La via "DECIMA" alla Pala delle Masenade (Moiazza)
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ATTENZIONE: VIA SU COLATOIO, DA EVITARE ASSOLUTAMENTE CON PERICOLO DI MALTEMPO!!
Il sottogruppo della Moiazza (gruppo della Civetta), facilmente raggiungibile da Agordo o dalla Val zoldana attraverso il Passo Duran, possiede sui suoi basamenti una fascia di roccia molto buona, o addirittura ottima, con formazioni di vario genere, dalle placche ai torrioni, alle pale, che ha permesso nei decenni la realizzazione di vie di ogni tipo di difficolta'. I punti d'appoggio principali sono attualmente il rifugio S.Sebastiano al Passo Duran (leggi "Duràn") e il rifugio Carestiato, a una mezz'ora di cammino dal Passo medesimo.
La via che vi propongo e' abbastanza recente (1976) , di media difficolta', e si svolge su roccia eccellente su un colatoio della Pala delle Masenade, la fascia rocciosa che dal rifugio Carestiato va in direzione NO verso la forcella del Camp (cartina Tabacco scala 1/25000, n° 015). Il colatoio si trova alla sinistra del cd. "Camino del Gufo", che si vede dal rif. Carestiato. Chiedete info a Fausto Todesco, gestore del rifugio e uno dei primi salitori della via.

DISCESA
La discesa e' facile anche perche' col passare degli anni e il moltiplicarsi delle cordate, l'iniziale esile traccia si e' trasformata ormai quasi in un buon sentiero. Dall'uscita della via si segue la cengia  verso destra (orografica), arrivando in una zona a gradoni ( Scalet delle Masenade) Si continua ad attraversare scendendo leggermente fin sotto ad una parete strapiombante dove la cengia finisce. Si scende allora direttamente su saltini e roccette (attenzione al ghiaino sulla roccia!) fino a tornare sul sentiero che porta al rif. Carestiato: fin qui, circa 30/ 45 minuti.

LA VIA
VIA "DECIMA"
(Decima, Todesco, Dalla Santa, Brustolon, 8/10/76)
Dislivello circa 300 m. Difficolta' IV / IV+ / pp. di V
Circa 3 ore

L'attacco si trova sulla destra della verticale del colatoio, su di una conoide da cui di diparte una placca  grigia abbastanza inclinata.

1
Si attraversa la placca grigia (scarse possibilita' di assicurazione) fino alla colata nera. Sosta sotto uno strapiombo (II e III, circa 45 m.)

2
Si sale aggirando lo strapiombo sulla parete di dx e poi si continua tornando a sx in un magnifico diedro. Sosta comoda su terrazzino, su clessidra (IV e IV+, 30 m)

3
Si prosegue nel diedro, si evita a destra uno strapiombo e si sale a un terrazzino. Clessidre durante la salita. Sosta su clessidra. (III e pass. IV, 30 m)

4
Breve camino obliquo a destra. Cengetta. Si traversa verso sinistra per 6 o sette metri e si sale poi in obliquo su placca (punto chiave) fino a raggiungere una cengetta. (IV, pp. IV+, 1 p. V, clessidre e almeno due chiodi)

5
Si sale diritti qualche metro e poi si obliqua a destra  in un camino che termina in una conca che fa da terrazzino. Si sale poi per rocce piu' facili fino ad una fascia rocciosa piu' verticale. (IV, III, ca. 45 m., clessidre, spuntone)

6
Si sale diritti fino alla colata nera che qui strapiomba (III, IV, ca 35 m. sosta sopra un masso nero su chiodo e spuntoni)

7
Su per la colata nera, appigliatissima e proteggibilissima (bellissima!), fino a dove la roccia diventa chiara. (IV, IV+, ca 45m. clessidre, 1 ch.)

8/9
Si prosegue per il colatoio, ora piu' facile ma con ancora qualche passaggio impegnativo finche', passato sulla sinistra lo strapiombo finale, si giunge sulla cengia dove la via finisce e comincia (a sinistra, fronte alla parete) la discesa. (II, III, pp. IV, circa 80m)
In alternativa, una volta sul piu' facile, si puo' obliquare gradatamente e lungamente a sinistra fino ad incontrare la cengia di discesa. In questo caso la roccia e' piu' facile ma piu' rotta, e bisogna fare attenzione a non muovere sassi. In questo caso si possono utilizzare spuntoni  per soste intermedie.

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