Eugenio Montale
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Ho
sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e
ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche
così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il
mio dura tuttora, ne più mi occorrono
le
coincidenze, le prenotazioni,
le
trappole, gli scorni di chi crede
che
la realtà sia quella che si vede.
Ho
sceso milioni di scale dandoti il braccio
non
già perché con quattrocchi forse si vede di più.
Con
te le ho scese perché sapevo che di noi due
le
sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano
le tue.
----oooo----
Ho
appeso nella mia stanza il dagherròtipo
di
tuo padre bambino: ha più di un secolo.
In
mancanza del mio, così confuso,
cerco
di ricostruire, ma invano, il tuo pedigree.
Non
siamo stati cavalli, i dati dei nostri ascendenti
non
sono negli almanacchi. Coloro che hanno presunto
di
saperne non erano essi stessi esistenti,
né
noi per loro. E allora? Eppure resta
che
qualcosa è accaduto, forse un niente
che
è tutto.
----oooo----
Da: "Xenia"