Il seme del male

 

 

 "Eppure ognuno uccide l’oggetto del suo amore,

Da ognuno sia questo saputo,

V’è chi lo fa con lo sguardo amaro,

E chi con una lusinga,

Il vile con un bacio,

L’animoso con la spada!"

Oscar Wilde

 

Il freddo penetrava nelle ossa. In pieno novembre, a Londra, dopotutto c’era da aspettarselo. Era così scontato che prendeva tutti alla sprovvista. Compreso l’ispettore Jhon Marlon, che credeva di avere ormai un cubo di ghiaccio al posto del naso, il cui corpo giovane e atletico era avvolto solo da una camicia, un paio di jeans, e un cappotto troppo leggero per la stagione. Quello che aveva davanti lo faceva ulteriormente rabbrividire. L’ispettore Carrella anche lui sconvolto dalla temperatura, emanava vapore dalla bocca mentre parlava. Gli serviva a scaldarsi il volto.

"Porco cane, questo maledetto vento è peggio del nostro serial killer" disse in tono cupo

"Serial killer?" chiese Marlon

"E’ inutile nasconderci dietro a un dito. Due delitti identici. I giornali si scateneranno"

"I due omicidi hanno dei punti in comune, ma non possiamo considerarli identici. Ancora non si può parlare apertamente di un solo assassino"

"Conosco il mio lavoro. La scorsa settimana è stato rinvenuto un cadavere con entrambe le orecchie mozzate con un coltello da macellaio. Come questo. Identico"

Il corpo senza vita della vittima giaceva nella sua Renault nera, accasciato al posto del guidatore. Il torace era straziato da un numero indeterminato di coltellate, e entrambi gli organi dell’udito erano stati tagliate di netto, dopo la morte, con la stessa arma che aveva ucciso. Il sangue aveva perfino imbrattato i finestrini. Ora gli sportelli erano aperti e il medico legale stava infilando un termometro in bocca al morto.

"Che ci dice, dottore?" chiese Carrella, sfregandosi le mani guantate per riscaldarsi

"E’ morto stasera stessa. Tra le due e le cinque ore fa, purtroppo il freddo ha alterato gli organi interni, non è possibile stabilirlo con esattezza…"

Intanto Marlon, dopo essersi infilato un guanto da chirurgo alla mano destra, stava frugando nelle tasche del cadavere. Un rivolino di sangue ancora non coagulato andò a sporcare la manica della sua giacca. L’investigatore imprecò sottovoce.

Dopo un paio di minuti aveva collezionato una serie di oggetti: una carta d’identità, un portafoglio vuoto, un accendino, due matite, un mazzo di chiavi e un volantino di locali per gay.

"Henry James" cominciò a leggere sulla carta d’identità "anni 31, residente a Londra, Fredoom Street n.16, nubile"

Carrella, osservando il volantino, disse, come in uno sputacchio:

"Era frocio"

L’ispettore lo fulminò con lo sguardo

"Non te l’ha insegnato nessuno il rispetto per i morti?"

"Ma io ho detto la verità"

"Non complicare le cose, Michael. Sono già abbastanza difficili"

In quel momento una Mercedes frenò bruscamente sull’asfalto, andando ad abbattere due dei coni che delimitavano la scena del delitto inaccessibile ai passanti.

"Chi è questo stronzo?" sbottò rabbiosamente Carrella

Proprio mentre si stava avvicinando uscì dalla vettura una figura massiccia, dall’aspetto fiero e l’espressione beffarda.

"Buongiorno" disse, scandendo bene le sillabe

Marlon prese per una manica il collega:

"E’ l’assessore regionale Turner" bisbigliò. L’amico intanto era ammutolito.

"Dovete perdonarmi la brusca intrusione" cominciò sorridente "ma ho avuto notizia del delitto e mi sono sentito in dovere di controllare la situazione con i miei occhi"

"Vuole vedere il cadavere, assessore?"

"No, quello è il vostro lavoro. Volevo soltanto augurarvi buona fortuna"

Intanto tre uomini dotati di microfoni e macchina fotografica avevano oltrepassato la delimitazione, e accerchiarono improvvisamente Turner.

"Gli avvoltoi della carta stampata colpiscono ancora" mormorò sconsolato Marlon

Intanto le domande all’assessore fioccavano disordinatamente, e l’uomo pareva contento di soddisfare la curiosità degli scribacchini.

"Come mai un assessore si muove in prima persona in un caso di omicidio? Scotland Yard ha a che fare con un serial killer?"

"Si" rispondeva tranquillamente Turner "le modalità dell’omicidio sono identiche a quello avvenuto la settimana scorsa. La vittima ha le orecchie mozzate. Purtroppo un nuovo terribile nemico si aggira per Londra ma, unendo le nostre forze, riusciremo a sconfiggerlo"

Carrella era montato su tutte le furie. Tirò fuori lo sfollagente e le manette, e tuonò:

"Sgomberare! Chi non sparisce entro tre secondi finisce al fresco per intralcio alle indagini! Via, maledizione!"

"Lasci lavorare questi onesti professionisti, ispettore Carrella" disse docilmente l’assessore.

Il poliziotto girò le spalle, recitando un rosario di bestemmie.

 

Il giorno dopo Michael Carrella entrò a Scotland Yard come un ciclone, con una copia del "Times" in mano. La sbatté contro la scrivania dell’ispettore Marlon, che sorseggiava un caffè, senza dire una parola. D’altronde i commenti erano superflui. Il titolo era stampato a caratteri cubitali:

"L’assessore Turner alla caccia di un nuovo serial killer"

"Incredibile." mormorò l’ispettore

"In vista delle elezioni il bastardo si è fatto propaganda. E intanto ci ha messo in difficoltà a noi. Sono dovuto entrare dal retro, ce n’erano una ventina!" disse Carrella inviperito, senza specificare a cosa si riferisse. Marlon però lo aveva capito

"Fortunatamente sono arrivato presto e li ho evitati"

"Se non fosse amico del sovrintendente di Scotland Yard lo arresterei" continuò Carrella.

"Ormai è successo, è inutile lamentarci. Piuttosto diamoci da fare. Dieci agenti stanno perquisendo l’abitazione di James. Le chiavi sono quelle rinvenute nella sua tasca. Mi chiameranno per comunicare i risultati."

"Credo che sia importante scoprire se anche Frans Heigel era omosessuale. Potrebbe essere questo il movente dei delitti"

"Un assassino che uccide omosessuali e taglia le loro orecchie in segno di sfregio. Potrebbe essere chiunque. Ci aspetta un duro lavoro. Io andrò dalla madre di Henry James, l’unico parente vivente. Tu dovresti fare delle indagini sui… gusti sessuali di Heigel"

"Ma non c’è nessun parente a cui rivolgersi"

"Devi fare un giro nei locali della zona dove abitava. Forse qualcuno lo può riconoscere"

"Perché non ci vai tu nel covo dei froci?" sbottò il poliziotto

"Per favore, Michael. Te l’ho già detto, è una gran brutta storia"

"E il nostro è un gran brutto mestiere" sbottò aspramente l’investigatore

 

La signora Melissa James aveva sessantasei anni. Era stato un agente di polizia a portarle la notizia della morte del figlio. La donna ricevette l’ispettore Marlon in un salotto adornato con gusto e passione tipicamente femminili. Doveva aver avuto una personalità decisa da giovane, pensò il detective, se aveva reso la sua casa così femminile. Quasi non si notava la presenza di un marito.

"Signora James, so che è molto turbata, ma si renderà conto che…"

"Non occorre che vi scusiate" disse la donna abbozzando un sorriso. Nonostante gli anni, era ancora energica e sapeva mantenere una compostezza sconcertante "Questo è un mondo crudele, ispettore"

"Lei non può immaginare come è vero, signora"

"Io le sto facendo perdere tempo, lei vorrà farmi qualche domanda…"

"E’ molto disponibile, signora. Magari tutte le persone che mi trovo ad interrogare fossero come lei…"

"Con gli anni ho imparato ad affrontare i dolori con tranquillità. Il destino deve compiere il suo corso, anche se a volte può essere ostile agli uomini"

"Vorrei delle informazioni sulla vostra famiglia; vostro marito, vostro figlio…"

"Non ho mai avuto un marito. Quando il mio fidanzato ha saputo che ero incinta, non si è fatto più vedere… era un bastardo. Ma io ho continuato per la mia strada; feci nascere comunque Henry, e, quando ci trasferimmo qui da Birmingham iniziammo una nuova vita. Non abbiamo mai avuto tanti amici o conoscenti, io ed Henry, e alle persone del vicinato con cui facevamo amicizia dicevamo che il "signor James" era morto in un incidente stradale…"

"Suo figlio conosceva l’identità del padre?"

"Non gliel’ho mai detta e non me l’ha mai chiesta. Ormai fa parte del passato"

"Quando seppe la verità Henry?"

"A sedici anni. Mi decisi a dirglielo. Ma lui non se la prese con me. E’ sempre stato un ragazzo comprensivo…"

"Come mai ha deciso di prendere un appartamento da solo?"

"Per esigenze di lavoro. Faceva l’impiegato in una ditta d’assicurazioni che sta dall’altra parte di Londra…"

"Ho capito."

"Ispettore, voglio farle io una domanda…è vero quello che hanno scritto quei giornalacci? Che Henry era omosessuale? Io non ne ho mai saputo niente…"

"Speravo che ci aiutasse lei a chiarire questo interrogativo, signora James…"

La donna, per la prima volta, si coprì il volto con le mani:

"Henry non era omosessuale… mi rifiuto di crederlo…"

"Coraggio, signora…"

"I giornalisti…verranno qui?"

"Non credo, ma se dovesse succedere, chiami immediatamente Scotland Yard e chieda di me…"

"La ringrazio, ispettore"

"Sono io che devo ringraziare lei, signora James"

 

L’assessore Gordon Turner entrò con passo deciso nel suo ufficio, la copia dei maggiori quotidiani inglesi in mano. Gli articoli erano tutti sulla stessa linea, e riportavano le sue foto della sera prima…che colpo era stato! Continuando così avrebbe sconfitto senza problemi quell’idiota di Mendez, alle elezioni…

Ormai mancava un mese; gli elettori si sarebbero ricordati di quel gesto. Lo squillo del telefono lo riportò alla realtà. La segretaria annunciò che un cronista dell’"Obsever" era venuto per avere una dichiarazione dall’assessore.

"E’ il suo giorno fortunato" mormorò l’uomo all’apparecchio "gli concederò un’intera intervista" disse, mentre il suo volto si allargava in un sorriso soddisfatto.

 

L’archivio del "Times" quel venerdì pomeriggio era praticamente vuoto. Anche il custode si era concessa una pausa, i computer erano tutti spenti. Tutti tranne che uno. Il cronista Morgan Hammer stava consultando gli articoli della settimana precedente. Aveva intenzione di scrivere un pezzo sulle analogie fra i due delitti del serial killer, e stava confrontando gli articoli che erano stati precedentemente pubblicati. La prima vittima, Frans Heigel, aveva cinquantacinque anni, e la sua macchina era stata ritrovata in prossimità di un prato. L’uomo era stato ucciso a coltellate, poi, dopo la morte, l’assassino aveva mozzato di netto le orecchie ed aveva svuotato il portafoglio della vittima. Tuttavia era da escludere il delitto a scopo di rapina. Era chiaramente un tentativo di depistaggio, un ladruncolo non avrebbe mai ridotto così la sua vittima. Il secondo delitto era, come aveva detto l’assessore Turner, pressoché identico: anche qui le orecchie erano state mozzate, anche qui il portafoglio era stato svuotato, anche qui la vittima era stata ritrovata nella sua macchina. Alcuni particolari però non coincidevano: l’età delle vittime, tra le quali c’erano ventiquattro anni di differenza, e l’omosessualità di Henry James, che nel caso di Frans Heiger non era stata riscontrata. Inoltre Henry era inglese mentre Frans era nato a Dusseldorf, in Germania. Probabilmente però entrambe le vittime avevano accolto l’assassino nella loro macchina, era perciò una persona che conoscevano, e di cui non avevano alcun timore. Tutto questo poteva essere buon materiale per un articolo. Hammer cominciò a scrivere preso dalla sua vena creativa, ed intitolò il suo pezzo "Il collezionista di orecchie conosceva le sue vittime". Rimase ad osservare in copisteria la stampa del quotidiano, che riportava il suo articolo in prima pagina, poi uscì dalla redazione estremamente soddisfatto. Non poteva neanche immaginare cosa gli sarebbe successo nel giro di poche ore.

 

Michael Carrella non aveva mai provato quel tipo di disgusto. Neanche quando sua figlia era stata sospettata di aver ucciso il suo fidanzato. Cameriere che in realtà erano camerieri si aggiravano tra i tavoli, donne che in realtà erano uomini osservavano un travestito spogliarsi su un palcoscenico ed applaudivano avidamente. Anche Satana alla vista di quello avrebbe provato repulsione.

Il poliziotto si avvicinò al bancone del bar e mostrò la foto della prima vittima al barista:

"Hai mai visto questo tizio nel locale?"

"Sei carino per essere uno sbirro. Tra dieci minuti smonto, potremmo parlarne con calma…"

"Ascoltami bene, brutta checca; sto lavorando, non ho tempo da perdere. Se non rispondi subito alla mia domanda ti arresto per reticenza. Credo che non sarebbe una gran figura, davanti a tutte queste persone. Tu cosa ne pensi?"

"Va bene. Fammi vedere la foto, amico"

"Non sono tuo amico e Dio mi salvi dall’esserlo" disse acido Carrella

"Questo non lo conosco"

"Forse perché nella fotografia non porta nessuna parrucca…"

"Mi ricordo tutte le facce qui dentro. Non viene da noi"

"Ti voglio credere. Inutile dire che se vengo a sapere il contrario il locale chiude…"

"Come siamo nervosi! Peccato, per un uomo così affascinante…"

L’ispettore Carrella fece partire un calcio che raggiunse il barista in piena faccia. L’uomo cadde rovinosamente a terra, distruggendo una decina di bottiglie di liquori che erano esposte sugli scaffali.

 

La mattina successiva le prime pagine dei giornali continuavano ad essere dedicate alla storia del serial killer. L’"Obsever" riportava un’intervista all’assessore Turner dove si incitavano le forze dell’ordine ad impegnarsi nella caccia al colpevole. Di conseguenza il malumore serpeggiava a Scotland Yard, in particolare sulla scrivania di Carrella, che era inviperito:

"Non riesco a stabilire se il vero bastardo sia l’assassino o l’assessore Turner. Sempre che non siano la stessa persona. Non sarebbe la prima volta che qualcuno uccide per farsi pubblicità"

"Qui non siamo in un film" gli rammentò Marlon "questa è la realtà"

"Ed è la cosa peggiore, maledizione"

"Cerchiamo di interpretare le mosse del nostro assassino. La matrice omosessuale è esclusa, dato che James era gay ma su Heigel non hai scoperto niente di interessante…"

"Qualcosa di interessante l’ho scoperto: mi sono fatto un’idea dell’inferno, quando sarà il mio turno mi farò trovare preparato…"

"Eppure un punto di contatto tra i due deve esserci… non lo abbiamo ancora trovato, ma esiste sicuramente…"

"Non reggono questo tipo di discorsi nel nostro caso… abbiamo a che fare con un malato mentale"

"Ma anche nelle menti malate c’è un filo di logica, un movente… qualcosa che colleghi le due persone uccise…"

"Questi pazzi sono i più difficili da sbattere dentro…"

Lo squillo del telefono interruppe la discussione. L’ispettore Marlon bisbigliò alcune parole, poi riattaccò, alzandosi

"C’è stata la terza vittima"

"Porco diavolo! Chi è?"

"Morgan Hammer, un giornalista del ‘Times’"

"E’ stato ucciso come gli altri?"

"Addirittura peggio; oltre alle orecchie, l’assassino gli ha tagliato le dita delle mani"

 

In quell’istante l’assassino stava osservando soddisfatto la sua collezione di orecchie. Erano sei, tutte macabramente allineate, ridotte ormai ad insulsi monconi sanguinolenti. Era stata una buona idea quella di tagliare anche le dita delle mani a quell’idiota di un giornalista; almeno i mass media avrebbero avuto qualcosa in più su cui speculare. E il Collezionista di Orecchie aveva cominciato anche a prenderci gusto; i primi due delitti erano stati compiuti per necessità, secondo un filo logico di sangue implacabile e spietato, ma ora, con l’omicidio di Morgan Hammer, la vera essenza del male si era rivelata all’assassino. Un’essenza diabolica e sanguinaria, ma squisitamente dolce, con un sapore simile al nettare degli dei. Un’essenza che andava coltivata minuziosamente, con pazienza, delitto dopo delitto, orecchio dopo orecchio, fino ad arricchire la collezione con i pezzi più rari. Un’essenza che dava la forza di uccidere, che forniva quell’impulso che permetteva di vibrare violentemente una serie di coltellate al torace e di prendersi gioco degli investigatori tagliuzzando in piccoli pezzettini il cadavere.

Il Collezionista si chiese cosa avrebbe provato ad uccidere un poliziotto; non sarebbe stato facile, ma tutta la stampa si sarebbe scatenata, tutte le attenzioni sarebbero state rivolte su di lui… magari proprio quel Marlon che si stava occupando dell’indagine...

Il seme del male si andava sviluppando nella mente e nel cuore del Collezionista; lo spargimento di sangue sarebbe continuato.

 

Fred Barrymore era un uomo minuto e grassoccio che, dicevano le malelingue, era arrivato alla direzione del "Times" solamente tramite i molteplici appoggi che poteva vantare in campo politico. A prima vista, constatò l’ispettore Marlon, non sembrava certamente il direttore di un quotidiano così prestigioso. Stava seduto comodamente sulla poltrona e, nonostante la gravità della situazione, sfoggiava un fastidioso sorriso compiaciuto.

"Ha ragione l’assessore Turner. Bisogna darsi da fare per fermare l’assassino" disse rivolto all’ispettore Carrella, che affiancava il collega.

"Ognuno di noi ha il suo lavoro e sarebbe bene se si limitasse a quello" ribatté aspramente l’investigatore

"Qual è l’ultimo articolo che ha scritto Morgan Hammer?" chiese l’ispettore Marlon

"A volte il destino fa strani scherzi. Era proprio un pezzo sul Collezionista"

"Questi nomignoli da scuola elementare ostacolano le indagini e non servono a nessuno" disse furiosamente Michael

"La gente vuole sangue, morte, storie originali" rispose lentamente il direttore

"Possibile che non riesce a mettersi nel suo stramaledetto cervello che questo è quello che vuole l’assassino? L’attenzione della stampa e della televisione?"

"Pensavo di dover sostenere un interrogatorio, non un battibecco" tagliò corto Barrymore, sempre sorridente

"Scusi il mio collega, direttore" si intromise Marlon "in effetti la discussione stava divagando. Tornando a fatti concreti può essere importante per noi leggere l’articolo di Hammer"

L’uomo tirò fuori da un cassetto una copia del quotidiano e disse:

"Tenetelo pure. E’ in prima pagina. Pensate che quelle righe abbiano dato fastidio al Collezionista?"

"Pensiamo che lei non si sta affatto guadagnando le nostre simpatie cercando di estorcere informazioni riservate per vendere qualche copia in più. Maledetto avvoltoio" tuonò Carrella, letteralmente furioso

"Avvoltoio nel nostro mestiere rappresenta un complimento" rispose ancora il direttore, il solito sorriso beffardo disegnato sul volto

"Da quanto lavorava qui Morgan Hammer?" chiese Marlon, ponendo fine alla contesa

"Otto anni. Era uno dei migliori cronista di nera"

"Eppure non sembra molto addolorato per la sua morte" lo provocò ancora Carrella

"Sono un uomo capace di nascondere i miei sentimenti, ispettore. Al contrario di lei, a quanto pare"

In quel momento squillò il telefono. Barrymore pronunciò una serie di monosillabi a bassa voce, poi annunciò:

"Devo uscire di corsa. Un affare urgente. Mi dispiace"

"Non si preoccupi" lo rassicurò Marlon "il nostro colloquio è finito"

Accompagnati all’uscita da una segretaria, il giovane inquirente sbottò:

"Ne ho abbastanza delle tue antipatie e delle tue lamentele, Michael. Più invecchi e più diventi nervoso"

"Non è colpa mia se il mondo è popolato da imbecilli" rispose sospirando l’ispettore più anziano

"E non hai mai pensato che tu potresti essere uno di questi?"

 

La signora Maria Hammer in quel momento non provava nessun sentimento. Un vuoto completo. Il figlio era morto, assassinato da uno di quei maiali a cui correva dietro per scrivere i suoi articoli. Forse c’era da aspettarselo. Forse era colpa di Maria, che non doveva permettere di svolgere quella professione al figlio. Forse. Ma in quel momento per la donna non importava più nulla. Della morte, della vita, di altri demoni; tutti argomenti insignificanti. Ormai la signora Hammer era un automa, in mano alla meschinità del destino. Ma forse non siamo tutti automi? Forse non siamo comandati tutti noi da una forza superiore che si prende gioco di noi, ci illude, ci fa soffrire, ed infine ci conduce alla morte? La vita non è tutta un gigantesco ed imperscrutabile arabesco del Fato?

Maria si diresse verso la cucina. Era tutto pronto; il cappio legato ad una mensola di ferro situata in prossimità del soffitto, la sedia appena pochi centimetri al di sotto della corda. La signora Hammer si eresse sulla sedia e si portò il cappio intorno al collo. Proprio in quel momento un’auto della polizia parcheggiò sul marciapiede, e ne scesero due uomini. Uno giovane, uno più anziano dalla faccia contrariata. Nella sua mente si rincorrevano frammenti di ricordi. Non c’era tempo da perdere: la donna allontanò la sedia e si lasciò andare.

 

"Non c’è nessuno in casa" disse Carrella, dopo aver suonato il campanello per l’ennesima volta.

"Strano… una madre il cui figlio è stato brutalmente ucciso generalmente non se ne va a passeggio…"

"Una volta mi è capitato un tizio che, quando gli ho portato la notizia dell’omicidio del fratello, si è imbestialito perché avevo interrotto il suo riposino pomeridiano"

"Non credo sia il nostro caso. Butta giù la porta"

Michael non se lo fece ripetere e, con un calcio perentorio, rese accessibile l’entrata ai due uomini.

L’ispettore Marlon si precipitò all’interno ed, ispezionate un paio di stanze, si trovò in cucina.

"Vieni qua. E’ incredibile" urlò verso il compagno che stava esaminando il bagno

L’ispettore raggiunse il collega, e si associò al suo commento:

"Mai visto niente di simile…"

La signora Maria Hammer, un cappio al collo, giaceva riversa sul pavimento. La fune aveva ceduto appena pochi centimetri sotto la mensola. La madre del cronista ucciso, a occhio e croce, sarebbe dovuta pesare sui duecentoquindici chilogrammi.

Il giovane investigatore controllò il polso:

"E’ viva. Per miracolo"

"Ha tentato di ammazzarsi e la fune ha ceduto sotto il suo peso. Non mi era mai successa una cosa del genere"

"Il destino riserva sempre qualche sorpresa. Chiama un’ambulanza, Michael"

 

La sala riservata alla conferenza stampa dell’assessore alla sicurezza Gordon Turner era stracolma. I giornalisti facevano a gomitate per una fotografia. Il politico cominciò:

"E’ stata indetta questa conferenza stampa per annunciare un’iniziativa mirata a soffocare l’ondata di omicidi che ha investito negli ultimi giorni la capitale del Regno Unito. Omicidi, come tutti ormai ben saprete, che sono avvenuti ad opera di un solo criminale. Da oggi un corpo speciale i cui componenti sono selezionati dall’esercito e dalla Marina affiancherà Scotland Yard con lo scopo di pattugliare ulteriormente la città e garantire sonni tranquilli ai cittadini inglesi che certamente lo meritano. Questa è un’iniziativa da me personalmente proposta e accettata in uno speciale Consiglio Provinciale mirata alla cattura del serial killer. Ci sono domande?"

"E’ vero, come si mormora, che il punto di contatto tra le vittime è l’omosessualità?"

"Esiste la possibilità che l’omicidio Hammer sia opera di un assassino diverso dal Collezionista? Dopotutto il criminale mai aveva tagliato le dita alle sue vittime…"

"Secondo lei da dove deriva il modus operandi del maniaco?"

"L’assassino agisce sotto un raptus di follia o con premeditazione?"

Ogni domanda riceveva un’educata risposta, sempre con il sorriso stampato sulle labbra e con la mente rivolta verso le elezioni del mese successivo.

 

Il giorno successivo il Collezionista si svegliò molto presto, poco prima delle sette, ed aspettò l’arrivo del quotidiano davanti alla televisione. Quando il rumore inconfondibile del lancio del giornale contro la porta si fece sentire, lo raccolse tirando una moneta al ragazzo in bicicletta. Poi guardò la prima pagina del "Times":

"Il Collezionista uccide un nostro corrispondente, la madre disperata tenta il suicidio"

Seguiva poi un lungo articolo del direttore in memoria del cronista scomparso, il resoconto delle indagini, e la lunga intervista a un noto criminologo che avanzava l’ipotesi dei delitti rituali, cioè commessi nell’ambito di culti satanici. Il Collezionista rise sonoramente. E lo chiamavano esperto. Si annotò il nome dell’uomo; e il seme del male continuava a germogliare nella sua mente contorta.

 

L’ispettore Marlon quando depose l’ultimo articolo di Morgan Hammer sulla sua scrivania si sentiva triste e svuotato. Un giornalista aveva fatto una fine così drammatica, e ora si rendeva conto del movente. Un movente torbido, che solo una mente contorta avrebbe deciso di punire con il sangue. Eppure molti giornalisti avevano scritto sul serial killer, ma l’assassino ne aveva scelto uno in particolare. Morgan Hammer era stato assassinato, e gli altri no.

In quel momento Carrella, con la sua classica espressione contrariata sul volto, si avvicinava desolatamente:

"Anch’io ho letto l’articolo. Un normale pezzo macabro ‘come vuole la gente’, direbbe Barrymore"

"E’ proprio questo che mi incuriosisce. Il serial killer è stato infastidito da queste righe e, per punire colui che le ha scritte, lo ha ucciso infierendo sugli strumenti principali del suo mestiere. Le dita, appunto"

"Fino a qui c’ero arrivato anch’io"

"L’elemento anomalo è che non sembra esserci niente di anomalo" disse enigmaticamente l’ispettore

"Che diavolo vai blaterando?"

"I miei dubbi derivano dal fatto che questo, come hai fatto notare tu, è un articolo perfettamente normale. Ce ne sono decine simili ogni giorno sui quotidiani. Non mi spiego perché gli istinti assassini del maniaco siano stati risvegliati proprio da questo"

"Di nuovo dice soltanto che l’assassino potrebbe essere un conoscente delle vittime. Ipotesi impossibile, formulata da Hammer solo per poter attirare i lettori. In definitiva soltanto un mucchio di polvere"

"Una polvere che ha provocato un omicidio" osservò Marlon

"Secondo me stiamo perdendo tempo: il bastardo colpisce a caso, non gli importa un cazzo se la vittima è uomo o donna, giovane o vecchio. Gli basta ammazzarli per arricchire la sua personale collezione di orecchie. Una specie di Cappellaio Matto "

"E se avesse avuto ragione? Se Hammer fosse stato ucciso perché aveva colpito il bersaglio?"

L’ispettore Carrella si grattò la nuca con un gesto goffo, poi disse:

"Impossibile. Heiger e James non avevano niente in comune tra di loro"

"In apparenza no. Ma entrambi sono stati uccisi nelle loro macchine. Ed entrambi erano seduti al posto del guidatore."

"Non riesco a vedere nessun nesso…"

"Per permettere all’omicida di salire in macchina con loro, in virtù di passeggero, le vittime non dovevano temerlo, anzi sicuramente lo conoscevano…"

"Ma entrambi erano quasi degli eremiti… Heigel praticamente un lupo solitario, James che intratteneva rapporti soltanto con la madre…"

Un lampo di luce balenò negli occhi del giovane investigatore londinese:

"E chi avrebbe avuto timore di portare in macchina una donna di sessantasei anni?"

 

Il Collezionista aveva uno strano presentimento. Qualcosa stava per andare storto. Doveva sbrigarsi, il tempo era poco. Era braccato come un animale. Forse l’ispettore Marlon aveva capito. Doveva morire anche lui. Ma per questo c’era tempo. Nella lista c’era prima un’altra persona, molto più importante. L’immagine della sera precedente, quando l’assessore Turner era comparso in televisione per pronunciare il suo patetico discorso contro la criminalità era ancora viva davanti agli occhi dell’assassino. Il mondo era inquinato da individui come lui. Il seme del male era germogliato, si era evoluto, si era trasformato, ed ora si era riprodotto. Il coltello da macellaio ammiccava dalla tasca dell'impermeabile.

 

Lo straziante lamento di un corvo, atteggiato su un pino, accolse l'arrivo all’abitazione di Melissa James; l’ispettore Marlon suonò ripetutamente il campanello.

"Michael, ce la faresti ad aprire questa porta?"

"Sei impazzito? Non abbiamo un mandato, rischiamo il posto"

"Se ho ragione non c’è tempo da perdere…"

"Ma davvero credi che…"

"Mettiamola così: se la Disciplinare crea dei fastidi, tu non eri con me"

L’ispettore più anziano restò in silenzio per qualche secondo, poi estrasse dalla tasca un brandello di fil di ferro e lo infilò nella serratura di casa James. In meno di trenta secondi l’uscio era spalancato.

"Massima cautela" intimò Marlon al collega.

La casa era completamente al buio. Carrella accese la luce che illuminò il salone. Sul tavolino c’era un enorme libro simile ad un album fotografico con la scritta "Album dei ricordi"

I due investigatori lo sfogliarono rapidamente. Erano fotografie risalenti alla giovinezza, perlopiù in compagnia di Henry. Verso la metà c’era anche una foto sbiadita di due fidanzati abbracciati.

"Cosa ne pensi, Michael?"

"Probabilmente e’ il fidanzato. Quella faccia mi ricorda qualcuno…"

L’ispettore rimase in silenzio per alcuni secondi, poi disse:

"Quest’uomo è Frans Heigel. Il padre di Henry James"

"Per tutti i diavoli! Ora che ci penso, con qualche decennio in più…"

"Probabilmente Heigel ha cambiato nome dopo la sua… avventura. Si è rifatto una vita, e Melissa ha trascorso tutto il resto della sua esistenza a rintracciare l’uomo che l’aveva tradita. Per compiere la sua terribile vendetta. E alla fine c’è riuscita."

"Ma…è stata lei a uccidere il figlio?"

"Si. Tutto sommato anche Henry era frutto della sua relazione con quell’uomo malvagio. Anche lui meritava di morire. Melissa, dopo il primo omicidio, ha perso completamente il controllo delle sue facoltà mentali già instabili, e ha continuato ad uccidere, come in un vortice di odio cieco contro il mondo che l’aveva penalizzata…"

"…E Hammer è stato ammazzato perché aveva intuito l’identità del colpevole..."

"Forse non l’aveva neanche intuita. Solamente ha inventato una storia per fare notizia. E purtroppo per lui, casualmente, corrispondeva alla realtà. Un tragico scherzo del destino"

"E’ incredibile. Non avrei mai potuto pensare che…"

"Il male si annida ovunque. Anche negli animi più innocenti. E la madre di Henry ha approfittato proprio della sua innocenza per uccidere: nessuno la temeva, nessuno sospettava di lei… compiere la sua bieca vendetta si è quasi rivelato facile…"

In quell’istante Carrella notò un altro album, simile al primo, posizionato su uno scaffale. Lo afferrò e lo depositò sul tavolo. Questo era invece intitolato "Album dei morti".

Marlon lo sfogliò, provando un crescente senso di orrore e disgusto: meticolosamente incollate, c’erano le orecchie delle tre vittime, e i monconi delle dita di Morgan Hammer. Erano presenti anche quattro spazi vuoti, con tracciate delle sagome di orecchie. Sotto c’erano dei nomi:

"Gordon Turner

Jhon Marlon"

Carrella era incredulo:

"Si era preparata per ucciderti…"

"E insieme a me l’assessore Turner…"

"Cristo, Jhon! Ho un presentimento…"

"Resta qui e chiama rinforzi. Almeno una ventina di agenti devono circondare la casa. Io vado da Turner, sperando che non sia troppo tardi…"

 

L’ispettore Marlon dieci minuti dopo era davanti al palazzo del comune. Correndo mostrò il suo distintivo alla segretaria, e chiese:

"L’assessore Turner ha ricevuto visite ultimamente?"

"Solamente una signora anziana. Se ne è andata pochi minuti fa…"

"Gesù… Qual è il suo ufficio?"

"Il secondo a destra. Ma che cosa sta succedendo?"

Il poliziotto spalancò senza bussare la porta dell’ufficio. Gordon Turner era seduto sulla sua sedia girevole. Aveva gli occhi sbarrati, e un coltello da macellaio piantato nel torace. Al posto delle orecchie, dei grumi di sangue scendevano per tutto il volto e strisciavano fino alla scrivania.

L’investigatore si portò una mano alla testa, sul punto di svenire. Intanto la segretaria si era affacciata sull’uscio. Per alcuni secondi osservò in silenzio, con due biglie infuocate al posto degli occhi; poi le eleganti labbra viola si contrassero in un grido disumano.

Fine?

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