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Carta
del Rischio del Patrimonio Culturale
Documento disponible en: http://www.icr.arti.beniculturali.it/rischio00.htm
La Carta del Rischio del Patrimonio Culturale
è un'iniziativa finalizzata a fornire ai responsabili della tutela sul
territorio e all'Amministrazione Centrale strumenti di supporto all'attività
scientifica e amministrativa.
Raccoglie l'esperienza e l'approccio metodologico del Piano
per la Conservazione programmata dei Beni Culturali in Umbria, del 1975, il
primo esperimento di valutazione globale dei fattori di degrado esteso a un
intero territorio, la cui validità si confermò drammaticamente in occasione dei
terremoti del Friuli (1976), e dell'Irpinia (1980). Delineata in un documento
redatto nell'ambito di "Memorabilia" (1987), intitolato "Per una
carta del rischio del patrimonio culturale", l'iniziativa si è
concretizzata con la legge 84/90, che ne ha finanziato la realizzazione per 28
miliardi, attribuendone all'ICR la responsabilità scientifica.
L'iniziativa si articola in due parti :
- Polo Centrale : struttura operativa permanente
residente presso il S. Michele (Laboratorio di Fisica ICR) per la gestione,
alla scala nazionale, di tutte le informazioni ineressanti la conservazione del
patrimonio culturale;
- Rilevazione del degrado dei monumenti : avvio di
un'attività di valutazione puntuale dello stato di conservazione delle aree
archeologiche, dei monumenti e delle opere d'arte.
Il Polo Centrale è il centro operativo dell’intero sistema.
Una cartografia numerica, basata sul programma cartografico ARCinfo,
costituisce il nucleo del sistema. Questo gestisce tutte le informazioni
relative all’intero patrimonio archeologico e monumentale nazionale, e i dati
relativi ai processi fisico chimici e ai fenomeni sociali che promuovono il
degrado dei monumenti.
Il primo passo è stato di memorizzare la distribuzione di
tutti i monumenti su mappe computerizzate, seguendo la divisione territoriale
per comuni, basandosi sulle più complesse e dettagliate guide oggi disponibili,
quelle del Touring Club e le Archeologiche Laterza (37 testi per oltre 17.000
pagine).
Ciò permette di "visualizzare", con dati certi,
l’attuale distribuzione territoriale del patrimonio archeologico e monumentale
e di focalizzare l’attenzione su diverse aree del territorio nazionale secondo
la maggiore o minore concentrazione dei monumenti. In questa prima fase
l’operazione non ha riguardato l’enorme patrimonio edile pubblico e privato
ricadente, a vario titolo, sotto la competenza della nostra amministrazione, ma
solo quello di maggiore rilevanza acquisito come monumentale dalla più attuale
ricerca e considerazione critica e incluso nei più dettagliati itinerari. Il
risultato è una banca dati di 57.000 elementi (siti archeologici, edifici
singoli, aree urbane) distribuiti negli oltre 8.000 territori comunali. Questa
banca dati è ovviamente estensibile a qualsiasi altra classe di monumenti, per
esempio ai fabbricati di proprietà privata sottoposti a vincolo, e non inclusi
nei testi utilizzati.
Dopo questa prima operazione (cartografia numerica nazionale
e cosiddetta Carta della Distribuzione del Patrimonio), tutti i dati
attualmente disponibili da fonti ufficiali e scientificamente autorevoli e
relative alle tre categorie di pericolosità che compongono il rischio
nell’accezione più vasta, sono state raccolte, classificate e memorizzate.
Le tre categorie di rischio sono:
a) il rischio statico
b) il rischio ambientale-aria
c) il rischio determinato da fattori antropici
Tutto il lavoro descritto ha configurato un'attività di
ricerca, acquisizione e giustapposizione di elementi disomogenei, e non una
originale raccolta di dati sui fattori di degrado. L'originalità complessiva
dell'iniziativa consiste proprio nel fatto che essa "assembla" e
razionalizza tutte le conoscenze ad oggi disponibili dalle più varie fonti per
ciò che interessa la sfera della tutela del patrimonio monumentale.
Il lavoro compiuto è consistito quindi nella traduzione in
linguaggio informatico unico sia di un notevole numero di banche dati già
esistenti, sia di informazioni non ancora strutturate in banche dati vere e
proprie; sono state privilegiate le fonti di dati che garantivano la copertura
totale del territorio nazionale e che consentivano di destrutturare le
informazioni seguendo le aree comunali.
Quanto sopra costituisce il nucleo fondamentale di un
patrimonio conoscitivo a disposizione :
- dell'amministrazione centrale, per attività interessanti
il territorio nazionale;
- degli uffici periferici, che potranno attingere dal centro
informazioni interessanti l'area di competenza, e svilupparle secondo gli
interessi specifici del luogo e del momento : o acquisendo cartografie alle
scale più varie, oppure formando banche dati geografiche locali ad esempio sui
vincoli, sugli strumenti urbanistici, sull'abusivismo, ecc.
Parallelamente alla realizzazione del Polo Centrale, è stata
realizzata vasta indagine sullo stato di conservazione di oltre 700 monumenti
archeologici e architettonici distribuiti su quattro aree, che coprono Lazio,
Campania, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia. Questo studio è stato
effettuato con schede messe a punto dall'I.C.R., le quali fanno proprio, per la
parte identificativa, il linguaggio logico e informatico già in uso per la
normale attività di catalogazione presso l'I.C.C.D. e le Soprintendenze per
ovvi motivi di omogeneità linguistica nell'ambito della struttura scientifica
del Ministero, ma che mirano soprattutto alla rilevazione dello stato di
degrado dei manufatti.
Questa attività è finalizzata alla realizzazione di uno
strumento per la valutazione a basso costo dello stato di conservazione dei
monumenti e delle opere d'arte, che soddisfi i seguenti requisiti :
1) unicità logica e lessicale;
2) valutazioni metriche certe sia degli elementi costitutivi
del manufatto sia dell'estensione e della gravità delle diverse forme del
degrado;
3) agevole archiviazione dei dati delle rappresentazioni
grafiche e fotografiche degli stessi;
In sostanza per ogni monumento vengono rilevate le
estensioni dei vari elementi costruttivi e superficiali, distinguendone i
materiali e le tecniche di realizzazione. I danni riscontrati, rigidamente
classificati, vengono valutati percentualmente, attribuendo agli stessi un
grado di gravità e di urgenza. Ciò riguarda le architetture antiche, il rudere
archeologico e il monumento medievale e moderno, ma anche le opere d'arte e le
pertinenze decorative del monumento antico. A ciò si accompagna una valutazione
delle condizioni gestionali e dell'intorno urbanistico del monumento stesso,
eventualmente suddiviso in unità funzionali.
A parte la funzione di strumento per il rilevamento e la
gestione di informazioni sullo stato di conservazione e di gestione dei singoli
manufatti (il cui uso è di diretto interesse dei responsabili del bene), le
schede vengono anche utilizzate per rilevazioni di tipo statistico di interesse
generale e centrale. Con un metodo appositamente messo a punto per questo
progetto alcuni valori contenuti nelle schede stesse vengono elaborati in
maniera comparativa allo scopo di determinare la "vulnerabilità" del
manufatto, ovvero la suscettibilità che lo stesso possiede di degradarsi nel
tempo.
Più in particolare, per ogni monumento sottoposto
all'indagine viene redatto un apposito fascicolo (o "modulo")
suddiviso nelle seguenti sezioni :
scheda 1 : UNITA' EDILIZIA STORICA : è la sezione che
contiene le informazioni principali relative ai manufatti architettonici.
E' suddivisa nei seguenti paragrafi :
1) - dati identificativi e di localizzazione (si tratta dei
campi essenziali per l'individuazione dei beni, tratti - con identica struttura
- dalle schede di precatalogo predisposte dall'I.C.C.D.);
2) - anamnesi (vengono riportate le principali notizie
storiche, con struttura analoga a quella delle schede dell'I.C.C.D., ma con
particolare attenzione agli eventi più significativi per la conservazione del
manufatto);
3) - indicazioni metrologiche;
4) - dati di vulnerabilità: si tratta del paragrafo nel
quale sono registrati i danni rilevati, divisi per tipologie, ciascuno con
diverse gravità, estensione e grado di urgenza riportati separatamente per i 12
elementi costruttivi (fondazioni, strutture in elevazione, strutture di
orizzontamento, coperture, collegamenti verticali, pavimenti interni,
pavimentazioni esterne, rivestimenti interni, apparato decorativo interno,
rivestimenti e decorarazioni esterne, infissi interni e infissi esterni) e per
gli impianti.
La sezione è articolata i due diversi livelli di approfondimento
: il primo, più sintetico, prevede 6 classi di danno (danni strutturali,
disgregazione del materiale, umidità, attacchi biologici, alterazione degli
strati superficiali, parti mancanti); il secondo, maggiormente analitico,
prevede l'approfondimento delle osservazioni sino a 31 tipi di danno, aggregati
alle 6 classi, e una articolazione molto dettagliata dei materiali e delle
tecniche utilizzate. La sezione è sempre corredata da allegati grafici e
fotografici.
scheda 2 : COMPLESSO E MONUMENTO ARCHEOLOGICO : è la sezione
che contiene le informazioni principali relative ai monumenti archeologici.
E' suddivisa in paragrafi, i quali ricalcano essenzialmente
la struttura prevista per i manufatti
architettonici, ma prevedono informazioni aggiuntive, connesse
alla specificità archeologica;
- manutenzione, sistemi di protezione e di sicurezza;
- rinvenimenti e scavi;
scheda 3 : OPERE D'ARTE; PAVIMENTI, RIVESTIMENTI PARIETALI,
DECORAZIONI E MATERIALI LAPIDEI ARCHEOLOGICI : si tratta delle sezioni dedicate
rispettivamente, a oggetti d'arte e elementi archeologici di pertinenza
dell’architettura di particolare pregio ed interesse conservativo, collocati
entro manufatti oggetto del rilevamento. In analogia alle precedenti sezioni, è
prevista una suddivisione in paragrafi :
1) - dati identificativi e localizzazione ( si tratta dei
campi essenziali per l'individuazione dei beni, tratti - con identica struttura
- dalle schede di precatalogo predisposte dall'I.C.C.D.);
2) - anamnesi (vengono riportate le principali notizie
storiche, con struttura analoga a quella delle schede dell'I.C.C.D., ma con
particolare attenzione agli eventi più significativi per la conservazione del
manufatto);
3) - indicazioni metrologiche;
4) - dati di vulnerabilità, tra i quali viene indicata
l'estensione della superficie danneggiata ( e relativo grado di urgenza) e
quindi, per ogni alterazione specifica (individuata entro un lessico che
prevede 57 diverse tipologie aggregate nelle 6 classi già presenti nella scheda
relativa al monumento : danni strutturali, disgregazione del materiale,
umidità, attacchi biologici, alterazione degli strati superficiali, parti
mancanti), registrata l'estensione percentuale dell'area interessata;
5) vincoli e sistemi di protezione;
scheda 6 : CONTENITORE DI MANUFATTI MOBILI : si tratta della
sezione dedicata a quei fabbricati che svolgono anche la funzione di
contenitori di oggetti d'arte e/o reperti archeologici (musei, depositi
archeologici, ecc).
E' suddivisa nei seguenti paragrafi principali;
1) - dati giuridico amministrativi (condizioni giuridiche,
gestione, formazione della raccolta, inventariazione);
2) - distribuzione degli ambienti (esposizioni, depositi,
laboratori);
3) - indicatori significativi delle raccolte (quantità degli
oggetti, superfici dedicate, custodi);
4) - vulnerabilità degli ambienti e impianti di sicurezza;
scheda 7 : DATI ANALITICO-STRUMENTALI : si tratta della
sezione dedicata ai dati analitico-strumentali, rilevati durante l'indagine.
Può essere rivolta all'intero monumento o ad oggetti identificati nelle sezioni
30A-3RA.
Per ogni bene vengono riportate :
1) - le condizioni climatiche medie ed i dati relativi
all'inquinamento, rilevati da stazioni territorialmente attigue,
istituzionalmente preposte alla registrazione di tali dati;
2) - i danni di origine biologica, ed i fattori
biodeteriogeni, rilevati tramite campionamento in loco ed analisi al
microscopio;
3) - i danni di origine chimica, con determinazione dei sali
solubili rinvenuti e caratterizzazione dei materiali e delle alterazioni,
tramite diffrattometria e/o sezione statigrafica sottile;
4) - i danni di origine fisica, con determinazione del
contenuto d'acqua nelle pareti e rilevamento diretto dalle condizioni
microclimatiche in prossimità del bene;
scheda 8 : VULNERABILITA' SISMICA : si tratta di una sezione
di approfondimento delle condizioni statico-strutturali dei beni architettonici
medievali e moderni, compilata secondo un tracciato predisposto a cura del
Comitato Nazionale per la Prevenzione del Patrimonio Culturale dal Rischio
Sismico.
Gli elementi costitutivi del manufatto e di relativi danni
vengono ulteriormente disaggregati e numerati; anche i livelli di gravità del
danno risultano articolati su più livelli; viene identificata la causa
probabile del degrado e formulata una diagnosi di urgenza dell'intervento;
scheda 9 : PERICOLOSITA' ANTROPICA ED ESPOSIZIONE DEI BENI :
è la sezione dedicata al "rischio antropico", nella quale vengono
segnalati - oltre ad indicatori della vulnerabilità del bene in ragione dei
danni subiti o potenziali - anche le condizioni di pericolosità locale,
ascrivibili al contesto di collocazione del manufatto.
Per ogni "unità funzionale" nella quale il bene
risulta scomponibile vengono rilevate informazioni concernenti:
1) - accessibilità e notizie inerenti i sistemi di
protezione passiva;
2) - studio del contesto localizzativo in cui l'immobile è
inserito, attraverso il rilevamento puntuale della sua trasformabilità fisica
(densità e tipologia del costruito) e normativa (esistenza o meno di Piano
regolatore, piani attuativi, piani particolareggiati; vincoli amministrativi),
flussi di traffico e infrastrutture civile e industriali. Rilevamento delle
pratiche manutentive delle aree a verde, e delle costruzioni, ecc;
3) - studio delle unità funzionali in cui il bene può essere
scomposto, con rilevazione dei modi d'uso del bene, dei flussi d'utenza, delle
modalità di fruizione;
4) - modi di gestione del bene, con rilevamento del
personale addetto delle disponibilità finanziarie e dei problemi attinenti la
sicurezza (furti, danneggiamenti, ecc);
Un semplice sistema di gestione delle immagini, chiamato fotogrammetria speditiva, è stato messo a punto per questo progetto. Esso consente di archiviare immagini misurate e in scala, sulle quali è possibile rappresentare i differenti tematismi del degrado, e quindi archiviare immagini che consentono anche una valutazione metrica corretta al 90-95% delle differenti grandezze. In questo modo, una volta effettuata la campagna di schedatura, saranno agevolmente archiviate e gestibili tutte le misure degli elementi costitutivi dei monumenti sottoposti a tutela, le misure delle porzioni degli stessi elementi costitutivi interessati dal decadimento, la qualificazione dello stesso decadimento. Ciò faciliterà la gestione delle operazioni inerenti gli interventi di conservazione, dalla possibilità di misurare l’eventuale ampliamento delle aree interessate dal degrado alle operazioni più strettamente contabili o di perizia.
Più specificatamente per i tre tematismi si è proceduto nel
seguente modo :
a) rischio statico
Si è affrontato lo studio di sei fenomenologie (sismica,
delle frane e dissesti, delle esondazioni, delle valanghe, vulcanica, della
dinamica dei litorali) che più di altre possono avere incidenza sulla statica
dei monumenti.
Le fonti ufficiali da cui si è attinto per la raccolta delle
informazioni sono state :
Sismicità :
- Ministero LL.PP. Classifica sismica dei Comuni Italiani.
Frane e dissesti :
- Ministero Lavori Pubblici - I movimenti franosi in Italia,
1964.
- Servizio geologico nazionale - Memorie della Carta
Geologica d’Italia - Volume XLVII - Il dissesto geologico in Italia dal
dopoguerra al 1990 di V. Catenacci, 1992.
Esondazioni :
- Carta della Stabilità geomorfologica in Italia - Ministero
dell’Ambiente, 1992
- Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza,
Piave, Brenta- Bacchiglione - Cartografia delle aree esondate per il fiume Tevere,
in scala 1:100.000
- Regione Piemonte-CSI-Cartografia dei processi lungo la
rete idrografica : Carta delle aree inondabili, 1991.
- Servizio geologico nazionale-Memorie della Carta geologica
d’Italia - Volume XLVII - Il dissesto geologico e geoambientale in Italia dal
dopoguerra al 1990, di V. Catenacci, 992.
Dinamica dei litorali :
- Progetto finanziato "Conservazione del suolo"
- Sottoprogetto "Dinamica dei litorali", CNR, 1986
con l’"Atlante delle spiagge italiane".
Si è così composta la banca dati della "Carta della
Pericolosità Statico-strutturale", articolata come segue.
Sisma : -
Classificazione dei comuni per pericolosità sismica.
Esondazioni :
- Superfici esondabili per comune.
- Superfici esondabili rispetto alla superficie comunale.
Subsidenza :
- Aree di subsidenza per comune.
Frane :
- Franosità su base comunale.
Dinamica dei Litorali :
- Evoluzione dei litorali per comuni costieri
- Indici relativi al movimento della costa, alla subsidenza
ed al rapporto costa-perimetro comunale
Valanghe :
- Superfici interessate da valanghe e/o con predisposizione
ad esse, su base comunale
Pericolosità vulcanica :
- Superfici di bocche vulcaniche, colate e zone soggette a
piroclastiti, su base comunale
b) Rischio ambientale-aria
Per l'analisi dei fenomeni di degrado delle superfici sono
stati raccolti i dati relativi all'inquinamento e al clima.
Per i fenomeni climatici sono stati considerati : le
temperature max e minima, l'umidità relativa, le precipitazioni, l'eliofania,
l'intensità e la direzione del vento.
I dati climatici di sintesi fanno riferimento ad una rete di
rilevamento nazionale costituita e gestita dall'Aeronautica Militare, dal
Ministero del Lavori Pubblici e dall'UCEA (ufficio Centrale Ecologia Agraria)
del Ministero dell'Agricoltura e Foreste.
Per l'analisi del rischio derivante da fattori di
inquinamento atmosferico si è tenuto conto : delle concentrazioni di sostanze
inquinanti, delle quantità di emissioni di inquinanti prodotte (fonti
dell'ISTAT, del Ministero dell'Ambiente e del CORINAIR-ENEA, CNR - Istituto di
Idrobiologia di Pallanza) e delle deposizioni atmosferiche (pioggie acide).
Per questo oltre ai dati dalle reti di rilevamento sono
state raccolte informazioni sulla presenza delle industrie, sul numero dei
veicoli, sui consumi da riscaldamento, sulla viabilità e sulla presenza di
grandi impianti. I dati raccolti rappresentano la summa di tutte le conoscenze
disponibili in Italia, e costituiscono uno strumento rilevante per la ricerca e
le analisi del settore.
Sono state utilizzate le seguenti banche dati :
Dati generali -
"Caratteristiche strutturali dei comuni - censimento
1981, 1985, 1991"
- "Sistema di classificazione dell’uso del suolo
1991"
- "Popolazione dei comuni-censimento 1981, 1985, 1991
- "Abitazioni dei comuni-censimento 1981, 1991"
Emissioni :
- "Classificazione delle attività economiche"
- "Industrie dei comuni-censimento 1981, 1991"
- "Veicoli circolanti dei comuni 1985, 1990"
- " Consumi gasolio da riscaldamento nelle provincie
1985, 1991"
- "Consumi gasolio da riscaldamento nei comuni 1985,
1991"
- "Aeroporti 1991"
- "Ponti 1985"
- "Autostrade Km per comune - 1985"
- "Autostrade, veicoli teorici medi giornalieri per
tratto - 1985"
- "Corinair dati generali"
- "Corinair emissioni diffuse provinciali 1985"
- "Corinair emissioni diffuse comunali 1985"
- "Grandi impianti-sezione dati generali"
- "Grandi impianti-sezione dati camini"
- "Grandi impianti-sezione dati emissioni stimate"
- "Grandi impianti-sezione dati emissioni
comunicate"
Concentrazioni :
- "Reti di rilevamento della qualità dell’aria- sezione
anagrafica"
- "Reti di rilevamento della qualità dell’aria sezione
dati 1978-1990"
Deposizioni :
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche
sezione anagrafica"
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche
sezione dati deposizioni 1988- 1992"
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche
sezione dati precipitazioni 1988- 1992"
Clima :
- "Temperature massime dei nodi"
- "Temperature minime dei nodi"
- "Umidità relativa dei nodi"
- "Precipitazioni dei nodi"
- "Eliofania dei nodi"
- "Intensità del vento dei nodi"
- "Altimetria dei nodi"
- "Nodi-comuni"
- "Temperature massime e minime dei comuni corrette con
il gradiente termico"
- "Direzione e intensità del vento al suolo - sezione
anagrafica"
- "Direzione e intensità del vento al suolo -sezione
dati"
Dalla elaborazione dei dati così raccolti, sono individuati
3 indici che comprendono tre aspetti del tutto diversi del possibile danno
ambientale recato al patrimonio monumentale e che non sono riconducibili l'uno
all'altro.
1) - indice di erosione, basato sul modello di Lipfert
(1989) per i materiali a matrice calcarea;
2) - indice di annerimento, basato sull'influenza esercitata
dalle emissioni di particellato atmosferico;
3) - indice di stress fisico, basato sull'interazione
termica ed igrometrica tra ambiente e materiale (interazione che comprende
fenomeni come la dilatazione termica, la gelicità, il tempo di inumidimento,
l'asciugamento ecc).
Sulla base delle informazioni così acquisite si è proceduto
alla classificazione di tutti i territori nazionali secondo la diversa
incidenza dei fenomeni descritti.
Studio del degrado del materiale lapideo: parallelamente a
quanto sopra è stata avviata una sperimentazione per la valutazione della
velocità e delle caratteristiche del decadimento dei materiali lapidei esposti
agli agenti esterni.
Lo scopo di questo studio è quello di creare, dal vivo, un
modello su cui studiare gli effetti dei fattori di degrado più significativi,
in situazioni tipiche di rischio ambientale.
Il degrado dei materiali lapidei è infatti funzione del
clima, degli inquinanti aerodispersi e delle caratteristiche chimico fisiche
della superificie esposta. Il modello di degrado della pietra serve per
programmare in modo efficace gli interventi e per tenere "sotto
osservazione" aree del territorio nazionale caratterizzate da un elevato
indice di rischio (da inquinamento-clima).
Si è proceduto, a tal fine, ad un rilevamento a campione in
siti con differenti livelli di rischio ambientale :
- livello 0 (assenza di inquinanti) : abbazia di Santa
scolastica a Subiaco;
- situazione con forte presenza di aerosol marino : Mausoleo
di Lucio Munazio Planco a Gaeta;
- zona urbana con alta concentrazione di inquinanti : Arco
di Settimio Severo a Roma;
Sono stati utilizzati come indicatori del degrado dei
monumenti alcuni materiali lapidei a componente calcarea. Il rilevamento degli
effetti dell'inquinamento atmosferico si sta eseguendo sia sulle superfici dei
monumenti sia su provini, posizionati in prossimità dei monumenti stessi,
esposti e non alla pioggia battente, attraverso misure, analisi e campionamenti
secondo metodologie normalizzate.
Lo studio degli inquinanti viene effettuato con una stazione
mobile di rilevamento; si sta eseguendo il monitoraggio del particellato
atmosferico, del fumo nero e del biossido di zolfo, del PH della pioggia, e
dell’ozono contemporaneamente al rilevamento dei parametri climatici e
microclimatici.
I risultati delle analisi permetteranno di tracciare un
profilo di distribuzione del degrado e di valutarne l'intensità. Il confronto
tra i dati sui monumenti, quelli sui provini e quelli ambientali permetterà di
definire l'aggressività dell'ambiente e comprendere la velocità dei processi
alterativi ad essa legati; la finalità ultima sarà quella di individuare se
possibile, una "funzione di danno" per diversi materiali lapidei.
c) Rischio antropico
Come fattori di rischio antropico sono state valutate le
azioni che direttamente possono determinare una alterazione dello stato del
bene o modificare il contesto in cui questo è ubicato.
La "pressione antropica" è stata "
misurata" attraverso la densità demografica, l'"abbandono" di
aree o centri abitati, la concentrazione urbana dell'edificato, i flussi
turistici, i visitatori di opere d'arte, il numero dei furti (fonti ISTAT -
ENIT - Carabinieri T.P.A. - Ministero Beni Culturali ed Ambientali).
Lo studio è stato indirizzato nella ricerca di quelle aree o
situazioni in cui la mancata pianificazione del territorio o
dell'organizzazione della fruizione del patrimonio, può determinare situazioni
di rischio diretto o indiretto.
Sono state utilizzate le seguenti banche dati :
Territorio :
- Popolazione residente per comune - ISTAT 1971, 1991
- Superficie comunale - ISTAT 1991
- Uso del suolo : superficie urbanizzata, agricola,
forestale, cave, acque - ISTAT 1991
- Abitazioni occupate e non - ISTAT 1991
- Abitazioni per epoca di costruzione - ISTAT 1991
Turismo :
- Ricettività alberghiera numero dei posti letto e delle
camere per categoria (dati comunali) ISTAT-ENIT 1990
- Ricettività alberghiera : numero di giornate/letto
disponibili (dati provinciali) ISTAT-ENIT 1991
- Movimento clienti : arrivi e presenze dei clienti italiani
e stranieri per tipo di categoria alberghiera (dati provinciali) ISTAT - ENIT
1991
Visitatori :
- Musei Statali : numero dei visitatori, paganti e non, per
mese, nome e tipologia dell’Istituto (dati comunali) M.BB.CC.AA. - ENIT 1990,
1991
- Musei non statali : numero dei visitatori, paganti e non,
per anno, nome e tipologia dell’Istituto (dati comunali) ENIT 1988, 1991
Furti :
- Numero delle denunce di furti di opere d’arte per comune e
tipologia del contenitore - TPA - Tutela Patrimonio Artistico, Carabineri -
1981/92.
E’ stata così composta la Carta del Rischio Antropico;
seguendo le aree municipali sono state quantificate le seguenti dinamiche :
1) abbandono delle aree;
2) concentrazione di popolazione;
3) pressione turistica;
4) suscettibilità al furto;
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