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30 ottobre
pronunci la parola inverno come fosse
un rumore ma tu stessa non ci credi
e pure ti soffio di salite, di rami
piegati ad esperire l'afonia selvaggia
del bosco, nel tuo viso i traccianti
del mio sogno risospinto a forza
sulla striscia d'erba nel centro
della strada e non dirmi, che vale
il sussurro da mezzana dei cespugli
perchč non andiamo a passeggiare
sui colli, a misurarne il passo
sulla secca lunghezza degli steli,
metronomo e oscillazione pretesca
fino all'intonaco brusco di chiesa
alla svolta, sono pieno di stupore
per le tue mani pił per come agiti
dondolando le gambe lungo il muro
mettendo a nudo la trama inesatta
dei campi e sotto niente la terra
30/10/2003