IL REGNO DI EMANDINI
Protuberanze

BLACKHOLE, CONTEA DI HAMLIN, 11 GIUGNO 1999, ORE 8:04
"Levatela da lì, per lamor del Cielo" borbottò
lispettore Marlon. Subito due uomini si avvicinarono al
cadavere femminile impiccato alla quercia. Uno dei due
appoggiò una scala sul maestoso monumento della natura, e
sciolse il nodo al collo della giovane. Il corpo nudo dagli occhi
vitrei cadde pesantemente sul terreno.
"Fate piano, merda!" imprecò lispettore
Intanto la ragazza era già stata infilata in un sacco di
plastica nero, destinazione obitorio. Un uomo in camice bianco con un
paio di occhiali intellettuali si avvicinò a Marlon e gli
strinse istintivamente la mano.
"Sono Gordon Thinker, il medico legale della contea"
"Jhon Marlon, Scotland Yard"
"Scotland Yard? Cosa ci fa Scotland Yard in questo buco nero?"
Marlon avrebbe voluto dire che, a seguito di un avvicendamento ai
vertici della polizia londinese, era stato eletto capo
lassessore Turner, uno dei suoi più acerrimi nemici. Non
se nera andato dalla polizia perché gli serviva quello
stipendio, ma era stato relegato ad incarichi secondari. Invece
disse:
"Beh, qualcuno doveva pur occuparsene. La polizia locale ci ha
chiamato in causa per la particolarità della situazione"
"In effetti non ricordo unaltra morte violenta a Blackhole
negli ultimi trentanni" ammise il medico "però credo che
tornerà presto a Londra, ispettore. Di prima impronta sembra
un classico suicidio"
"Lei per caso conosceva la vittima?"
"No. Sa, faccio avanti e indietro in tutta la contea
"
"A Blackhole però non viene spesso
"
"In media circa una volta allanno . Ma si tratta sempre di
carcasse di animali"
"Animali?" chiese sorpreso lispettore
"Per esempio, lanno scorso un cadavere di orso in via di
decomposizione è stato scambiato per quello di un uomo.
Unaltra volta un cane è stato avvelenato. Addirittura
cinque o sei anni fa mi è capitato un pitone
aveva
ingoiato il diamante di una donna e si era strozzato"
"Negli altri paesi della contea invece sono frequenti morti
umane?"
"Stranamente in questi giorni cè stata unondata
di suicidi
"
Linteresse di Marlon si risvegliò immediatamente
"Suicidi? Mi racconti
"
"Tutti in una settimana. A Badsoul un uomo si è tagliato le
vene. Poi due donne si sono sparate alla testa: una a Basehill e
laltra a Foggytowm"
"Non cè alcun dubbio sulla natura delle morti?"
"Diciamo che non cè nessuna traccia di possibili
omicidi
"
"Ma in teoria sarebbe possibile?"
"Dovrebbe essere un assassino silenzioso e inafferrabile, che non
si lascia dietro nessun indizio. Un genio del crimine"
Marlon si accese una sigaretta, aspirò avidamente, poi
disse:
"I geni del crimine esistono. E sono meno rari di quanto si
pensi"
CENTRALE DI POLIZIA DI BLACKHOLE, ORE 8:57
Lo sceriffo Jorge Jeremis scrutava sorpreso quellestraneo
affogato nel fogliame. Aveva preso in prestito una scrivania e stava
leggendo dei verbali. Si avvicinò spinto dalla
curiosità, e parlò:
"Buongiorno, sono lo sceriffo Jeremis. Lei è di Scotland
Yard?"
"Marlon, ispettore della Sezione Omicidi" rispose il poliziotto
alzando gli occhi. Lo sceriffo era un uomo basso e tarchiato, con
quella pancia accentuata contenuta a malapena nei pantaloni che lo
faceva assomigliare ad una macchietta da telefilm. Era ancora
più buffo quando inarcava le sopracciglia
"Omicidi?" farfugliò "io non avevo chiamato la Omicidi"
"Ero lunico libero" mentì spudoratamente Marlon "ma
forse non sono capitato qui a proposito"
"Ma noi abbiamo avuto un suicidio, non un omicidio" insisté
lomuncolo
Marlon lo squadrò con unocchiata gelida:
"Ne è sicuro?"
"Beh, le circostanze non ammettono alcun tipo di
sospetto
"
"Lei sa della serie di suicidi avvenuti nella contea in questi
giorni?"
"Io mi occupo di Blackhole, non di tutta la contea"
"Allora mi stia a sentire: questo è il quarto suicidio
della settimana nella zona di Hamlin. Stavo studiando i verbali dei
casi precedenti"
Il volto dello sceriffo si illuminò di colpo:
"Ci sono arrivato! Lei sospetta che qualcuno abbia diffuso un tipo
di gas nellatmosfera circostante la contea
un prodotto
che agisce sulla mente delle persone portandole alla follia!"
Stavolta Marlon accennò un sorriso, tra lironico e il
divertito
"Io sospetto la presenza di un serial killer" disse
Jeremis torturò per una manciata di secondi il suo scarno
pizzetto, poi commentò:
"Ah"
Intanto un computer stava vomitando una quantità indefinita
di fogliame. Lo sceriffo si affrettò a raccoglierlo. Lo lesse
e barrì:
"E arrivata una comunicazione. Identificata la suicida!
Diana Hand, 21 anni, peso 69 chilogrammi, altezza 1,68, residente con
i genitori in Flowers Streets numero civico 46"
"Nessun indizio" borbottò Marlon
"Cosa ha detto?"
"Nessun indizio. In tutti e tre i casi. Suicidi evidentissimi.
Senza movente ma evidentissimi. Cazzo, deve essere dannatamente
esperto
"
"Andiamo dai genitori di Diana?" chiese Jeremis eccitato
"Se è così ansioso andiamo. Ma non troveremo
niente"
ABITAZIONE DEI CONIUGI HAND, ORE 9:17
La sala da pranzo era uno spettacolo. La luce che filtrava dalle
tapparelle disegnava schegge di arcobaleno. Un uomo stava seduto
nella penombra della stanza, immobile, lo sguardo fisso che non
esprimeva alcun tipo di sensazione. Nella stanza accanto una donna
scrutava dalla finestra il suo giardino con gli occhi gonfi e
malandati. Quando vide la macchina parcheggiarsi, parlò
alluomo:
"Paul, è arrivata la polizia. Lo sceriffo e un uomo di
Scotland Yard. Io parlerò con loro; tu rimani qui,
tranquillo"
Non ottenne risposta, e neanche pretendeva di ottenerla.
Andò ad aprire la porta.
"Buongiorno, signora" esordì lo sceriffo "lui è
Marlon di Scotland Yard. Lo abbiamo contattato per ottenere un aiuto
nelle indagini"
La donna lo salutò con un cenno del capo, e fece cenno ai
due di entrare e di accomodarsi. Poi si rivolse a Marlon:
"Lo sceriffo le avrà sicuramente spiegato la situazione di
mio marito
"
Intervenne il capo della polizia locale dicendo:
"Ehm
veramente no. Albert, il marito della signora Paola,
è diventato autistico a seguito di un incidente stradale"
Lispettore si limitò ad annuire. Poi parlò la
donna:
"La nostra è una generazione maledetta. Anche mio nonno e
mia zia hanno trovato una morte violenta. Poi lincidente, ora
Diana. Cera da immaginarselo"
"Lei ha qualche idea sul movente del sui
di questo gesto?"
chiese Marlon
"La maledizione. E lei la causa. Diana non era fidanzata,
studiava; una come tante. Ma la maledizione non perdona. Lei cosa ne
pensa, ispettore?"
"Il mio mestiere mi impone di considerare i fatti in un contesto
più terreno" recitò il poliziotto
In quel momento suonò il campanello della porta. Paula
informò gli ospiti:
"E il reverendo Jones. Lo sto aspettando" e si diresse
nellaltra stanza
Marlon guardò lo sceriffo
"E completamente pazza" bisbigliò
"Però, quella della maledizione potrebbe essere
unipotesi affascinante" rispose lominide, sempre a bassa
voce
Il reverendo era nel frattempo entrato nella stanza. Era un uomo
molto alto, due occhi azzurri penetranti, il volto rilassato dalla
serenità tipica degli uomini di chiesa.
"Il Signore sia con voi" salutò
"Buongiorno" disse meno arcaicamente lispettore
"Anche voi siete qui per la benedizione, sceriffo?" domandò
il reverendo. Intanto la signora Hand era rientrata nella stanza
"Io e lispettore Marlon stavamo facendo alcune domande a
Paula..."
"Certo, certo, naturalmente. Vi ruberò alcuni minuti:
giusto il tempo di scacciare la maledizione, come dice Paula"
"Lei ci crede?" domandò lispettore
"La spiegazione è più semplice. In questo periodo
sulla contea si è concentrata una cappa di energia negativa,
che ha causato alcune morti tragiche, non solo a Blackhole. Comunque
la cappa si sta già dilatando, nel giro di un paio di giorni
dovrebbe essere scomparsa del tutto"
Marlon si passò una mano tra i capelli, sconsolato. Voleva
tornare a Londra
ISTITUTO DI MEDICINA LEGALE DI BLACKHOLE, ORE 17:12
Quando Marlon mostrò alla segretario la sua tessera, il
dottor Thinker lo accolse immediatamente nel suo studio
"Buonasera, ispettore. Come vanno le indagini?"
"In realtà stavo per tornare a Londra. Durante la mattinata
non ho trovato nessun elemento significativo. Mi sono convinto del
suicidio, anche se quattro in una settimana in una zona così
ristretta risultano una strana coincidenza"
"Le volevo far vedere alcune foto dallautopsia prima che se
ne vada. Non centra niente con la morte di Diana, ma è
qualcosa di molto strano"
Frugò nel cassetto per alcuni secondi, poi tirò
fuori un mazzo di foto rette da un elastico. Ne scelse alcune, mentre
Marlon restava in silenzio
"Ho trovato qualcosa tra i capelli della vittima. Così ho
rapato il cranio, e..."
Gli porse due foto. Il poliziotto era sbigottito. Una cosa del
genere non gli era mai capitata in tutta la sua carriera.
Appoggiò le istantanee sulla scrivania del medico, e
farfugliò:
"Q-questo
cosa significa?"
"Non lo so. Ma guardi anche queste altre. Sono foto della spina
dorsale del cadavere e del fondoschiena"
Questa volta le foto erano tre. Marlon le scrutò per due
minuti buoni, poi riconsegnò al medico le istantanee.
"Io... sono senza parole
" bisbigliò
"E se fosse davvero quello che sembra?" suggerì Thinker
"Ma non può essere: va contro ogni ipotesi razionale...
è paranormale..."
"In teoria questa situazione potrebbe essere legata alla genetica"
provò a spiegare il medico "ma nella pratica non avevo mai
incontrato una cosa del genere, e non può essere
casuale..."
"Nelle altre persone che si sono suicidate..." tentò di
domandare Marlon
"Non ho riscontrato niente del genere" ribatté pronto il
dottore "è talmente incredibile..."
"E se provassimo un attimo a considerare tutto ciò in
ambito... come dire, ultraterreno?" suggerì lispettore
"una spiegazione ci sarebbe"
"Quale?"
Il poliziotto londinese parlò ininterrottamente per qualche
minuto. Al termine del monologo, il dottore era sbigottito
"Ma... davvero pensa..."
"E lunica soluzione possibile..."
"Ma io non ho mai creduto a queste cose..."
"Da oggi dovrà cominciare a prenderle in considerazione"
ribatté Marlon. Era perplesso.
CHIESA DI S.MARCO, BLACKHOLE, ORE 20:36
Lispettore Marlon spinse la porta della chiesa ed
entrò. Aveva deciso di venire da solo; era talmente confuso
che non voleva nessuno accanto. Il reverendo Jones stava cenando
ritirato nel suo appartamento. Il poliziotto chiese il permesso ed
entrò; sul tavolo frutta di ogni tipo si mescolava, mentre
luomo di chiesa stava mordendo avidamente una mela
"Posso sedermi?" azzardò lispettore
"La mia casa è la casa di tutti" ribatté il prete
"prego, Jhon"
"Sa il mio nome?"
"Jhon Marlon... me lo ha detto lei oggi, no? Ma suppongo che sia
venuto per parlare della morte della povera Diana"
"In un certo senso è così. E stata fatta
lautopsia..."
"Non mi sono mai piaciute le autopsie; violano la
tranquillità dei morti... però mi rendo conto che in
casi come questo sono necessarie... ma stava dicendo?"
"Sono stati rinvenuti alcuni elementi..."
"Che possono far progredire le indagini?"
"Non lo so per certo. In realtà le ho portato alcune foto,
ma..."
"Foto dellautopsia?"
"Si. Naturalmente la cena non è il momento più
adatto..."
"Avevo appena finito di mangiare" si affrettò a precisare
Jones, con estrema pacatezza
"Non so se la visione di un morto la disturba..."
"Ho perso il conto di tutti i morti che ho visto" disse il prete
con un flebile sorriso "in verità, temo più i vivi"
Marlon si frugò in tasca e prese le foto. Le porse
alluomo di chiesa in silenzio, osservando la minima contrazione
dei muscoli del suo volto. Incredibilmente, però, rimase
rilassato. Le riconsegnò senza il minimo mutamento nel suo
atteggiamento
"Lei sa cosa significa questo?" chiese lispettore
"No. Non lo so" rispose Jones
"Diana aveva due protuberanze sul cranio. Ed una in
prossimità del fondoschiena, anche se appena accennata" disse
Jhon "le corna e la coda"
Il reverendo rimase in silenzio
"Tu non sei un prete, vero? Né tantomeno un uomo... non
potevi sapere il mio nome di battesimo, dato che stamattina mi sono
presentato solo per cognome... che cosa sei?"
Jones incrociò le dita. E cominciò a parlare
lentamente
"Non crederà alla mia storia. Nessun uomo può
crederci. Ma se vuole sapere la verità, la
accontenterò: li ho uccisi io. Quei quattro suicidi sparsi per
la contea. Sono stato io"
"Non è possibile. Si sono uccisi da soli" ribatté
Marlon, portandosi una mano alla tasca destra del cappotto. Il
contatto con la fredda pistola dordinanza gli impresse
sicurezza
"Secondo la legge si sono suicidati. Ma sono stato io a guidare le
loro azioni. Con la mia mente. Li ho indotti ad uccidersi"
"Erano diavoli?" chiese lispettore, e si meravigliò
delle sue parole
Jones annuì lentamente con la nuca
"Ma solo Diana presentava i segni" continuò Marlon
"Questo non potevo saperlo. Comunque per me fa lo stesso"
Jhon aveva il cervello in tumulto. Le onde cerebrali non
arrivavano più al suo corpo. Dopo una manciata di secondi si
riprese. Parlò con la voce che gli era rimasta:
"Non mi hai risposto
cosa sei?"
Il reverendo si alzò dalla sua sedia. Lentamente si
sfilò la tunica e si girò. Lispettore in seguito
pensò di aver avuto unallucinazione. Sulla schiena,
subito dietro le spalle di Jones, spuntavano due ali bianche,
maestose. Istintivamente Marlon tirò fuori la .38 dalla
tasca
"Non vorrà uccidere un angelo, Jhon?"
"Io... non so cosa sei, ma devi seguirmi in centrale. Ti dichiaro
in arresto per omicidio..."
Improvvisamente fu investito da una potente luce bianca. Si
coprì il volto col braccio sinistro, col destro sparò
due colpi di pistola. Furono secondi intensi, in cui Marlon
pensò di essere morto e rinato, di affogare nella luce. Poi,
il bagliore si affievolì gradualmente, fino a scomparire del
tutto. Lispettore provò ad aprire gli occhi diverse
volte, senza riuscirci. Era stato accecato. Finalmente, poté
guardarsi intorno: riverso in avanti sul suo tavolo giaceva il
reverendo Jones.
Jhon si alzò faticosamente e portò la mano al collo
del prete. Era morto; nessuna traccia di sangue, ma era morto. Poi lo
notò. Allaltezza delle spalle, sulla schiena,
cerano due ferite circolari, che attraversavano anche la
tunica. Anche qui nessuna traccia di sangue. Lispettore si
chinò sui fori giganteschi. Poi si rialzò; aveva
qualcosa tra le mani. Le guardò e sgranò gli occhi:
piume!
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