Daniela Raimondi
Quando
Quando verrá a cercarmi
raccoglieró le ultime
castagne in fondo al giardino.
Nasconderó il vostro
ritratto sotto la camicia.
Spegneró le luci di
casa
chiuderó piano la
porta,
fisseró quell’angolo
buio in fondo alla mia strada.
Ma sará solo un attimo.
Poi lasceró che quest’ansia
scivoli via.
E lasceró che il tempo
e le voci, e i ricordi di
amori passati
non feriscano anche l’ultimo,
pallido cielo.
Saró acqua che scorre
un’orma nel buio
l’eco lontano.
I venti cesseranno di lacerare
le scogliere
e le mie dita fermeranno
per sempre
il doloroso oscillare del
pendolo.
Fisseró il vuoto a
testa alta, senza piú paure.
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Mater Dei
1. L'annunciazione
E venne da me l'angelo del
Signore.
Avevo quindici anni, o poco
piú.
Non conoscevo il desiderio
che nasce
sulle chiare distese dei
fianchi
o il sapore di un uomo,
o l'ebrezza del vino.
Ma una notte lui venne a
cercarmi.
E fu un'ombra,
occhi chiari nel buio.
Fu calore
un respiro,
forse un battere d'ali.
Io non so quando la luce
cadde su me.
Chiusi gli occhi
e desiderio divino (o fu
il mio?)
si confusero.
Fu il vento d'aprile
o il volere di Dio
che mi prese nel buio?
Fu il comando del cielo,
o fu amore?
Io non so.
Chiusi gli occhi
e m'arresi al disegno divino,
e al suo sguardo.
Chiusi gli occhi,
e fu vita.
2. Nativitá
Fui sposa bambina.
Sposa di un vecchio
Madre di Dio.
Nella grotta il dolore mi
morse:
come un cane randagio mi
morse.
Le ossa scricchiolarono
con i sibili della bufera
e il ventre si squartó
mentre gridavo al cielo suppicando
pietá.
Poi nacque.
Sangue che aveva scorso nelle
mie vene
respiro del mio stesso respiro,
eppure non aveva i miei occhi
e non aveva i suoi.
Ma il latte sgorgó
tiepido e bianco
e lui giá non fu il
Salvatore,
ma solo un bambino
ed io,
io fui solo sua madre.
Io saziata d'amore.
Lui saziato di me.
Io madre, lui figlio.
E in quell'attimo anche Dio
attese paziente nell'ombra:
attese in silenzio,
lasciandoci soli.
3. La Passione
Esiliati in queste terre sconsacrate
ci trasciniamo fra i rovi
di un'arida montagna
dove la radice dell'ulivo
affonda nella roccia
e come noi solo s'aggrappa
alle rovine.
Sotto il peso della croce
cadi di nuovo figlio
e il mio grido rompe la verginitá
del cielo.
Ai piedi della croce aspetto
che la morte arrivi
per strapparti per sempre
alle mie mani.
La guarderò negli
occhi, senza fare niente,
senza poterle dare in cambio
nemmeno la mia vita.
Il legno si imbeve di sangue
e di sudore
ma è mio il lamento
che squarcia l'orizzonte.
E non ho voce figlio, né
corpo, né preghiere...
Ma non soffrire più
mio bene.
Chiudi gli occhi,
ricorda quando eri ancora
mio
e il calore del mio seno
ti bastava.
Chiudi gli occhi, riposa,
e torneremo insieme a quella
pace antica.
Chiudi gli occhi, mia vita...
4. Requiem
E per te figlio mio che io
piango stasera.
Per i figli che mai nell'amore
potrai generare.
Tu riposi nella terra di
bestemmie bagnata
ma io, io sono dannata alla
vita!
Tu muori, mio bene
e Dio non sará che
una statua senz'occhi
nascosta nell'ombra,
coperta soltanto di edera
e muschio.
5. Mater Dei
Io non voglio piú canti,
né preghiere,
né perle e diademi.
Mi hanno fatta di legno intarsiato,
d'argento, d'ebano e oro.
E menzogne.
Perché io non fui
mai cosí bella
ma ero di carne, e di sangue,
e pietá
non di onice e marmo pregiato.
Mi hanno dato un sorriso
tranquillo
uno sguardo sereno
un corpo pacato di morbida
cera,
ma io sono la madre del figlio
che uccisero!
Una statua, o una Dea,
non soffre e non muore di
pena.
Non piú processioni
di maggio
né rose fragranti,
o candele.
Voglio andare per le strade
del mondo
senza strascichi e canti
per gridare il suo nome,
trascinandomi appresso soltanto
il dolore.
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Assedio
Città assediata,
senza pane e senza acqua,
abbassai i ponti
spalancai le porte,
e lui entrò con tutta
la sua forza,
tutta la sua dolcezza.
E bevve avido dalle mie mani
aperte,
profanò l’ombra
illuminò la rosa.
In un chiostro umido di muschio,
nel profumo di felci e di
limoni,
fu la mia resa.
Lui solo il morso e la preghiera,
lui solo l’ostia e il calice:
racchiusi fra le braccia
e le mie gambe
la sua benedizione.