FUOCO E FIAMME [Rx10]
(di Lorenzo Trenti)
"L'orrenda creatura si avvicinò, non vista, a Mary. La
ragazza si stava pettinando per andare a letto, quando
cominciò a udire un ansare catarroso alle sue spalle. 'Sei tu,
Jack?', chiese, con un tremolio nella voce. 'Jack, smettila di fare
questi scherzi cretini! Vieni fuori!' La ragazza stava per aprire la
porta dello chalet, quando questa si spalancò all'improvviso e
AAAAAAAAAAHHHH!"
Tutti i ragazzi sobbalzarono. Qualche ragazzina lanciò un
urletto a propria volta.
"E... e poi...?", chiese Stephanie, stringendosi nel cappotto. Non
era più inverno, ma fra quelle montagne, di notte, c'era molto
freddo.
"E poi - continuò Jamie nel suo racconto - Mary vide la
creatura. Un orrendo mostro fatto di terra e fango. Nelle mani
stringeva ancora il corpo senza testa di Jack. Mary inciampò
in qualcosa. Chinò lo sguardo e... vide che era la testa di
Jack!"
"Ma che schifezza!"
"Jamie, la tua storia non fa paura, fa schifo!"
"Be', è ancora molto lunga?"
"Ma no, era quasi finita. Alla fine Mary cerca di scappare ma il
mostro la prende e la uccide fra atroci tormenti. Fine."
I ragazzi rimasero in silenzio, in cerchio nella radura. Jamie
spense la torcia che gli illuminava il volto e la passò al suo
compagno di destra. La compagnia fu illuminata da un fantastico cielo
stellato, incorniciato dalle cime degli alberi del bosco.
"A chi sta adesso?"
"A Tom."
"Ma no, io non le so raccontare..."
"Jim?"
"No... non me ne viene in mente nessuna."
"Melody?"
"Avrei quella della ragazza venuta dalle stelle..."
"Ma no, l'abbiamo già sentita migliaia di volte!"
"Perché non guardiamo un po' il cielo?"
"E' noioso..."
"Ma no! E poi quando lo rivediamo un cielo così? Non
c'è una nuvola, e poi c'è la luna nuova..."
"E allora?"
"Quando c'è la luna nuova non c'è riverbero
luminoso... altrimenti probabilmente non riusciresti a vedere la
stella doppia dell'Orsa Maggiore..."
"Qual è?"
"Quella là..."
"Se indichi al buio non vedo, scemo!"
"Quella là... è a forma di cucchiaio... allora,
c'è una losanga di quattro stelle, e poi una coda di tre,
sulla destra... ci sei?"
"Ah-ah."
"Allora, la stella di mezzo della coda, se ci guardi bene,
è doppia..."
"Ah! La vedo!"
"Pensa che gli antichi arabi la usavano per capire se ci vedevano
bene o no."
"E quella che costellazione è?"
"Uh... Cassiopea."
"E quella?"
"Mmmh... non lo so. Però possiamo provare a dar loro dei
nomi."
"Allora... ecco. Quella là assomiglia a uno struzzo!"
"Quella a un maiale..."
"Quel coso lì sembra una casa."
"Ehi, quella sembra Jamie!"
"Ma no, era *quello* il maiale!"
Tutti si misero a ridere, mentre Jamie tirava un pugno a Tom.
Poi il cielo si rischiarò.
"Ehi... guardate là... cos'è quello?"
"Sembra... un aereo..."
"Forse è una stella cadente..."
"E va così piano?"
"E poi le stelle cadenti durano un attimo..."
"Questa mi sembra quasi rossa..."
"Ragazzi, sta venendo da questa parte!"
Il puntino luminoso si avvicinò sempre di più e in
una cascata di luce passò sopra le loro teste. Si diresse a
ovest e scomparve tra le cime degli alberi. La luminosità
scomparve.
"Che cos'era?"
"Io ho paura..."
"Torniamo in paese..."
"Ma no, abbiamo detto che avremmo fatto il nostro campeggio e lo
faremo!"
Ci fu un attimo di silenzio. "Io vado a vedere", disse Jamie.
"Sei scemo!"
"Potrebbe essere pericoloso..."
"Be', io vado."
Il ragazzino si inoltrò nel bosco. I suoi amici videro la
luce della torcia farsi sempre più debole man mano che Jamie
si addentrava nella vegetazione.
L'urlo che seguì fu agghiacciante.
(sigla!)
Oakville
ore 11.29
Mulder scese dall'auto e, seguito da Scully, entrò
nell'ufficio di Polizia. Un sergente piuttosto in carne li
squadrò sollevando appena il cappellone da ranger. "FBI, vero?
Benvenuti". Si alzò per stringere loro la mano. "Sono il
sergente Wilkins. Seguitemi, vi porterò subito sul luogo."
"Abbiamo la nostra auto", disse Scully.
"Sì, be', vede, agente... questi sentieri non sono adatti
ad un'auto di città", spiegò con una scrollata di
spalle.
Mulder annuì. "Sarà meglio se noleggeremo un
fuoristrada come quello del sergente."
I tre salirono sul Range Rover di Wilkins e abbandonarono la
cittadina. Ben presto le case lasciarono il posto ad un panorama
molto più selvaggio: l'auto abbandonò la strada per
imboccare un sentiero in salita.
"Vengono molti turisti, qui?", chiese Scully, seduta nei due posti
di dietro assieme a Mulder.
Wilkins sbuffò. "In genere verso l'estate. Il problema
è che spesso giungono persone che proprio non sanno come si fa
un'escursione... che si perdono... che non seguono le vie segnate. Si
inoltrano nei boschi, poi magari non riescono più a tornare
indietro. Allora ci tocca andare a cercarli, di notte, con i cani".
Dall'espressione che aveva, Wilkins doveva essere disgustato da
questa cosa, pensò Mulder. "Adesso molti ci chiamano col
telefono cellulare... cosa volete farci, è un mezzo che
rispetto a cinque anni si è enormemente diffuso. Non so se sia
un bene o un male... certe volte mi viene da pensare che se uno
è così fesso da perdersi dovrebbe rimanere là, e
basta. Selezione naturale."
Scully sollevò un sopracciglio ma non disse nulla. Mulder
invece chiese: "Pensa che questo sia il caso di quel ragazzo...
Jamie?"
"Oh, no, lo escludo. Sono tutti ragazzi di qua. Conoscono questi
posti come le loro tasche... non si sarebbero mai persi."
"Allora ha qualche ipotesi sulla scomparsa di Jamie...?", chiese
Scully.
"Pensa che sia collegata a quell'oggetto volante non
identificato?", azzardò Mulder.
Wilkins frenò di botto e si girò. "Senta, agente
Mulder, se lei ritiene che io creda sia stato un UFO a rapire Jamie,
si sbaglia di grosso. Non credo a queste panzane, chiaro?"
Si girò e riaccese il motore.
Mulder, tenendo sempre lo sguardo fisso davanti a sé,
parlò piano, in modo che sentisse solo Scully. "Togliti quel
sorrisetto dalla faccia."
"Ma... Mulder... non ho nessun sorrisetto!"
"E allora toglitelo dalla mente, non pensarlo nemmeno, ok?"
"Ok... comunque non mi avevi parlato dell'UFO. E' sleale..."
"Se lo avessi saputo saresti venuta?"
"Certo che sì, cosa credi? Adesso spiegami di che si
è trattato, però."
"I ragazzini... gli amici di Jamie... dicono di avere visto una
luce fortissima in cielo. E' andando a cercare l'origine di quella
luce che Jamie è scomparso."
"Stai pensando a quello che *non* sto pensando io?", chiese
Scully.
"Un UFO...? Può darsi. Non lo so. Il fatto è che
questa zona non è mai stata ricca di avvistamenti... quindi...
non lo so."
"In città ci sono testimonianze?"
Rispose il sergente, che evidentemente li stava ascoltando. "Pare
che qualcuno abbia visto qualcosa... una luce rossa. Ma erano
lontani. Sarà stato un satellite."
L'auto, arrancando su un tratto ghiaioso, arrivò infine in
una radura, la stessa occupata dai ragazzini la notte prima. C'era un
altro Range Rover. Dal folto della boscaglia giunse un poliziotto,
che corse incontro a Wilkins.
"Sergente... l'abbiamo trovato..."
"E'... è vivo?"
L'altro si limitò a guardare per terra. Poi fece cenno agli
altri di seguirlo.
ore 12.15
Scully si affacciò sul precipizio e guardò
giù. "Mio Dio."
"Saranno stati minimo 50 metri", disse Mulder, osservando il corpo
di Jamie sul fondo del crepaccio. Non era un bello spettacolo.
"Mulder... credi che sia caduto?"
Mulder prese il binocolo di Wilkins e guardò giù.
"Scully... dimmi cosa ti sembra quello all'altezza dello
stomaco..."
Scully osservò a sua volta. "Ma... non può essere...
sembra una ferita d'arma da fuoco!"
Wilkins annuì. "Sembra anche a me. Ma i ragazzi non hanno
sentito nessuno sparo."
"Esistono sempre i silenziatori", notò Mulder.
Il gruppo rimase un attimo in silenzio. "E' possibile recuperare
il... corpo?"
"L'elicottero non può avvicinarsi, c'è troppo
fogliame. Chiamo una squadra alpinistica, ma ci vorrà del
tempo. La zona è molto impervia. E questo crepaccio è
molto stretto. Forse occorrerà farsi strada coi picconi."
"Sergente, noi torniamo in paese... proveremo a interrogare i
ragazzi."
"Va bene. Prendete pure l'altro fuoristrada", disse, lanciando le
chiavi a Mulder.
ore 13.49
L'interrogatorio dei ragazzi fu breve. Mulder capiva quanto gli
amici di Jamie stessero in pena per la scomparsa del loro amico,
così cercò di sbrigare questa formalità il
più in fretta possibile. Le versioni concordavano: questa
grande luce nel cielo ("rossa, anzi, più che rossa, come il
centro della fiamma"), Jamie che spariva nel bosco, e poi l'urlo.
Nessuno aveva notato niente di strano.
Gli agenti congedarono anche l'ultimo dei ragazzini e rimasero in
silenzio nell'ufficio di Polizia.
Scully sbuffò. "Mulder, qui secondo me siamo fuori strada.
La ferita d'arma da fuoco l'abbiamo vista entrambi. E' triste dirlo,
ma Jamie deve aver visto qualcosa che non doveva vedere... forse uno
scambio di droga, o che so io. Dopotutto questi boschi si prestano a
cose del genere..."
Mulder tamburellò la matita sul tavolo. "Può anche
darsi", disse. Ma si capiva che non era convinto fino in fondo.
"Senti, Scully, qui finché non recuperiamo il corpo e non
effettuiamo una analisi dell'area non troveremo niente. Io vado a
vedere se in questo posto esiste una biblioteca."
ore 15.03
Mulder era circondato da vecchi giornali, libri, ritagli di
riviste, pacchi di documenti risalenti a chissà quando. La sua
intuizione, finora, non aveva dato molti risultati: pareva proprio
che quella di Oakville fosse una delle aree meno frequentate dagli
UFO. Nessun avvistamento, nessuna abduction, niente di niente. Solo
un articolo dell'82 menzionava un avvistamento, rivelatosi poi un
clamoroso falso. L'articolista - probabilmente per allungare un
articolo altrimenti troppo succinto, pensò Mulder - citava
però una certa leggenda dei pellerossa di queste zone,
relativa a un "uccello di fuoco" che avrebbe solcato i cieli secoli e
secoli prima.
Incuriosito, Mulder consultò lo schedario e si
avvicinò al bancone. Per una svista andò a sbattere
contro un tizio che veniva dalla direzione opposta. Si scusò e
lo guardò un istante negli occhi: erano occhi neri, nerissimi,
profondi e carismatici. L'uomo lo guardò con durezza - doveva
essere iraniano, pensò - e uscì dalla biblioteca,
lasciando Mulder con l'indistinta sensazione di averlo già
visto.
"Mi scusi", disse l'agente dell'FBI alla bibliotecaria, "sto
cercando un testo sulle leggende locali. Dovrebbe essere..."
"Ah, sì, questo. Non l'ha trovato perché era in
consultazione. Lo stava leggendo quel signore che è appena
uscito... tenga, ecco. Mi metta una firma sotto la scheda."
Mulder si apprestò a firmare e l'occhio gli cadde sul nome
precedente al suo. Rashid Abulker. Abulker, Abulker...
Oh no. Non *lui*.
ore 16.21
"Novità?", si chiesero Scully e Mulder appena si
incontrarono di nuovo. "Prima tu", disse Mulder.
"Grazie. Allora, Wilkins ha fatto chiamare una squadra dal
distretto più vicino. Il problema è che il ragazzo
potrà essere recuperato solo stanotte."
"Poveraccio. Non vorrei essere nei panni dei genitori."
"Già. E' veramente triste. Comunque mentre tu stavi a
leggere giornali vecchi, io mi sono informata presso il Bureau... sai
chi è stato visto da queste parti, nell'ultima settimana?"
"Chi?"
"Leo Assante, il famoso banchiere dello scandalo pensioni."
"Quel mafioso che è sempre riuscito a farla franca per
assenza di prove?"
"Esattamente. Metteva a tacere per sempre i suoi consociati prima
che i federali potessero cavarne qualcosa."
"Tu credi che ci sia lui dietro a tutto, eh, Scully?"
"E' la ricostruzione più ovvia. Assante viene qui per
qualche suo affare da svolgere nel bosco, Jamie vede tutto e Assante
lo fa fuori. Be', ovviamente occorrono delle prove." Guardò il
collega seduto comodamente nella poltroncina girevole. "E tu che hai
scoperto?"
"Ho trovato una leggenda, Scully. Gli anziani pellerossa
raccontano una storia molto interessante... di un 'uccello di fuoco'
che passò sopra le loro teste per tuffarsi nel bosco, verso
occidente... i particolari sono scarsi. Però pare che questa
storia sia in giro almeno da 500 anni. E, Scully, immagina per un
istante che degli antichi pellerossa vedano un UFO... che descrizione
ne darebbero? Quella di qualcosa vicino al loro mondo. Un uccello.
Così parlano di un uccello di fuoco, e la storia diventa
leggenda. Dopo tutto, come mi disse una volta il nostro informatore,
loro sono qui da molto, molto tempo..."
Scully lo squadrò, sollevando un sopracciglio. "Una
giornata proficua, Mulder, non c'è che dire..."
"Aspetta, c'è dell'altro. Il libro da cui ho tratto queste
informazioni era appena stato preso da Rashid Abulker. L'ho anche
incrociato mentre usciva dalla biblioteca."
"Rashid Abulker? Il terrorista?"
"Proprio lui. E' ricercato dall'FBI in tutti gli States e se ne
gironzolava bel bello per Oakville. Dopotutto il suo nome e il suo
volto sono noti solo a una ristretta cerchia di persone."
Scully rimase meditabonda qualche istante. "Forse Abulker e
Assante sono qui per incontrarsi. Magari Assante deve venedere, che
so, qualche arma ai terroristi. O dell'esplosivo. Comincia a
quadrare."
"Aspetta un attimo, Scully... e in questo quadro come entra la
luce rossa nel cielo?!?"
"Mulder... sei tu che vuoi farcela entrare. Non c'entra proprio un
bel niente..."
"Questo si vedrà. Ad ogni modo diramiamo subito un mandato
di cattura per Abulker. Poi potremmo fare un salto all'albergo in cui
risiede Assante per fare quattro chiacchiere informali con
lui..."
ore 17.03
"Oh, no, non *loro*!"
Mike fece un rapido dietrofront e si incamminò piuttosto
affrettatamente verso il corridoio del guardaroba. Mulder e Scully
non si avvidero di lui e si diressero al bancone dell'albergo. Mike
li sbirciò da dietro lo stipite e compose con affanno un
numero sul cellulare.
"Capo...? Sono Mike... sì... cioè no, ascolti... ci
sono qui due agenti dell'FBI che... sì, ma mi lasci parlare...
lo so che non ci sono prove di alcun genere... è che questi li
ho già incontrati... durante quel caso dello iettatore, quello
in cui mi arrestarono per rapina... sì... esatto... sembrano
due fessi ma sanno il fatto loro, dannazione! Allora... ho capito...
va bene... intesi."
Mulder chiese in che stanza alloggiasse Assante e vi si diresse,
affiancato da Scully.
Assante li ricevette in accappatoio, mentre fumava un grosso
sigaro. O meglio, li fece rimanere sulla porta mentre rispondeva
sbrigativamente alle loro domande. Era un tizio sui cinquantacinque,
capelli neri, tarchiato, quasi calvo.
"Sì, sono venuto qui in vacanza. No, non ho ancora fatto un
giro per i boschi. Non mi pare che sia reato."
"Nessuno la sta accusando di niente, signor Assante."
"Non mi verrà a dire che state interrogando tutti gli
stranieri di passaggio qui a Oakville, vero, agente Mulder? Il fatto
che abbiate puntato su di me come dei falchi sottolinea una volta di
più la cattiva fama che i media hanno creato ad arte attorno
alla mia persona, e inoltre..."
"E' qui da solo?", lo interruppe Scully, che cercava in tutti i
modi di non esplodere.
"No."
"Ci può dire con chi è ?"
"Con il mio autista, Eddie."
"E?"
"E basta."
"C'è qualcuno che potrebbe testimoniare che lei non si
è mai inoltrato nel bosco?"
"Il mio autista, Eddie. C'è dell'altro?"
Scully sbuffò e decise di rischiare. "Conosce un certo
Rashid Abulker?"
Assante guardò verso il cielo. "Chi è, un giocatore
di pallacanestro?
Mulder fece un ultimo tentativo. "Cosa sa di quella luce rossa
comparsa nel cielo la notte scorsa?"
Assante si fece paonazzo in volto. "Credo di avervi già
detto tutto quello che sapevo. La prossima volta venite qui con un
mandato. Addio." E sbatté la porta.
"Cortese, vero?", disse Mulder in ascensore. "Secondo me nasconde
qualcosa."
"L'hai notato anche tu? Quando gli ho parlato di Abulker ha alzato
gli occhi verso l'alto. Come fanno tutti quelli che mentono o cercano
di inventare una falsità..."
"Io in realtà pensavo a quando è diventato rosso
dopo che accennato alla luce nel cielo...", disse Mulder, con un
sorriso un po' tirato sul volto.
I due agenti uscirono e si diressero alla loro auto. Mulder
entrò al posto di guida e fece per girare la chiavetta, ma fu
fermato dalla voce di Scully. "Che cos'è questo, Mulder?", gli
chiese, sollevando dallo zerbino un piccolo pezzetto di filo
elettrico.
Mulder e Scully si guardarono contemporaneamente negli occhi, fino
a scorgere ognuno nello sguardo dell'altro il pericolo che stavano
correndo.
"Fuori!", gridò Mulder buttandosi all'esterno, mentre
Scully faceva altrettanto.
I due agenti si buttarono a terra un istante prima che l'auto
esplodesse. Lo spostamento d'aria li investì, seguito subito
dopo da una pioggia di detriti. Mulder coprì con un braccio la
collega.
Passato il pericolo, i due si rialzarono in piedi, contemplando il
fuoco che saliva in alte spire verso il cielo, là dove un
istante prima c'era la loro automobile.
"Questo sembra proprio un avvertimento", disse Mulder.
"Già", convenne Scully, "ma da parte di chi?"
ore 19.42
"Insisto nel dire che avremmo dovuto almeno avvertire lo sceriffo,
Mulder", sbottò Scully, ansando per la camminata. Si tolse lo
zaino e lo appoggiò pesantemente a terra. "Adesso facciamo una
pausa." Il suo tono non lasciava spazio a repliche.
Mulder si sedette sul muschio umido che ricopriva le rocce, e
guardò tra gli alberi. "E poi mi devi dire cosa pensi di
trovare qui", aggiunse Scully. Mulder si girò verso di lei.
"Non lo so. Qualche prova, forse. Magari qualcuno dei nostri
malavitosi che viene qui nel bosco per terminare ciò che non
ha finito la volta scorsa."
Scully ansimò, poi bevve un sorso d'acqua dalla borraccia.
"Tu vuoi ancora trovare l'UFO, vero?"
"Mi conosci troppo bene, Scully... è proprio così.
Per quel che riguarda lo sceriffo, arriveranno qui tra qualche ora
con la squadra di recupero alpinistico. Tanto vale incontrarli qui,
no?"
"Vero. Se non fosse che 'qui' è piuttosto aleatorio...
Mulder, stiamo girando da un'ora e mezza. Fra un po' comincerò
a pensare che ci siamo persi... e poi sta diventando buio, e..."
"Va bene, va bene, ho capito. Torniamo alla radura dei
ragazzi."
Si rimisero in marcia lungo il sentiero, scostando con le mani le
numerose fronde che facevano da ostacolo. Dopo una mezz'ora fu
buio.
"Mulder, mi sembrano i fari di un'auto..."
"Hai ragione, dev'essere lo sceriffo. Andiamo a vedere."
I due agenti dell'FBI proseguirono fino alla radura dove i ragazzi
avevano bivaccato, e videro un imponente fuoristrada nero spegnere le
luci. Ne scesero Leo Assante, l'autista e un altro uomo, piuttosto
muscoloso. Mulder, riparato nella vegetazione, lo riconobbe subito.
"Scully, quello è quel Mike che facemmo arrestare dopo quel
caso del signor Belisario, ti ricordi?"
"Certo che sì, a momenti mi faceva fuori!" La voce della
donna era un sussurro, era evidente che c'era qualcosa di strano. "Ma
come può essere libero?"
"Forse è evaso... o l'hanno rilasciato per buona
condotta... oppure Assante ha pagato la cauzione, o qualche giurato.
Quell'uomo ha mille risorse. E tutte sporche."
In quel momento i tre estrassero dal bagagliaio tre fucili e varia
attrezzatura da caccia. Poi indossarono delle specie di caschi.
"Dannazione, sono visori a infrarossi!", comprese Mulder.
Pochi istanti dopo, Eddie guardò nella loro direzione e
vide due sagome luminescenti verdastre. "Intrusi a ore 9, capo". La
sua voce era quella di un freddo esecutore. "Procedo come l'altra
volta?"
Assante bestemmiò. "Procedi."
I due sgherri iniziarono a prendere la mira.
"Scappa, Scully! Scappa!"
I due agenti dell'FBI corsero giù per il sentiero a
perdifiato, mentre i due malviventi alle loro spalle li inseguivano
come segugi, fiutando la loro traccia termica. Alcuni colpi
infransero schegge di legno negli alberi vicino a loro, ma gli
inseguitori erano sempre più prossimi.
Un proiettile ferì la gamba di Mulder, che cadde a terra.
Scully fece qualche decina di metri, si girò appena
notò che il suo compagno non la seguiva; poi una mano le
coprì la bocca e, impedendole di urlare, la trascinò
nell'oscurità di un anfratto roccioso.
ore 21.00
"Dove... dove avete portato Scully?", fu la prima cosa che chiese
Mulder riprendendo i sensi. La sua collega non era lì.
I tre malviventi si guardarono. Prese la parola Assante. "Qui
è pieno di burroni e crepacci, è caduta in uno di
quelli. D'altronde è pericoloso correre qui di notte." Mulder
sentì il clic di una pistola. "Ma anche ficcare il naso negli
affari altrui può esserlo."
"E ora? Volete uccidermi, come avete fatto con quel ragazzino?",
disse Mulder tra i denti, in parte per il dolore, in parte per
l'indignazione verso quei macellai.
"Quel ragazzino aveva visto delle cose che non doveva vedere.
Questi posti sono molto pericolosi. E' pieno di malintenzionati."
"Cosa volete da me, allora?"
Assante si accese un sigaro. "Innanzitutto informazioni. Cosa sa
il governo di questa storia, Mulder?"
Mulder trasalì. "Di... questa storia?"
"Sei sordo, sbirro?"
"No, è solo che... io non ne so nulla. Io sono qui per
cercare quell'UFO, ma il Bureau non ha mai creduto a..."
Assante scoppiò improvvisamente a ridere, seguito un po'
forzatamente dai suoi sgherri. Continuò per trenta secondi
buoni di grasse risate, poi cercò di ricomporsi. "Mike - disse
- avevi detto che sembrano due fessi. Be', *sono* due fessi. Questo
qui, almeno!"
Mulder cercò di ragionare, ma non era facile farlo con tre
pistole puntate e una ferita alla gamba. Pensò a Scully, e
decise che nemmeno i tre malviventi avevano idea di dove fosse
finita. Probabilmente si era nascosta e attendeva l'occasione
più propizia per agire, decise.
"Che faccio, capo, lo ammazzo?", chiese Eddie con una nota sadica
nella voce.
"Mmmh... no", disse infine Assante, col tono di uno che sta
decidendo di che colore vuole le tende, "anche perché adesso
sarebbe inutile. Tanto vale farlo dopo."
Che fortuna, pensò Mulder. Ma dopo cosa?
ore 21.52
"Lei ora mi aiuterà", disse Abulker, a mezza voce. Scully
era legata con le sue stesse manette. "Che diavolo vuole, Abulker? Le
serve anche il reato di sequestro di persona per completare la
serie?"
Lui si chinò di fronte a lei, la fissò coi suoi
occhi scuri. Il suo inglese aveva un forte accento straniero, ma la
voce era baritonale e profonda. "Io sono un combattente per la
libertà e per la fede. Ma ora quello che sono non c'entra. Mi
trovo qui per un compito. E lei mi aiuterà a svolgerlo."
"Dopo che ha messo una bomba nella nostra automobile?"
"Non sono stato io."
"Se si aspetta che muova anche solo un dito per aiutarla in un
traffico d'armi io..."
Abulker le lanciò le chiavi delle manette.
Poi appoggiò delicatamente la pistola a terra.
"Non c'è molto tempo, si sbrighi."
"Ma..."
"Ora io devo preparare il fuoco. Lei dovrà proteggerla, a
qualunque costo."
"Proteggere chi?!?"
"Mi fido di lei."
Poi si girò e si inoltrò fuori dal sentiero, in una
radura a poche decine di metri. Scully si tolse in fretta le manette
e afferrò la pistola.
"Quello è completamente pazzo!", si disse. E gli corse
dietro.
ore 22.22
Mulder camminava a fatica, la medicazione alla sua gamba era stata
fatta alla meno peggio. "Tanto dopo dobbiamo ucciderti", era stata la
giustificazione.
Dopo un tragitto che gli sembrò interminabile, vide della
luce un centinaio di metri più avanti. Luce che danzava e
creava ombre in movimento. Doveva essere un fuoco. Ma un fuoco
enorme, per fare quella luce. Un incendio? Ma no, sembrava
localizzato. Avvicinandosi, nel fitto della boscaglia, vide che si
trattava di una specie di pira, preparata al centro di una radura. Le
fiamme si levavano alte almeno dieci metri. A pochi passi dalla pira
si trovava un uomo, che batteva ritmicamente con una mazza su una
specie di tamburo. Colpi lenti ma solennemente regolari.
Mulder lo riconobbe subito. Abulker.
I tre uomini si fermarono a circa dieci metri dal bordo della
radura, parzialmente coperti dalla vegetazione, e iniziarono ad
estrarre dalle borse di tela un armamentario da guerra. Dalle mezze
parole che si dicevano, doveva trattarsi di proiettili narcotici, di
dimensioni sufficienti a stendere un grosso elefante. Mulder era
sempre più confuso.
E soprattutto si chiedeva dove fosse Scully.
ore 22.45
"Eppure l'Est è di là, maledizione. Perché
non arriva?", si chiese con stizza Assante. Poi sollevò gli
occhi e la vide.
La luce nel cielo era già visibile, ma Mulder se ne accorse
solo quando si fece più grande, avvicinandosi. Ora era come
una palla di fuoco che scendesse, avvicinandosi alla pira.
I tre malviventi uscirono dalla boscaglia e corsero in mezzo alla
radura.
Scully uscì dalla parte opposta nello stesso istante.
"Mani in alto o sparo!", gridò.
Ma la sua voce fu coperta dalle strida di quella cosa luminosa,
che scendeva verso la pira come un uccello scende sul proprio
nido.
Abulker continuò a battere il tamburo.
"Pronti a far fuoco!", ordinò Assante.
Mike e Eddie puntarono verso l'alto i fucili a narcotici.
"Mani in alto, ho detto!", gridò Scully, esasperata.
"Scully, attenta ad Assante!", gridò Mulder, trascinandosi
a stento al bordo della radura.
Assante sparò verso Scully. Una, due, tre volte, senza
pietà.
I tre proiettili centrarono il bersaglio. Tre chiazze rosse
esplosero all'altezza del petto di Scully. Questa sparò un
colpo e si accasciò a terra. Con occhi che ormai stavano
diventando vitrei, guardò nella direzione del suo collega.
"Mulder...", disse, mentre il respiro le si soffocava.
Abulker continuò a battere il tamburo.
Con la forza della disperazione, Mulder ignorò il dolore,
ignorò la figura fiammeggiante che scendeva maestosamente
verso la pira, più luminosa della pira stessa, ignorò
il fatto che i suoi avversari fossero tre e armati, ignorò
tutto questo. Afferrò un ramo e, gridando come una belva, si
avventò contro i tre malviventi.
Il colpo colse di sorpresa Assante, che cadde in avanti ma non
mollò la presa sulla pistola. Mulder fece in tempo ad
assestare un secondo colpo alla nuca di Mike, che si rovesciò
a terra privo di sensi. Eddie sparò un tranquillante verso
Mulder, e questo fu colpito nel fianco.
Abulker continuò a battere il tamburo.
"Adesso mi hai veramente rotto", disse Assante con le fiamme negli
occhi (e Mulder non avrebbe saputo dire se si trattasse del riflesso
della pira o meno). "Non ti sono bastati gli avvertimenti,
l'autobomba, la caccia nella foresta, la fine della tua collega...
ora basta!", ed esplose un colpo verso Mulder.
Questi si buttò a terra, finendogli addosso e prendendolo
alle gambe. Il colpo di Assante prese Eddie alla gamba, e questi
volò indietro per l'impatto; sparò un secondo
proiettile narcotico, che nella baraonda colse Assante alla
spalla.
Abulker continuò a battere il tamburo.
Il boss mafioso nemmeno si accorse del narcotico, e
continuò a tempestare Mulder di pugni, con una
brutalità disumana. Si mise in piedi e lo sollevò. Fu
in quel momento che il narcotico cominciò ad agire in
entrambi. Mulder cadde a terra, tenendosi il fianco. Le gambe non lo
reggevano più. Assante fece altrettanto, ansimando in maniera
sempre più faticosa. Mentre gli arti gli si intorpidivano,
arrancò verso il fucile di Mike. "Devo... devo colpirla...
devo catturarla... è lei... la chiave... mia, solo mia!
mia!"
Mulder, a terra, cominciò ad avere la vista appannata.
Guardò Scully. Difficile dire se fosse ancora viva.
Guardò verso la pira. Vide confusamente una sagoma simile a
quella di un enorme uccello di fuoco, che si appoggiava con
delicatezza sulla pira, e le fiamme che si mischiavano.
Abulker alzò le mani verso il cielo, e Mulder perse i
sensi, mentre la luce delle fiamme sembrava illuminare tutta la
vallata.
ore 5.12
Fu il sole a risvegliarlo. Quello, e un vago aroma di legno
carbonizzato che si mischiava all'umidità del mattino.
A stento riconobbe la stessa radura. I tre malviventi erano
scomparsi. Abulker era scomparso. La pira era completamente bruciata.
Scully... mio Dio, Scully!
A fatica, Mulder le corse incontro. Si chinò su di lei e...
vide che dormiva. La girò supina.
I tre fori di pallottola erano scomparsi.
"Mmh... che c'è Mulder?", disse delicatamente, aprendo gli
occhi. Poi comprese di essere viva, e si alzò seduta,
confusamente. "Mulder, ma... cos'è successo...?!? Io...
ricordo solo di avere condotto qui Abulker e... ma tu sei ferito! Che
ti hanno fatto? Dove sono quei banditi?"
Scully si alzò e si mise subito a curare Mulder, come
poteva. Da una delle borse di Assante recuperò un kit di primo
soccorso e rappezzò Mulder. Questi intanto guardava i resti
della pira e cercava di rimettere insieme i pezzi di quella
vicenda.
"Scully...?"
"Che c'è?"
"Avevi ragione tu. Non era un UFO."
"E che cos'era?"
Mulder inspirò a fondo. "Hai mai sentito parlare dell'araba
fenice?"
Scully strabuzzò gli occhi e fece un sorrisino sarcastico.
"Mulder, stai rifiutando una spiegazione fantascientifica per
adottarne una fiabesca? Stai superando te stesso..."
"Tralascerò il fatto che probabilmente *tu* non saresti in
grado di darne una spiegazione migliore. Comunque secondo me è
andata così. Assante viene a sapere che questo animale
fantastico esiste. Secondo la leggenda, ogni 500 anni si sposta a
occidente per cercare una pira, in cui immolarsi e risorgere dalle
proprie ceneri. E qualcuno gliene fa trovare una."
"Abulker."
"Esatto. Lui è... arabo. Persiano, come la leggenda della
fenice. Forse è a conoscenza di segreti e tradizioni che noi
non possiamo nemmeno immaginare. Prepara la pira per l'altra sera, ma
si accorge che Assante è nei paraggi, ed è intenzionato
a catturare l'animale. Così desiste dal suo proposito. La
fenice si presenta ma non trovando la pira si ferma solo un istante.
Assante vede Jamie nel bosco e gli spara, per evitare testimoni. Poi
la storia si ripete stasera. Tu vieni colpita a morte..."
"A morte? Non direi!"
"E quei tre buchi che hai sulla camicetta cosa sono, tarme?"
Scully si toccò stupefatta i tre fori sugli abiti, senza
parole.
"...e dicevo, quando la fenice resuscita, con lei risorgono anche
le persone dintorno. Mi segui?"
"Sì. Cioè, no. Dove sono Assante e i suoi
sgherri?"
Mulder indicò un punto nella pira. Scully vi vide tre
scheletri carbonizzati.
"Credo che sia opera di Abulker. Una vendetta, se vuoi. Ora
chissà dov'è."
Il silenzio aleggiò per qualche istante tra i due, rotto
solo dal vento e dai rumori del bosco.
"Hai una ipotesi migliore...?"
Scully sorrise. "Mmh... no. E comunque tu non cambieresti
idea."
ore 5.32
"Agente Mulder! Agente Scully! Come state?" Wilkins corse loro
incontro. Si tolse il berretto dell'uniforme e si asciugò la
fronte sudata.
"Noi stiamo bene... come mai questa concitazione?"
"Dovete... dovete venire a vedere!"
I due lo seguirono lungo il sentiero, fino al crepaccio. Un
alpinista stava risalendo. Sulle spalle aveva Jamie.
Vivo.
I genitori del ragazzo gli corsero incontro e lo abbracciarono,
piangendo.
"Mulder...?"
"Che c'è?"
"Togliti quel sorrisetto dalla faccia."
"Ma... d'accordo", disse lui. In fondo che gliene importava delle
sue teorie? Il ragazzo era vivo. Gli avvenimenti di quella notte
dovevano aver esteso i loro influssi su tutta la vallata.
Lui era vivo. Scully era viva.
Mulder si girò verso il sole, e facendosi schermo con le
dita gli sembrò di scorgere nel disco di fiamma una specie di
maestoso uccello che volava verso oriente. Ma forse era solo la sua
suggestione.
F I N E
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