IL REGNO DI EMANDINI

7. Il giustiziere vestito di nero

Le ombre della sera si erano fatte pungenti, in omaggio all’oscuro crepuscolo che si era avventato sulla contea di Hamlinton. Il vento sibilava e dava vita ad uno straziante concerto di cornamuse, mentre bizzarre compagnie di fantasmi si aggiravano per i vicoli della città alla ricerca di prede da spaventare con i loro diabolici scherzi. Erano usciti di casa con il sole fastidioso nella sua maestosità, e gli investigatori rientrarono costretti ad accendere il fuoco. Mentre la legna crepitava nel camino e le folate ululavano al di fuori della finestra, i tre ispettori ed il capo medico legale erano seduti attorno ad un tavolo, impugnando saldamente porzioni di pizza a taglio.

"Vi faccio sentire cosa mi ha detto questo tizio" disse il dottor Norman "fortunatamente avevo con me un registratore"

Azionò il minuscolo marchingegno, e cominciò a scorrere l’interrogatorio. Non era un investigatore, ma il medico non ci andava certamente lontano. Con il suo tono di voce sapeva assecondare ed incalzare, essere gentile o imbestialirsi. Tutto secondo l’arte.

<<Norman: Come ti chiami?

Barbone: Sono Gary. Cerchi rogna, amico?

N: Sono disposto a pagarti se risponderai ad alcune domande

Piccola pausa

G: Va bene, parla, ma non la fare lunga

N: Guarda queste facce. Le conosci?

Pausa abbastanza lunga

G: Per Matusalemme! Sono Frank, Gordon, Jason, la vecchia Matilde e Mary!

N: Le conoscevi allora?

G: Abbastanza. Di vista tutti, chi più chi meno.

N: Che fine hanno fatto?

G: Non lo so. Sono scomparsi. Da molti mesi non li vedo più. Diamine, non saranno mica…

N: Qualcuno li ha uccisi. Però puoi aiutarmi a prendere l’assassino

G: Sei un poliziotto?

N: Un medico

G: Che tipo di medico?

N: Medico legale

G: Medico che?

N: Insomma, seziono i cadaveri per trarne informazioni. Poi fornisco i dati alla polizia. Ho fatto così anche per i tuoi amici

G: Gesù, poveri loro…

N: E’ successo spesso che qualcuno di voi scomparisse?

G: C’è chi va e chi viene. Qualcuno finisce al fresco. Qualcuno smette di stare sulla strada

N: Ti ricordi qualcuno in particolare?

Pausa

G: Tempo fa avevo un amico. Si chiamava Jhon. Bevevamo insieme, a volte. Era simpatico. Lui aveva lasciato la moglie ed era diventato un barbone di sua volontà. Era spiritoso.

N: E’ morto?

G: Se n’è andato. Ha trovato un lavoro. Mi disse che aveva trovato un impiego e che non ci saremmo più visti. La mattina dopo non c’era più

N: Non ti ha parlato del suo impiego?

G: Aspetta, fammi pensare… per tutte le maledizioni…

Pausa

G: Mi aveva detto che andava a lavorare per uno… sceneggiatore, mi pare… non ricordo assolutamente altro…

N: Hai mai conosciuto una donna con un piede rotto?

G: Stai parlando di Jenny la Zoppa!

N: Allora l’hai conosciuta?

G: Lei non la vedo più da molti mesi. Mi ricordo che zoppicava sempre, e qualche volta la prendevamo in giro…

N: Pure lei ha trovato un lavoro?

G: Non lo so. Di solito mi faccio gli affari miei. Siamo talmente tanti, non posso mica sapere tutto di tutti…

N: Senti, Gary, sto facendo un indagine ormai da diverso tempo. Io ed alcuni miei colleghi stiamo inseguendo un assassino. A quanto pare uccide i barboni.

G: Non ne so niente. Se è vero, con me deve solo provarci; a vent’anni sono stato cintura nera di karatè. Aspetta che mi capiti tra le mani, e te lo consegnerò in uno scatolone. Però adesso devo andare

N: Grazie mille. Mi sei stato molto utile.

G: Si, ma adesso voglio i soldi!>>

Il nastro si interrompeva a questo punto.

"Molto interessante" commentò Cooper

"Un maledetto serial killer di barboni. Non ha niente di meglio da fare" brontolò Hamann

"Voi che ne pensate di questa storia dello sceneggiatore?" chiese il dottore

"Una cosa come un’altra" commentò Darrin "probabilmente aveva veramente trovato un lavoro, ed è andato a pavoneggiarsi un po’ con l’amico. Non credo che abbia intrapreso la carriera cinematografica"

"Comunque, finalmente abbiamo una pista" osservò Hamann

"Servono molti agenti, per sorvegliare tutte le zone a rischio" suggerì Ronny

"Sono sfinito, pensiamoci domani" disse Norman

"Rimanete a vedere il film con me?" li invitò Peter "Prima non abbiamo praticamente avuto tempo. Inoltre oggi dovevamo essere in ferie…"

"Che cos’è?" chiese Hamann

"Il giustiziere vestito di nero, è di un regista che vive qui ad Hamlinton… una produzione esclusivamente per videocassetta, edizione limitata"

Solamente Cooper si congedò, perché era atteso da sua madre, mentre gli altri acconsentirono a rilassarsi davanti alla televisione, dopo una giornata festiva solo apparentemente. Le immagini scorrevano sullo schermo. Il giustiziere era un folle che praticava la classica giustizia metropolitana, andando in giro uccidendo ladruncoli, prostitute e spacciatori. Praticava la sua arte nei modi più svariati. La prima vittima, una puttana, era stata impiccata durante un apparente gioco erotico; una spacciatrice finiva con il cranio spiaccicato; poi il giustiziere si infiltrava in un giro malavitoso. Dopo aver ucciso a colpi di pistola le due guardie del corpo, sul finire del film, riusciva finalmente ad eliminare un potente boss mafioso, lentamente, torturandolo alla maniera cinese.

Alla fine della pellicola Hamann balzò in piedi, paonazzo in viso:

"Gesù Cristo! Ma vi siete resi conto?"

"Che cosa?" domandò il dottore

"Il film… erano le vittime del bosco… mio Dio!"

"Ora che ci penso… qualcosa mi risultava famigliare…" mormorò Norman, mentre Darrin era incapace di parlare

"Sono loro! Mio Dio, sono loro!" balbettò Steve, il viso praticamente viola "tutto corrisponde… due donne tre uomini… impiccata, cranio fracassato, due presi a colpi di pistola, l’ultimo seviziato…"

"Non può essere vero…" disse Darrin, ma la frase si strozzò in gola

"Anche le facce! Erano loro! Quei cinque!" continuò Hamann, una mano sulla fronte "capite? Gli snuff movies! I film fatti con gli attori che muoiono davvero! Prendevano i barboni in mezzo alla strada, e li facevano davvero diventare attori… attori di film dell’orrore… loro non sospettavano neanche lontanamente che sarebbero stati uccisi davvero!"

"Voglio rivederlo. Voglio rivedere le facce" disse perentorio il dottore

"Tutto questo è… sconvolgente…" blaterò Darrin, le parole che gli uscivano a malapena dalla bocca

"Dio! Richiamo Ronny…" annunciò Steve, prendendo in mano la cornetta

Intanto il dottore aveva preso le ricostruzione grafiche dei volti e le stava confrontando con le scene del film. Il giustiziere faceva l’amore con la prostituta, poi le legava una corda intorno al collo, e cominciava a tirare… il viso della donna diventava viola, ma non era un effetto speciale…

"E’ lei!" Norman era un bagno di sudore

Intanto Peter si era ripreso, dopo aver ingoiato tre dita di whisky, ma non riusciva a stare fermo:

"Quello era il loro deposito. Dopo ogni film trasportavano i barboni morti nel bosco, li sotterravano… e poi facevano le copie delle cassette, tutte edizioni limitate… ecco spiegato il problema della decomposizione… ogni film, nuovi cadaveri… un museo degli orrori…"

Hamann stava bisbigliando qualcosa al telefono, mentre il medico legale continuava la visione. Adesso il giustiziere prendeva a martellate la donna che spacciava eroina… le cervella fuoriuscivano, tra le urla e i rantoli… tutto vero, un delitto in videocassetta…

"Come si chiama il regista?" chiese Steve, col telefono in mano

"Kazoushi Yazun. Deve essere giapponese. Ma vive ad Hamlinton" rispose Darrin con un filo di voce

L’ispettore cominciò a sfogliare l’elenco telefonico, il volto stravolto da una smorfia di rabbia…

Intanto Il giustiziere vestito di nero proseguiva; i due uomini uccisi a colpi di pistola si vedevano di sfuggita, ma fu sufficiente per il dottor Norman per mettere a fuoco le espressioni di disperazione sui loro volti, quando capivano di morire davvero, che quello non era cinema, ma realtà… il giustiziere impugnava una pistola nella mano destra, mentre la sinistra stringeva una mitragliatrice. Il medico legale non se ne intendeva, ma ipotizzò che la pistola fosse calibro 45 con proiettili Browning, e sentì il cuore pieno d’angoscia…

L’ultimo delitto era anche il più atroce. La telecamera fissa inquadrava tutta la scena, e si poteva notare la metodica, agghiacciante malvagità con cui il giustiziere uccideva il barbone vestito da boss; lo seviziava lentamente, tra i rantoli, fino ad estirpare il cuore, quando era già cadavere. Norman trattenne a stento le lacrime, pensando a quei corpi assassinati che aveva sezionato su una barella metallica…

La voce di Hamann al telefono si era fatta nitida:

"Si, Seventh Avenue… numero civico 37… portati dietro uno spiegamento di forze… sto arrivando"

Attaccò la cornetta e disse con trasporto:

"Leva quella merda dalla tivvù. Andiamo a sbattere dentro questo grandissimo bastardo. E dammi un goccio di whisky"

 

I fantasmi avevano iniziato il loro concerto lamentoso e disperato. Il sinistro ululato di un lupo si confondeva con lo stridulo sibilo del vento, che formava un esercito di serpenti velenosi. Perfino la luna, alta nel manto stellato, aveva preso una connotazione inquietante, con un ghigno satanico beffardamente disegnato sul viso.

Una figura di bassa statura, la pelle gialla classica dei cinesi, uscì dalla sua abitazione scortato da due uomini in divisa, con gli occhi fissi al suolo. I flash dei fotografi lo immortalavano cinicamente, perché la foto di un assassino fa vendere migliaia di copie in più, mentre alcuni ispettori, dal bordo della strada, lo guardavano, ma senza vederlo, con gli occhi persi nella notte. Il procuratore era stato tirato giù dal letto, ma non sembrava, con la sua elegante cravatta. Al suo fianco, naturalmente, la figura femminile seducente che aveva incastrato Jhonny Hunt. Stavolta i capelli erano racchiusi in una coda venerea, il fascino così evidente da sfiorare la volgarità.

Davis sorrideva cortese ai fotografi; alle elezioni mancavano solamente due giorni

 

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