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Immacolata
sollevi le parole e puzzano
come fraintendimenti da mercato
e sbianchi la narice ammesso
che il furore si possa impugnare
la sabbiosa luce di scapole
ti decresce, e passi, nei capelli
d'irti acumi e gai discorri
e pace qui dove dormi sedata
ambo i sessi stringi e vai
d'intrudere sogni custodita
manca la svelta zuppa triste
per spegnere l'alito e la svista
curi, d'anche alte, la pigrizia
nello svolgersi trattenuto dell'ore
non ti bisgona che d'esulcerata
turbolenza accorata di signora
10/10/2004