Estratto dal giornalino "Ateleta insieme" con permesso dal Professore Francesco Le Donne
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È in vendita il libro scritto dal Prof. Francesco Le Donne: "ORIGINI E STORIA DI ATELETA" fino all'anno 2000.
Il Comune fu fondato da Gioacchino Murat durante il fecondo periodo francese del Regno di Napoli (1806-1815)
- La secolare lotta per l'affrancamento dalla madre patria Pescocostanzo e dalla sua classe baronale. Il libro ricostruisce tutta la storia del paese dal lontano anno 1000 ad oggi, con la storia dei tre feudi Carceri, Roccapizzi e Asinella, l'insediamento dei coloni pescolani sul suolo dei tre feudi, la fondazione del Comune, le questioni con la madre patria Pescocostanzo, con la sua class baronale e con i paesi vicini, i progressi compiuti nel primo periodo del sec. XX, le due guerre mondiali, in particolare la seconda con i suoi caduti e le sue vittime civili, il dopoguerra fino ai nostri giorni.

Il libro è di pagine 448.
   23 euro + la spedizione
   o circa 30 dollari in gift check (bank check), o banconote.
   Richiedere direttamente dall'autore:
   Prof. LE DONNE FRANCESCO
   Via Circonvallazione n. 31
   67030 ATELETA (AQ) ITALIA
   Telefono: 0864/65096 più il prefisso per l'Italia.


"ORIGINI E STORIA DI ATELETA" fino all'anno 2000, a very excellent resource book written by Prof. Francesco Le Donne, is available for sale from him. It details the foundation of Ateleta during the French occupation (1806-1815). The book reconstructs the story of Ateleta from the year 1000 until today, with the story of the three feudal towns of Carceri, Roccapizzi, and Asinella, the questions with the mother land Pescocostanzo, with the baron class and with the towns close by, the progress made in the second millenium, the two world wars, in particular the second war with its dead and civilian victims, and after the war until our present days.

It took long and accurate research and studies of documents found in the archives in Naples, L'Aquila, Sulmona, Montecassino, Campobasso, Pescocostanzo, San Pietro Avellana, and Ateleta. The book is complemented with geographical and historical maps and fotos. It is a very good source if you have family ancestry from this area. It includes names of the original families that settled Ateleta.
THIS BOOK MAKES AN EXCELLENT GIFT TO ANYONE WITH AN INTEREST IN ATELETA.

I would like to give many thanks to Francesco Le Donne for his efforts in publishing this wonderful resource book. When ordering, Please let him know that his hard work is greatly appreciated.
To request a copy write to the author at the address above.



DICEMBRE 2000

È stato presentato anche a Pescocostanzo il libro "ORIGINI E STORIA DI ATELETA"

Non poteva mancare una presentazione del libro su Ateleta anche nella madre patria Pescocostanzo e le ragioni sono connaturate alla stessa origine di Ateleta ed anche al fatto che non tutti i Pescolani ne conoscono le vicende, se non sommariamente.

Il fatto ha spinto il Sindaco Dr. Antonio Di Pasquale a sostenere tale presentazione, affinchè anche i Pescolani conoscano un'ulteriore parte della loro storia.

Hanno presentato il volume l'autore Prof. F. Le Donne e il Prof. Cosimo Savastano critico letterario e d'arte. Sono intervenuti anche il sindaco di Pescocostanzo ed il sindaco di Ateleta per ribadire la validita' della storia non solo a livello locale, ma anche a livello generale, per il fatto ripetuto pià volte della unicità della nascita di questo nuovo Comune nella storia del Regno di Napoli come conseguenza emblematica della attuazione pratica della Legge Eversiva della feudalità del 2 Agosto 1806 e delle sentenze della Suprema Commissione Feudale del 20 Gennaio e 30 Giugno 1810 in favore dei coloni stanziatisi sui tre feudi Carceri, Roccapizzi e Asinella.


A Pietransieri si rinnova ogni anno nel bosco dei Limmari il mesto rito della fiaccolata per ricordare le 128 vittime del '43

Anche quest'anno, nel 57o anniversario, il 19 Novembre si e' rinnovato il mesto rito dell'omaggio alle 128 innocenti vittime della atroce duria nazista, che a partire dal 14 Novembre del'43 consumo' in un crescendo inesorabile una tragedia che trovo' l'epilogo il 21 Novembre con l'eccidio di ben 110 persone, tra cui molti bambini anche di pochi mesi. Ricapitoliamo i numeri delle vittime che trovarono la morte nelle varie contrade del paese e in particolare nel bosco del Limmari:

Alle ore 15 dal centro di Pietransieri e' partito un corteo di alpini, adulti, ragazzi e ragazze diretto ai casolari del bosco Limmari per ripetere l'omaggio doveroso all vittime non dimenticate. Il corteo si e' fermato prima nel pressi del piccolo casolare D'Amico, dal quale i tedeschi fecero uscire tutti i poveri malcapitati ivi rifugiati e li fecero radunare vicino ad una grande quercia, dove fecero scoppiare una mina e subito spararono con una mitragliatrice e poi con pistole, che li uccisero quasi tutti senza scampo: erano 60! Solo una donna, Laura Calabrese, si salvo' gettandosi nel torrente li vicino e fuggendo, mentre una bambina di 7 anni, Virginia Macerelli, resto' muta sotto il corpo della mamma e fu trovata il giorno dopo dall stessa Laura Calabrese. Il corteo molto suggestivo con le torce accese, dopo una preghiera per le vittime, si e' diretto agli altri casolari, depositando davanti ad ognuno un vaso di fiori e rinnovando la preghiera per il riposo dei defunti.

La memoria e' ancor viva negli abitanti. Anche i giovani e i ragazzi partecipano con i nonni e i genitori, perpetuandone il ricordo. Anche i bambini della locale scuola elementare ogni anno ricreano con una recita i tragici fatti, immedesimandosi anche nei personaggi che ne furono i protagonisti. Sono parte anch'essi del grande dolore della piccola comunita' di Pietranseri. E la grande ferita e' ancora li', aperta, e non si rimargina, perche' essa fu troppo atroce ed e' ancor oggi sanguinante e nessuna parola o ragione la potra' mai richiudere o lenire. Fino ad oggi, pur dopo accurate ricerche fatte da storici, in particolare dal Prof. Paolo Paoletti, presso gli archivi tedeschi e presso testimoni civili e militari del tempo, non si e' riusciti a trovare una ragione precisa e plausiblile per spiegare o almeno capire perche' fu messa in atta tanta ferocia: fu un fatto irrazionale come lo furono tanti episodi durante le operazioni di guerra o non piuttosto un disegno premeditato, ancor piu' atroce e quindi punibile, ma che, non tanti altri fatti rimasti impuniti, anch'esso, ormai dopo 57 anni, restera' purtroppo impunito per non aver trovato i responsabili nel tempo giusto. Una comunita' ferita nel profondo sta li che aspetta ancora una risposta che non arriva e forse mai arrivera'. F.L.D.


La fera, una tradizione scomparsa insieme con la civilta' contadina.

La fiera, così comune e ricorrente fino a pochi anni fa nei paesi del mondo contadino, è scomparsa. È scomparsa una consuetudine antica quando l'uomo, con le sue bestie da vendere e da comprare, con il suo folklore, il gergo e i gesti che caratterizzavano gli uomini e le donne, tutte attente alle mosse ingenue o furbesche dei venditori e dei compratori interessati (i considetti "zingari"), che sapevano simulare e abbindolare il povero contadino, anche se questo aveva scarpe grosse e cervello fino. La donna che non si fidava del marito andava anche lei, perchè, si sa, la donna sa tirare di più sul prezzo e si lasciava abbindolare di meno dell'uomo.

I gesti comprensibili solo agli addetti e ai frequentatori abituali, gli attegiamenti, gli abiti indossati appositamente per l'occasione, li facevano riconoscere da lontano come compratori esperti, che conoscevano tutto degli animali, la loro età, la condizione fisica e di salute attraverso i denti e il pelo, per poi disprezzarli e offrire una cifra "prendere o lasciare" e comunque da rifiutare, un vero affronto, ma cui alla fine della giornata, magari poco dopo il mezzogiorno o prima dell'imbruine, si desiderava dire di sì, perchè la giornata volgeva al termine e si aveva per comprare i vestiti e le scarpe dell'inverno che avanzava.

I compratori al mattino facevano i loro giri di ispezione per cercare gli animali che gli interessavano e per saggiare i loro padroni e chiedevano loro quanto volevano, ma non insistevano, anzi lanciavano la loro misera offerta e se il contadino rispondeva di no essi non insistevano, ma restavano fermi all prima offerta e se ne andavano a parlare con altri venditori. Se erano interessati o se con il loro fiuto infallibile prevedevano un buon affare, tornavano sul tardi e rioffrivano il prezzo della mattina e allora il povero contadino con un bue o una vacca, un asino, un mulo o una caprea da vendere per necessità si lasciava mettere in mano pochi spiccioli, insoddisfatto e preoccupato di ritrovare la moglie che rimbrottava al marito l'incapacità nel trattare e nel non aver saputo carpire di più dai compratori. Quando questi non tornavano e nei dintorni non c'era nessuno che comprava, il contadino mogio mogio riportava gli animali a casa, sfiduciato, ma speranzoso di poterli vendere all'ultima fiera dell'autunno, magari a prezzo ancora inferiore, per non stare tutto l'inverno a dar da mangiare ad animali vecchi che non gli servivano più per i lavori della campagna e per poter comprare col ricavato un asinello giovane su quale mettere la verda nuova per la primavera.

anche in Ateleta dopo l'ultima guerra c'erano tre fiere: il 7-8 Maggio: fiera di San Michele, il 14-15 Agosto: fiera di San Rocco, l'ultima Domenica di Settembre: fiera di S. Vincenzo Ferreri. Ma nel 1952 il Consiglio Comunale deliberò di svolgerne addirittura 10!, che poi si rivelarono troppe. Ai testimoni dell'epoca rimando se esse furono poi svolte effettivamente.

Un mondo è finito, definitivamente tramontato e con esso quella povertà e genuinità di vita, senza le tante complicazioni collegate con i ritmi della vita moderna e con le nuove tecnologie.


SETTEMBRE 2000

Presentato presso il municipio di Ateleta il libro di Francesco Le Donne "ORIGINI E STORIA DI ATELETA fino all'anno 2000"

Il 9 Agosto u.s. e' stata una data importante per la comunita' di Ateleta, perche' ha potuto finalmente vedere la propria storia raccolta in un volume di 450 pagine.

Hanno presentato il libro l'autore e il Prof. Cosimo Savastano di Castel di Sangro, noto pittore, poeta e critico d'arte di grande spessore della nostra regione.

Era presente un discendente ed erede diretto della famiglia Schieda, Giovanni, i cui antenati Amico e Sante e poi Santuccion e il figlio di questi Santo possedettero dal 1556 al 1642 il feudo Roccapizzi, mentre dal 1560 al 1638 Amico Romano e Cesare possedettero il feudo Asinella.

Era presente anche un giovae di Napoli, Sergio Rastella, laureando in Scienze Politiche, al uqale il professore ha assegnato quale tema della tesi la fondazione del Comune di Ateleta come fatto unico ed emblematico nella storia del Regno di Napoli, conseguenza della legge sulla eversione della feudalita' emanata da Giuseppe Bonaparte nel 1806.

Hanno parlato per primi il Sindaco di Ateleta Ing. Franco Lucente e il Sindaco di Pescocostanzo Dr. Antonio Di Pasquale. Il primo ha messo in luce l'importanza per Ateleta di veder ricostruita finalmente la propria storia, mentre il secondo ha inteso considerare la storia di Ateleta appena pubblicata come una integrazione della storia di Pescocostanzo e pertanto e' da apprezzare molto il lavoro svolto dall'autore.

Il sottoscritto ha esposto le motivazioni che lo hanno portato a riprendere con piu' puntuale attenzione la ricerca volta a ricostruire la storia intera di Ateleta, dopo aver gia' pubblicato il suo primo volume sulle origini e sulla nascita del paese, apparso nel 1984. Il volume allora pubblicato infatti, pur iniziando dall'anno 1000, giungeva fino al momento della fondazione di Ateleta su decreto del Re Gioacchino Murat, fatto significativo nella Storia di Napoli, e si fermava poco dopo aver affrontato i primi problemi del nuovo paese.

Il nuovo libro, riprendendo per intero, e anzi integrandolo con ulteriori ricerche e approfondimenti, il vecchio volume, ne continua la storia fino ai nostri giorni, affrontando i maggiori problemi che il nuovo Comune ed i suoi amministratori dovettero affrontare per farlo crescere e progredire, e soprattutto per affrancarlo dalla prepotenza della classe baronale e dallo stesso Comune di Pescocostanzo.

Il nuovo volume e' frutto di una lunga e meticolosa ricerca svolta dall'autore attraverso la consultazione e l'esame dei documenti sfogliati negli archivi di Napoli, L'Aquila, Montecassino, Sulmona, Campobasso, Pescocostanzo, Ateleta e di libri scritti sugli argomenti in esso trattati, fino ai giorni nostri.

Il Prof. Savastano ha messo in luce l'attenzione prestata dall'autore ai particolari della storia del paese, all storia affascinante dei primi coloni che, sottomessi ai voleri dei padroni dei feudi che essi coltivavano, lottarono indefessamente per conquistare la loro dignita' di persone, trovando ascolto presso la Commissione Feudale in Napoli e quindi presso lo stess Re Gioacchino, fino ad averla vinta. Il suo intervento di fine lettore e di studioso ha destato molta attenzione nel pubblico.

La presentazione del libro avverra' prossimamente anche a Pescocostanzo, ex madre patria di Ateleta.


Presentata a Pescocostanzo una Mostra su alcuni tra i piu' noti pittori abruzzesi dell'800

Pescocostanzo, piu' di altri centri del circondario, offre al turista in estate una varieta' e ricchezza di opportunita' culturali e artistiche di grande livello. Tra le gallerie di arte moderna, che si aprono numberose al visitatore nei viali antichi del paese, calamitando l'attenzione di qualsiasi passante e della stessa massaia che corre a fare la spesa, qualche galleria ha meritato piu' delle altre una attenzione particolare, perche' in essa erano esposte alcune opere minori dei maggiori pittori abruzzesi dell'800.

Infatti, nella chiesa di Santa Maria di Loreto, un pò nascosta a dire il vero, erano rappresentati i piu' famosi pittori abruzzesi vissuti nell'800 ed a cavallo tra l'800 e il 900: i tre fratelli Giuseppe, Filippo e Nicola Palizzi di Vasto, Basilio Cascella di Pescara, Teofilo Patini di Castel di Sangro, Francesco Paolo Michetti di Tocco Casauria (CH), Gabriele Smargiassi di Vasto, Valerio Laccetti di Vasto, Gennaro Della Monica di Teramo, Oreste Recchione di Avellino, Pasquale Celommi di Roseto degli Abruzzi, Carlo Patrignani, Alfonso rossetti di Sulmona, Tito Pellicciotti di Barisciano (AQ).

La Mostra e' stata allestita e presentata dal Prof. Cosimo Savastano, il quale da molti anni cura magistralmente molte edizioni critiche di opere dei maggiori artisti abruzzesi, tra i quali soprattutto Teofilo Patini di Castel di Sangro il quale, prima dimenticato, oggi, proprio grazie all'indefessa opera di ricognizione e di rivalutaziuone tenacemente perseguita dal Savastano e da altri critici, e' collocato meritatamente tra i maggiori pittori italiani dell'800.

Ritengo di non essere in grado di esprimere i miei personali apprezzamenti per i detti pittori, che nella rassegna sono stati espressi da un esperto qual e' il Prof. Cosimo Savastano.


AVVISO--Creazione album fotografico della nostra storia.

È mio intento creare e pubblicare un album con le foto piu' belle e caratteristiche della nostra storia, cui si potrebbe dare il titolo "Come eravamo...".

Chiunque conservi foto antiche che abbiano un particolare significato e valore per la loro originalita' e la storia della propria famiglia puo' consegnarle o spedirle al Professore Francesco Le Donne, via circonvallazione 31, 67030 Ateleta (AQ).

Le foto saranno restituite integre dopo il loro uso e la loro riproduzione. Sul volume sara' scritto anche il nome del proprietatio. Si chiede pero' una sollecita collaborazione. Si resta in attesa e si ringrazia. FLD.


Una piscina ad Ateleta

Udite, udite! Questa estate in Ateleta e' stata aperta al pubblico una piscina scoperta inserita nel villaggio turistico "Teresella" in prossimita' del centro abitato. Il villagio e la piscina sono ben esposti al sole dalla mattina alla sera, in estate e in inverno.

E' una novita' assoluta per Ateleta che nessuno si sarebbe aspettata mai fino a quando l'abbiamo vista in funzione. Bene, benissimo! Ateleta fa dei progressi e una piscina aperta al pubblico e' senz'altro segno di progresso, soprattutto se ad essa si affiancheranno altre iniative che daranno lavoro a un po' di giovani locali e li tolgano dalla strada e dalla noia, specie in estate.

E' questa una realizzazione della societa' che ha costruito il villagio turistico in cui essa e' inserita e va a suo merito. Quindi, come vedete, cari Ateletesi, anche i forestieri possono fare qualcosa di buono in Ateleta.

Gia' al suo primo anno di apertura, la piscina e' stata abbastanza frequentata da giovani locali e forestieri. Anzi c'e' stata anche la prima edizione di "Miss Ateleta", vinta da una ragazza locale, Stefania Del Monaco. E' il segno dei tempi che cambiano, e cambiano anche per Ateleta, per fortuna, se non altro perche' servono a dare una spinta agli abitanti per far loro pensare altre iniziative positive.




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