Pier Aldo Vignazia ("Vip")
"LA MONTAN'ARIA"
dizionario semiserio di alpinismo
prefazione di Mauro Corona
MAZZANTI EDITORI
£.17.900
9.24 euro
Eh già, fra una cosa e l'altra c'è pure un libro. Poteva essere di montagna, di birra o di tango. O forse di autonomia. E' stato di montagna. Perché... perché, se lo volete sapere, è bene che ve lo leggiate.
Ma non pensiate di trovarvi di fronte a un libro eroico di grandi imprese, a meno che aver sempre portato a casa la pelle insieme con quella degli amici, avere prima imparato -e poi insegnato- ad andare in montagna senza farsi male, essersi divertito in compagnia in posti che sembrano perfino finti, da quanto sono belli, e invece sono veri, a meno che tutto ciò, dicevo, non sia una grande impresa.
Scendendo sulla Luna, Armstrong disse: "E' un piccolo passo per un uomo, è un grande passo per l'umanità".
Guardandomi indietro dopo tanti anni di alpinismo (magari ce ne saranno ancora, chissà) io invece sono orgoglioso di dire che anche se all'umanità non gliene potrebbe fregare di meno, per me ogni arrampicata, ogni escursione, ogni passeggiata per un prato, da solo o in compagni dei miei amici, è stato un grande passo. E sono grato a quelli che sono stati con me, quando eravamo in compagnia, e a quelli (magari anche gli stessi) che se ne sono stati a casa quando ho sentito la voglia il bisogno di andare in giro da solo.
Perché gli amici si vedono nel momento del bisogno. E soprattutto delle voglie.
Ma che c'è in questa "Montan'aria"?
Il mio amico Mauro Corona, che mi ha fatto il grande piacere di farmi la prefazione, nella sua prefazione, appunto, dice che si è divertito moltissimo. Però non lo dice così, lo dice molto meglio, perché Mauro Corona le cose le sa dire molto meglio.
Mauro le cose le dice talmente bene, che se per caso non vi piace il libro, vi piacerà senz'altro la prefazione, per cui non avrete comunque buttato via i vostri soldi.
Ecco, nel libro c'è un po' la mia e la vostra storia, la storia di tutta la gente che ama la montagna. Perché tutti voi che amate la montagna vi siete un giorno messi un paio di scarponi, o avete indossato una giacca a vento, o avete bevuto da una borraccia.
Ma come sono cambiati questi oggetti, dai primi che avete posseduto, ad oggi!
Ve li ricordate gli scarponi di cuoio, quelli che per la prima settimana erano più le vesciche che i chilometri? O lo zaino militare, che pesava da vuoto più di voi e vostro fratello messi insieme da pieni?
Che sollievo adesso, che ci sono zaini che pesano mezzo chilo e pedule di nylon e plastica che appena le avete comprate potete farci il giro delle Alpi senza toglierle neanche nel letto!
Però... però com'erano più "rifugi", i rifugi di qualche anno fa, com'era più "montagna" la montagna, senza lo squillo dei telefonini!
E va be': ma non posso farvi perdere una giornata dietro questa pagina Web. Vi dò allora un assaggio di come comincia il capitolo dedicato alla borraccia. Se vi piace, se volete leggere la continuazione ( e soprattutto come va a finire!) comprate "La montan'aria". O, meglio, fatevelo regalare. Vi garantisco che l'editore non si offenderà. E io, che dalla sua bontà dipendo, nemmeno...
"La mia prima borraccia vera (come credo quella di tutti), fu una specie di damigiana di alluminio pesantissimo, di derivazione bellica, ricoperta di feltro verde oliva. Lalluminio pesantissimo aveva probabilmente funzione antiproiettile, mentre il feltro verde oliva aveva senzaltro scopi mimetici. Per inciso, la borraccia poteva essere resa ancor più pesante attraverso limmersione in acqua del feltro medesimo che, restandone imbevuto, avrebbe dovuto provvedere mediante la graduale evaporazione a rinfrescare il contenuto del recipiente. Cosa, come si sa, utilissima in montagna, dove di solito già la temperatura media dellacqua farebbe cadere i denti anche a una sega a nastro...."