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LES TRIPLETTES DE BELLEVILLE


Dalla fantasia di Sylvain Chomet arriva il piu' bel film di animazione di questa stagione cinematografica. Selezionato all'edizione 2003 del Festival di Cannes, questa coproduzione Franco-Belga-Canadese e' un vero prodotto di quella parte della francofonia che si propone come alternativa non solo linguistica ma anche culturale allo strapotere mediatico e cinematografico dell'anglofonia holliwoodiana (o "hollifoodiana" come ribattezzata dall'estro del creatore del cartone animato.
Il tratto e l'esagerazione dei caratteri e' quello tipico dei fumetti o delle caricature piu' impietose; i colori sono caldi e sbiaditi e ricordano le vecchie fotografie degli anni '50, epoca in cui e' ambientata la storia giallo-tragicomica della signora Souza, del nipote Champion e del fedele cane Bruno.
Il film contiene molti elementi tipici dei cartoni animati per bambini. Narra infatti la storia di un bambino triste e malinconico, presumibilmente orfano dei genitori, che cresce con la nonna, una graziosa vecchietta piccola e rotondetta, e un cane all'apparenza nevrotico e inutile che si trasforma nel succedersi degli eventi in un prezioso e insostituibile cane segugio.
Allo stesso tempo, il film e' stato scritto e si rivolge ad un pubblico di bambini piu' cresciuti. La storia della signora Souza che cresce e allena personalmente il nipotino fino a seguirlo, nella sua carriera ciclistica, al Tour de France si traforma ben presto in un giallo assurdo e imprevedibile che condurra' i nostri eroi dall'altra parte dell'oceano, a Belleville. Belleville, megalopoli orribile e soffocante, ha i tratti inconfondibili di New York, a partire da una Statua della Liberta' obesa e mostruosa che al posto della fiaccola regge un enorme hamburger americano. Gli abitanti di Belleville sono altrettanto mostruosi nella loro obesita' e indifferenza. Madame Souza e il fido Bruno troveranno aiuto nella loro ricerca del nipote rapito dalla mafia francese in un trio di vecchie vedettes del musichall degli anni '30, “les Triplettes de Belleville” appunto.
Le caratterizzazioni di ciascun personaggio e dei paesaggi, la fantasia ma anche la crudezza di certe invenzioni, il ritmo incalzante della narrazione non hanno nulla da invidiare ai migliori film del genere fantastico-avventuroso.
DA VEDERE *****
Joan Lluis Vives

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