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Nel
lontano oriente, in Giappone per la precisione, un teen-ager con gli occhi a mandorla
mostra ai compagni lo screensaver per il telefonino che si è appena scaricato, un
businessman del Sol Levante prenota con il suo cellulare il biglietto aereo per tornare a
casa, mentre la moglie, in fila al supermercato, acquista due biglietti per il teatro per
festeggiare il ritorno del marito. Fantascienza? Forse per noi occidentali, ma certamente
no per i sette milioni di utenti della NTT DoCoMo che hanno scelto di usare il sistema
i-mode, che altro non è che la tanto sospirata convergenza fra internet e telefonia
mobile.
La NTT DoCoMo il 22 febbraio 1999, con l'attivazione dei servizi i-mode, ha dato la
possibilità ai suoi utenti (29 milioni attualmente), di accedere ad internet direttamente
attraverso il proprio telefonino. Da allora gli utenti che hanno sottoscritto questo nuovo
servizio sono ben 7.200.000, con un ritmo di crescita che ha raggiunto anche le 25/30.000
unità al giorno. Un tale successo va ben oltre ogni pur rosea previsione, tanto che a
marzo del 2000 il sistema è andato più volte in tilt a causa dei continui sovraccarichi.
Questo ha determinato la necessità di sospendere o quanto meno frenare le nuove
sottoscrizioni, per dar modo alla società nipponica di potenziare i suoi apparati. Solo
da poche settimane il servizio è tornato ad essere pienamente operativo, pronto ad
accogliere nuovi utenti. Se questi sono i numeri che caratterizzano l'i-mode, vediamo ora
di capire come sia stato possibile tutto ciò.
Infrastruttura
Per prima cosa quello che era necessario era dotarsi di una rete che supportasse la
commutazione a pacchetto, per poter introdurre un sistema di tariffazione basato sul
volume di traffico e non sulla durata delle connessioni. Ciò fu fatto partendo dalla rete
mobile digitale giapponese PDC, che offre una connessione dati a circuito a 9600 bps. Da
questo punto di vista il GSM si trova esattamente nella stessa condizione, ma, mentre la
NTT DoCoMo decise di introdurre la commutazione di pacchetto accontentandosi dei 9600 bps,
in Europa si è deciso di incrementare anche la velocità con l'introduzione del GPRS. Il
risultato dell'evoluzione della rete PDC prende il nome di PDC Packet Network (PDC-P) e si
basa sull'introduzione di due nuovi elementi di rete: PGW e PPM. Il primo, Packet Gateway
transfer processing equipment, assume il fondamentale ruolo di gateway fra la rete mobile
e le reti esterne tipo internet. Il PPM (Packet local processing Module), invece, si
occupa della gestione dei pacchetti scambiati fra il PGM e le Base Station. In figura è
riportato uno schema generale.
Quando un utente vuole iniziare
una comunicazione, spedisce un primo pacchetto al PPM, il quale notifica l'evento al M-SCP
che invia il profilo dell'utente. Sulla base di questo viene attivata la procedura di
autenticazione, e solo dopo esito positivo si abilita la comunicazione fra mobile e PGW.
In caso di conclusione della
comunicazione si attivano procedure analoghe, in cui il PPM si occupa di notificare il
tutto al M-SCP e al PGW.
Se la rete PDC-P introduce il
trasferimento a pacchetti, il servizio i-mode, con il suo insieme di server, gateway e
database, può essere visto come una interfaccia fra utente radiomobile e internet.
La vera forza del sistema i-mode
è che il colloquio fra terminale e server internet avviene attraverso l'usuale protocollo
HTTP, e inoltre i file che arrivano sul telefonino sono scritti utilizzando il
Conpact-HTML, in pratica un HTML ristretto. La semplicità di questo approccio si può
facilmente riscontrare nella figura seguente.
Il terminale mobile, oltre ad essere compatibile con la rete PDC-P, deve essere dotato di
un apposito browser sviluppato dalla stessa NTT. Il primo telefonino commercializzato
dalla DoCoMo per il lancio di i-mode, fu il F501i della Fujitsu.
Servizi offerti
Ora che conosciamo quale è l'infrastruttura di cui dispone, sarà interessante scoprire
come la società nipponica se ne è servita per conquistare 7.000.000 di giapponesi.
Per prima cosa NTT DoCoMo ha offerto ai suoi clienti una struttura tariffaria molto
allettante: 300 Yen (5.700 lire) di abbonamento mensile, più 0,3 Yen (6 lire) per ogni
pacchetto di 128 byte trasmesso. Inoltre ha creato un proprio portale diviso in quattro
grandi aree (Transaction, Information, Database, Entertainment), che ha riempito
attraverso accordi con società fornitrici di contenuti e servizi: inizialmente erano 67,
ora sono più di 480. Una adesione tanto massiccia è dovuta al fatto che la NTT DoCoMo,
oltre che intermediario tecnologico fra utente e content provider, assume anche il compito
di fatturare i servizi consumati dagli utenti facendogleli pagare attraverso la loro
bolletta. In questo modo una società che voglia diventare partner della NTT DoCoMo nella
fornitura di contenuti, appoggiandosi al billing system dell'operatore nipponico, può
partecipare ad una parte dei ricavi derivanti dalle bollette, e allo stesso tempo
concentrarsi solo sul suo ruolo primario. Normalmente l'attivazione di uno di questi
servizi è subordinata al pagamento di un abbonamento, e circa la metà degli utenti
i-mode ne ha sottoscritto almeno uno.
Certamente non poteva mancare uno dei mezzi di comunicazione più usati e più legati ad
internet: l'e-mail. In questo caso è la stessa NTT DoCoMo ad offrirla. Tutti gli abbonati
possono gestire una casella di posta elettronica personale con indirizzo:
numero_telefono@docomo.ne.jp. Ma il mondo i-mode non finisce qui. Si può anche uscire da
questo portale digitando semplicemente l'URL che ci interessa e intraprendere la
navigazione vera e propria su internet. Ovviamente i documenti così raggiunti debbono
essere scritti con il Compact-HTML, ma questo non sembra un problema: il 22 febbraio 1999
erano 398 i siti compatibili, oggi se ne contano più di 10.000 (compresi 20 motori di
ricerca). Ecco cosa offre complessivamente la NTT DoCoMo ai suoi clienti. Il traffico
generato dai sette milioni di utenti è così ripartito: 40% verso servizi di
entertainment, 20 % news e previsioni del tempo, 10-15 % servizi finanziari, 10 % database
e 10-15 % verso siti esterni al portale. I servizi più gettonati sono quelli offerti da
Giga Networks e Bandai, che, con il pagamento di un canone di 100 Yen (1900 lire) al mese,
consentono di scaricare, rispettivamente, melodie da usare come suonerie e immagini di
personaggi dei cartoni animati come screensaver. Non a caso i servizi i-mode hanno
conquistato soprattutto i più giovani.
Terminali
Questi giapponesi hanno pensato proprio a tutto. Un sistema così ben congeniato non
avrebbe avuto alcun valore senza gli strumenti adatti affinché gli utenti potessero
beneficiarne. I terminali i-mode compatibili sono stati sviluppati dalla stessa NTT DoCoMo
in collaborazione con alcuni dei più grandi produttori di telefonini. La prima serie
viene identificata con la sigla 501i, mentre una lettera iniziale indica il produttore: F
per Fujitsu, N per Nec, D per Mitsubishi e P per Panasonic. Ecco i modelli disponibili.
Hanno tutti un display piuttosto
generoso (fino a 160x120 pixel per il N501i), peso non superiore ai 100 grammi e, cosa non
meno importante, un prezzo contenuto e di poco superiore ai cellulari convenzionali. Le
suonerie possono essere personalizzate scaricandole dalla rete in formato MIDI.
Attualmente è disponibile la seconda serie di telefonini i-mode (502i) la cui peculiare
caratteristica è uno schermo a 256 colori.
Fujitsu F502i
Dimensioni: 125x40x19 (mm)
Peso: 71g
Display: 96x108 pixel
Autonomia (standby/conv.): 130min/340ore
Prezzo: 36.800 Yen (700.000 lire) |
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Mitsubishi D502i
Dimensioni: 132x43x20 (mm)
Peso: 84g
Display: 96x120 pixel
Autonomia (standby/conv.): 130min/350ore
Prezzo: 36.700 Yen (700.000 lire) |
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Già si sta pensando alla terza
serie (503i) che sarà compatibile con java, con la possibilità di scaricare dalla rete
veri e propri programmi arricchendo, così, le potenzialità dei servizi che verranno
offerti.
Compact-HTML
Abbiamo già detto che uno dei punti di forza dell'i-mode è
l'adozione del C-HTML che altro non è che un HTML prima maniera. Infatti, per la prima
serie di terminali (501i), viene utilizzato l'HTML convenzionale versione 1.0, con la
possibilità di visualizzare immagini gif statiche di dimensione massima pari a 94x72
pixel. Con l'uscita della serie 502i si è passati ad adottare la versione 2.0 con
l'estensione anche a gif animate e interlacciate. Per rendere ancora più agevole la
scrittura di pagine i-mode compatibili e per promuovere il proprio prodotto, la NTT DoCoMo
offre sul suo sito uno spazio ricco di consigli e avvertenze per poter implementare
documenti in C-HTML, questo è l'indirizzo: http://www.nttdocomo.com/ser2.htm. Per
esempio, per ogni tag utilizzabile, viene riportata la corretta sintassi con un'immagine
che mostra l'effetto sul display del telefonino. Inoltre viene offerto un archivio di 166
icone da poter inserire nelle proprie pagine.
Le altre realtà
Il mercato giapponese è molto interessante e tenuto
strettamente sotto controllo non solo perché i-mode è il primo esempio di wireless
internet, ma anche perché non è l'unico. L'operatore DDI gestisce una rete basata sul
sistema cdmaOne, con un servizio di trasmissione a pacchetti a 64 kpbs, ed offre soluzioni
wireless internet attraverso il suo portale Ezweb. Anche J-Phone, forte della sua rete
PDC, propone i suoi servizi attraverso il portale wireless J-sky. La DDI ha sviluppato i
suoi servizi impiegando lo standard WAP, allestendo un proprio gateway (EZServer) e usando
un proprio browser (EZbrowser) per navigare tra le pagine scritte in HDML. La J-Phone,
invece, ha puntato sul MML (Mobile Markup Language).
Conclusioni
La cosa veramente sorprendente è che tutto questo successo è stato costruito sfruttando
una velocità di appena 9600 bps, alla faccia di quanti sostengono che solo con le reti
future sarà possibile offrire internet sul cellulare. A questo punto diventerà veramente
interessante osservare il mercato giapponese quando, nella metà del 2001, entrerà in
funzione il primo esempio di rete radiomobile di terza generazione, conforme alle
specifiche IMT-2000 e basata sulla tecnologia W-CDMA.
A questo punto molti si chiederanno cosa stiamo ancora a perder tempo dietro al WAP,
quando con l'i-mode tutti i nostri desideri potrebbero subito realizzarsi. Purtroppo non
è così semplice. Una prima fondamentale differenza è che l'i-mode è una tecnologia
proprietaria della NTT DoCoMo pensata e sviluppata per operare sulla loro rete PDC, mentre
il WAP nasce come standard universale, indipendente dalla rete su cui si appoggia e dal
terminale che si utilizza. In un primo momento i dirigenti nipponici avevano pensato di
considerare le specifiche WAP, ma presto cambiarono idea per non rallentare lo sviluppo
del loro progetto. Questo rese la vita dell'i-mode enormemente più facile, in quanto la
NTT DoCoMo con il suo peso nel mercato giapponese poté facilmente imporre il suo sistema.
Il percorso del WAP, viceversa, è più lungo perché rappresenta il compromesso fra
numerose aziende impegnate in campi diversi, ma alla fine risulterà premiante.
Nonostante tutto i rapporti fra l'operatore nipponico e il WAP Forum sono rimasti buoni,
tanto che è in atto una collaborazione fra i due per mettere a punto una strategia comune
per i sistemi di terza generazione. Il punto più delicato risulterà la scelta del
linguaggio da utilizzare, che probabilmente sarà il XHTML (eXtensible HyperText Markup
Language). |
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