho visto uomini e donne in terra, vittime della violenza, ho visto guerre, distruzioni, ho visto l’Apocalisse, la fine della razza umana, la fine della vita… io però avevo chiesto solo se la mia fidanzata mi mette le corna…"

L’individuo più alto rifilò un sonoro scappellotto sulla nuca dell’altro, intimandogli il silenzio per l’ennesima volta

"E va bene" fece Tiziano con un gesto eloquente della mano "mi sono addormentato sulla macchina da scrivere e sto sognando. Sto vedendo i personaggi della mia fantasia. Ma sto solo dormendo: ditemi cosa volete da me, così dopo mi sveglio"

"Bene, signor Sclavi" disse Dylan sedendosi. Groucho disse:

"L’istinto mi dice di fare lo stesso, ma mia madre voleva sempre che diventassi medico. Bah, nel frattempo mi accontenterò di fare l’assistente dell’Indagatore dell’Incubo…"

"Scusi il mio amico, e diamoci del tu. Me lo fai sempre dire nelle tue storie…" quest’ultimo pezzo di frase fu pronunciato con una sfumatura amara. Il fumettista era troppo esperto per non coglierla.

"Cos’hanno le mie storie che non ti va?"

Dylan si posizionò con una gamba sopra il bracciale della poltrona, le dita incrociate fra loro

"E’ il complesso che è sbagliato. Non mi piace" parlò lentamente. Poi continuò "insomma, mi hai fatto innamorare oltre 100 volte, e mai una che sia andata per il verso giusto, giuda ballerino! Sembra che porto sfiga: tutte quelle che avvicino muoiono!"

"Sei un tipo che fa proprio colpo sulle donne. Colpo d’ascia, s’intende" commentò Groucho

Tiziano era rimasto senza parole. Dylan continuò:

"Ogni volta mi tocca subire le prese in giro di Martin!"

"Martin?" ripeté Sclavi

"Si, il professor Mystere. Quello si dà un sacco di arie perché c’ha la ragazza fissa, mentre io faccio la figura del disgraziato… insomma, all’inizio sembrava potesse andare tutto bene con Morgana… e poi vai a scoprire che è mia madre!"

"A proposito, sapete cos’è la polizia? La polisorella della polimamma!" disse tempestivamente Groucho

"E questo è solo l’inizio" lo ignorò Dylan "poi arriva Bree. Tutto a posto, tutto tranquillo, e poi quando le chiedo di sposarmi mi pianta in asso! E come se non bastasse qualche anno dopo muore di Aids! Per non parlare di Marina… hai proprio esagerato: mi hai fatto innamorare di un fantasma, giuda ballerino!"

"C’è altro?" sbraitò Tiziano spazientito

"Eccome! Lillie! Te la ricordi? Quello è stato il massimo: mi sposo con una condannata a morte!"

"Io al matrimonio preferisco il patrimonio" sentenziò Groucho

"Ma… il matrimonio era un espediente per festeggiare i dieci anni di vita…" tentò di difendersi Sclavi

"Ah, e poi l’età! Mi stavo quasi scordando!"

"Dev’essere avanzata, se hai la memoria corta" si intromise l’amico

"Come l’età?"

"Da quanto ho capito mi hai dato seicentosessantasei anni! Seicentosessantasei, giuda ballerino! Ma sei pazzo? Tutti gli altri personaggi Bonelli sono più giovani di me…"

Lo scrittore adesso era imbestialito. Questo dannato sogno era durato fin troppo…

"C-cosa dovrei fare allora? Cosa volete?"

"Innanzitutto una moglie per me"

"E per me un harem" replicò svelto Groucho

"E poi un po’ di felicità per l’ispettore Bloch… con quel faccione malinconico non se ne può più! E inoltre non mandare Jenkins a dirigere il traffico; ogni volta la percentuale di incidenti aumenta per il sessanta per cento!"

"Non è che potresti anche ammazzare Lord Wells?" chiese Groucho

"Qualcos’altro?" chiese il fumettista, con una punta d’ironia

"Ecco, una cosa ci sarebbe… possibilmente eliminare Casertano dal cast dei disegnatori. Mi fa grasso come un barile, giuda ballerino!"

"E se io non lo facessi?" provò Sclavi

"Groucho, la pistola!" tuonò Dylan

L’amico subito gli lanciò l’arma, che venne puntata sul disegnatore all’altezza della fronte

"Ehi ehi, calma! D’accordo, farò tutto quello che mi avete ordinato… come la vuoi la moglie?"

"Un clone di Pamela Anderson potrebbe andare bene" rispose Groucho

Tiziano chiuse gli occhi e tirò la testa indietro, esasperato. Quando li riaprì sentì un miagolio. Il gatto era tra le sue braccia e lo stava mordicchiando affettuosamente. Si guardò intorno impugnando la pistola. Ma era inutile: l’abitazione oltre a lui ed al felino era completamente deserta. La macchina da scrivere lo fissava pensierosa dalla scrivania. Ripensò al patto… quale patto… se l’era già dimenticato…

Guardò fuori dalla finestra le vie deserte della Milano notturna; sopra la sua testa, la luna faceva l’occhiolino.

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Chiedo scusa a Tiziano Sclavi per averlo "usato", e a tutti i disegnatori menzionati. I lettori inoltre mi perdoneranno per le battute di Groucho, di qualità davvero scarsa. Beh, c’è chi può e chi non può: io non può!!!

Emanuele Di Nicola

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