Il talento
di
Mr. Ripley
"Meglio essere un falso
qualcuno che un'autentica nullità"
Mr. Ripley

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Anthony Minghella aveva già
raccolto una manciata di Oscar con Il paziente
inglese, alcuni anni fa. Non si smentisce, anzi si
ripropone con estrema eleganza.
In principio fu un libro: The talented Mr. Ripley,
opera della famosa giallista americana Patricia Highsmith.
Minghella l'ha letto ed è rimasto estasiaiato, come
dimostra questo suo ultimo lavoro. Un ulteriore spunto per
il regista è stato Delitto in pieno sole, film
di alcuni decenni fa.
Il cast è di assoluta eccezione: un Matt Damon in
gran forma è il protagonista, dietro a lui si muovono
Jude Law (Dickie) e Gwyneth Paltrow. Il primo personalmente
non mi è molto simpatico, ma si merita indubbiamente
la nomination come attore non protagonista; Gwyneth invece
è grandiosa, in un ruolo alla Grace Kelly che le dona
moltissimo. Partecipazione straordinaria dei fratelli
Fiorello, Rosario e Beppe, nelle vesti di
paesani.
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Minghella si scatena sul tema ossessivo
e labirintico della doppia identità, costruendo una trama
profondamente cupa ed angosciante, che coinvolge lo spettatore in un
vortice di emozioni e colpi di scena. L'unico difetto di un film
quasi perfetto è l'inspiegabile ventina di minuti lenta e
noiosa che infesta la pellicola nel primo tempo.
La trama. Tom Ripley tira avanti
suonando occasionalmente il piano nei locali; fino al giorno
in cui un ricco industriale lo ingaggia, visto il suo acume
e la sua prontezza d'animo, per riportare negli States il
figlio Dickie, che si gode la vita e le ragazze sulla
costiera amalfitana. Un milione di dollari non sono pochi;
Ripley accetta e, giunto in Italia, si finge un ex compagno
di studi di Dickie, finendo per vivere con lui...
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L'evoluzione nella mente di Tom è lenta e graduale; l'omicidio
giunge violento e inaspettato, ma poi tutto viene attratto come in un
vortice. Ripley ha il ruolo speciale di burattinaio, sempre in
conflitto con sé stesso, alla ricerca di una nuova
dimensione.
Minghella si diverte ad ingarbugliare la trama, forse anche
eccessivamente, senza mai perdere il controllo di alcuna situazione.
Poi ti spara in faccia il finale che non ti aspetti; alla fine della
proiezione si rimane incollati alla poltrona, con la mente in
subbuglio.
Nonostante sia costellata da piccoli difetti, l'opera di Minghella
merita indubbiamente; da parte degli spettatori e delle giurie
specializzate.
Voto: 7,5
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