Guglielmo Tocco



 

...e sei nei colori di questo indicibile tramonto,
nell'odore del sambuco che m'inebria,
negli occhi del barista che non comprende perche' sto sorridendo,
nello specchietto retrovisore della macchina,
nei tasti che sfioro appena, perche' le mie parole ti giungano piu' dolci.
Sei nel mio sguardo distratto, che qualcuno mi ha fatto notare,
e in quest' odio tremendo per gli amici che non mi lasciano solo.
Sei in ogni goccia d'acqua della doccia che aumenta la febbre
e in ogni squillo del telefono prima della delusione.
Sei nelle mille parole che s'affollano e che non so pronunciare
e in quelle mille altre ancora da inventare.
 
 
 

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E’ vero, e' tutto vero:
“gli anni sono crudeli”,
“come siamo ingrassati”,
“tempi che piu' non tornano”
e tant’altro.

Ma quando ieri t’ho vista
m’e' sobbalzato il cuore come allora.
Non ho pensato ai tuoi capelli lunghi,
al seno prorompente,
a quando camminavi come danzando.

Mi sono innamorato di una donna
che io non conoscevo,
della tua voce bassa,
di questi fianchi pieni,
di quel sorriso che non dice tutto,
e, scusa se non ti piace,
anche di quelle lievissime rughine
che rendono il tuo volto
piu' sensuale, coperto di misteri:
piccole tracce di vicissitudini
sparse in un territorio sconosciuto,
da esplorare.

 Spesso negli anni
mi sei tornata in mente
com’eri da ragazza
(e raramente in situazioni caste),
ma la donna che sei,
proprio grazie a quel tempo
che non ci piace contare,
e' proprio un’altra cosa:

e mi turba di piu'.
 
 
 
 

Guglielmo Tocco

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