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Da mane a sera
non dirmi all'orecchio la mattina
che non sai parlare e che soffri
a rivedere lo spreco di nuvole
allineate in cerca del male minore
ti avvicini con l'odore stantio
di arance sudate e gracchiando
dalla parte del cuore mi parli
di ammaraggi d'emergenza sui ghiacci
mi lanci epiteti fitti come mosche
sulle nuche rigate e sul giorno
senza tregua boccheggi avarie
di acciacchi in seduta plenaria
il vestito lungo ti dona quasi
come pendenti d'albero le fronde
carponi nella notte e la magrezza
non è sgrata al tuo viso mantecato
è qualche ora che vai compitando
con la bocca la parola vuoto
e come volta di ovale rifugio
riscaldi con poco fuocherello
i rimasugli della punteggiatura
29/09/2003