Di Natale la luna
di pietà s’ovatta
e sono fiocchi di neve
a spegnere arsure di anni
come ciocchi a morire
in mezzo al camino.
Di Natale la luna
rispolvera cure
di tenera madre
lì dall’armadio
dove appesi i tuoi sogni
(non più ti
minacciano
impalati
freddi spaventapasseri)
di brividi tremano
al colpo di fucile
nella canna.
E’ fumo
che brucia negli occhi
e lacrima lenta
a bagnare ricordi
a salvarli da tarlo
che tutto rosicchia
anche il “c’era una volta”
una volta, sì, c’era
(la fiaba che ancora
ogni volta sussurra
al tuo orecchio anche
adulto)
è fiaba strappata
da ciglia di stelle
e accesa sull’albero
a cantarti l’augurio
che dolce s’annoda
tra labbra di madre
di madre che sa
degli inganni di tenebra
che tesse la vita
su giorni e su rami
di madre che sa
degli oscuri conflitti
al galoppo su piane
in lancia sul cuore.
Di Natale la luna
si vela d’argento
e con passo armonioso
ti culla al riparo
di tempeste e fragori
ti culla e sussurra
concerti di neve
che cade e poi cade
da zaffiro di cieli.