Riflessioni tecniche e spirituali su singoli eventi - a cura della squadra dell'Aventino
Per la serie:
"Una gara la giorno"
Oggi vi parlo di:
"I 200 stile"
Domenica prossima la maggior parte di noi è iscritta ai 200 stile libero, così ho pensato di condividere con voi alcune riflessioni su questa gara, per me tra le più belle del nuoto. I 200 metri sono una distanza particolare, quasi sacra... In atletica leggera sono la distanza in cui luomo raggiunge la più alta velocità, e i più grandi della storia lo sono stati anche e soprattutto sui 200. Penso a Jessie Owens, Berruti, Mennea, Borzov, Lewis, Johnson...Nel nuoto i miei primi ricordi di grandi campioni sono legati a Don Shcollander, primo sotto ai 2 minuti, nel 1963 (che anni quelli: la piscina dellAcqua Acetosa era ancora scoperta e i bagni funzionavano...) e in Italia, mi torna alla mente Sergio De Gregorio (2.01.1. nel 65) che perì nel 1966 nella tragedia di Brema. E le donne: la mitica e leggendaria Dawn Fraser (2 e 11 nel 60...) e Shane Gould, Kornelia Ender (prima donna sotto i 2)...
Insomma una bellissima gara. E poi per noi assume un fascino particolare (o forse un incubo) perché la nuotiamo talmente tante volte... La conosciamo alla perfezione o quasi. Anche ranisti, dorsisti, delfinisti, mististi, altruisti, alla fine si sciroppano ripetute su ripetute da 200 a 4, a 430", a 5... Ma la gara è unaltra cosa.
Io avrei, in proposito, una teoria. Allora: I primi cento vanno via come lolio. Siamo freschi mentalmente e fisicamente. Il passaggio dovrebbe essere di un sette, otto secondi inferiore ai tempi medi che realizziamo in allenamento sulle ripetute dei 100 a 2: ovvero se giriamo a 130" dovremmo passare intorno a 122 - 123 (cè anche il vantaggio del tuffo). E il momento cruciale arriva ora tra i cento e i centocinquanta. La terza vasca. Dare lanima, non addormentarsi e cedere alla stanchezza che arriva. Pensare, se se ne ha ancora la capacità, che sia lultima vasca. Tanto la quarta in qualche modo, poi, si fà. Così i secondi cento andrebbero percorsi in quel tempo medio di cui sopra. Per un totale, per lesempio, di circa 2 e 52 - 2 e 53. Che ve ne pare? Provare per credere. La terza vasca, mi raccomando!
Marco
"La fortuna"
Il 31 Maggio del 1989 mi sono operato al ginocchio destro. Un
intervento traumatico di ricostruzione totale del legamento
crociato anteriore, di asportazione parziale del menisco interno
e di avanzamento del gruppo arcuato per forte lassita' laterale
del ginocchio.
In pratica non riuscivo piu' a camminare correttamente: andavo
incontro a frequenti blocchi della articolazione e lunghe
immobilita' della gamba.
Il recupero e' stato un esperienza lunga e difficile, che ha
comportato anche dei cambiamenti nello stile di vita.
Non ho piu' giocato al calcio, sport che per me era una passione
superiore a quella attuale per il nuoto.
Ora, vedere un ragazzo di 20 anni che festeggia la sua uscita da un tunnel simile, uscendo in barella dopo 6 minuti in lacrime per un nuovo incidente allo stesso ginocchio mi ha fatto male.
Io sono dell'Inter. Ho visto giocare Ronaldo allo stadio piu'
volte.
A Milano nel 1998 contro la Juve mi e' sembrato addirittura che
tremasse la tribuna sotto i miei piedi nel momento in cui
accelerando, Ronaldo si *bevve* d'un fiato Montero e Ferrara e
fece segnare all'Inter un gol decisivo. Sono uscito e ritornato a
Roma con gli occhi ancora pieni di quell'azione.
E' veramente triste per me assistere alla scena di stasera.
Fabrizio
(scritto la sera di Mercoledi 12 Aprile 2000)
"Chiamiamola con il suo nome: Vendetta"
Probabilmente le ragioni piu' convincenti per dichiarasi
contro la Pena di Morte, si trovano nei siti Pro Death Penalty,
sparsi un po' qui un po' la' nella rete.
Cercate su Altavista. Provate a leggerli e fatevi un'opinione.
Io vorrei solo scrivere grande sul Campidoglio di Washington i
nomi dei primi 5 paesi che danno Morte di Stato:
Cina, Iran, Repubblica del Congo, Afganistan e Stati Uniti.
Magari la compagnia potrebbe far meditare.
Fabrizio
30/10/2000
Amici Masters,
alla luce di quanto avvenuto negli ultimi tempi, ritengo opportuno lasciare il mio incarico di allenatore e di responsabile della squadra master. La decisione, presa non senza riflessione e con un poco di dispiacere, è definitiva e, per quanto mi concerne, improrogabile.
Non mi interessa, in questo frangente, dilungarmi sui motivi e sulle ragioni della suddetta decisione. Lo ritengo, dopo tanto parlare, superfluo. Ciascuno di voi è libero di interpretare a suo modo.
Noto solo, con dispiacere, che lo spirito con cui eravamo partiti è andato perso; un po per tutti; e che, probabilmente, un ciclo si è chiuso.
Inoltre, non vorrei dare troppa importanza a cose che non la meritano, ed essere capace di mantenere un senso della distanza e delle proporzioni, troppo spesso assente, ultimamente, nel nostro ambiente. Visto che, comunque, a molti di voi sono legato da un rapporto di amicizia.
Ovviamente, dovendo io rendere conto alla società per cui lavoro, il mio allontanamento dalla squadra avverrà secondo le modalità e i tempi che la società stessa riterrà opportuni. Nel frattempo porterò avanti, nei limiti del possibile e con un minimo di impegno, gli allenamenti. Invito perciò, per il bene della squadra, chiunque ne abbia titolo e voglia a farsi avanti il prima possibile per sostituirmi.
Convinto che questa mia decisione sia salutare per tutti, vi saluto affettuosamente.
Paolo Di Paola
TORNARE AL FORO ITALICO
Tornare al Foro Italico, per me, che, ormai, non ci nuoto più, è sempre un po' "inquietante"
Ho imparato a nuotare nella piscina pensile, nel 1961. Una struttura architettonicamente ardita, ne parlo a chi non è di Roma, che unisce, a una ventina di metri da terra, la costruzione della piscina da 50 e quella che ospita quello che un tempo si chiamava ISEF. Celio era a Firenze, con il C.A.N. (Centro Addestramento Nuoto) di lassù. Noi a Roma. Non dimenticherò mai proprio una sfida CAN Roma-CAN Firenze a cui ebbi l'onore di partecipare, per le gare di "contorno", ripescato proprio alla fine tra le più schiappe Comunque, quando venivi promosso dal brevetto di "Pesce volante" a quello di "Pesce Spada" scendevi nella vasca da 50 metri. All'epoca la vasca "grande" aveva 7 corsie ed era stata già adattata: infatti originariamente ne prevedeva 6; ed infatti 6 sono le strisce nere di marmo indelebile sul fondo. Anche se oggi di corsie, forse un po' strettine in verità, ne hanno ricavate 8. E chi capita alla 8 te lo puoi scordare, perché se batte poco le gambe non lo vedi proprio Altro che bordi digradanti anti-onda: il Foro ha i bordi "avvolgenti", alti quasi un metro! E le onde nelle corsie laterali si sentono, eccome. Tra l'altro, e credo proprio che questo pochi lo sappiano, la vasca è inclinata. Guardate gli sfiatatoi (pardon, skimmers, come si chiamano oggi con vocabolo anglosassone)ai due estremi della vasca: luno l'acqua lo sfiora e l'altro è proprio più basso. Perché tanti anni or sono la piscina fu svuotata per uno spettacolo televisivo (erano gli anni '60, forse "Battaglia Navale" - così afferma la memoria da elefante di mio fratello Fabio -), per costruire una scenografia abbarbicata alla piattaforma dei tuffi: una specie di parete rocciosa. La "buca" del Foro è ancora oggi, a vasca piena, decisamente impressionante: il vederla vuota, da bambino, come ero allora, mi terrificò. Comunque lo svuotamento le fu fatale. La vasca, costruita a ridosso del Tevere, su un terreno evidentemente non troppo solido si adagiò e si inclinò leggermente. E l'acqua, al suo interno, non è mai ferma. E questo, ad un "Cinque Nazioni" dell'epoca fu contestato a mio padre, Giudice Arbitro della manifestazione. A parte la vetustà dell'impianto e i ricordi personali, il Foro è stata sempre una vasca poco scorrevole e non sono stati molti i primati realizzati qui, se si esclude il fatto che vasche da 50 metri, coperte, fino agli anni 70 ce ne erano decisamente poche in Italia
E al Foro ci sono tornato per il Meeting Dabliù, ultima manifestazione del 2000, ed ora per i Regionali, che nel Lazio durano qualche giornata. Ed nella seconda di queste, quella dedicata ai fondisti, con la tribuna dai tanti posti vuoti, in una domenica di febbraio, in unatmosfera quasi irreale, cè stata qualche emozione in più.
Papà ci ha lasciato a maggio e mio fratello Fabio ed io abbiamo desiderato unire nel ricordo i nostri amici masters, tanti dei quali hanno avuto modo di conoscerlo e di volergli bene, alcuni ancora prima di noi. Fabio ha così pensato ad un premio, che dal prossimo anno il nostro Comitato Regionale farà suo, stilando una classifica delle gare in acque libere di mezzofondo disputate nel 2000, nel Lazio, da atleti della nostra regione. E la premiazione non poteva non essere che nel giorno dedicato agli 800 ed ai 1500
E gli amici hanno risposto, e non poteva essere altrimenti: ed il loro lungo applauso ha toccato il nostro cuore.
Grazie a tutti.
Marco Perfetto
Una giornata di sport
Vi racconto di una bellissima giornata. Di sport e di vita.
Un piccolo gruppo dell'Aventino oggi è andato ad Ostia a fare il
tifo per il nostro grande Paolo. Fuori dall'acqua. Già.
In una stupenda giornata di sole primaverile ce ne siamo andati
verso il mare e mentre i l sole già invitava a stendersi e le
onde di libeccio accoglievano qualche sparuto gruppo eroico di
surfisti, un fiume di corridori (6000) partiva dal palazzo dello
sport per arrivare dopo 21 chilometri e 97 metri (mezza maratona)
ai confini del mare.
Arriviamo quando i primi atleti hanno già da poco tagliato il
traguardo in un tempo incredibile: 1 ora e 5 secondi!! Ben al di
sotto dei 3 minuti a chilometro!! E continua a sfilare
l'interminabile teoria di atleti più o meno giovani, uomini e
donne (poche per la verità), ognuno con una carica di energia
immensa fino agli ultimi metri.
Il colpo d'occhio è stupendo: tanta gente assiepata lungo il
percorso ad incitare tutti i corridori fuori e dentro lo stadio
inondato dal sole e dai colori. Tante piccole grandi storie da
raccontare aspettando che arrivi Paolo.
Circa ad un'ora e 15 dalla partenza vediamo arrivare legati l'un
l'altro un atleta non vedente e la sua guida, percorrendo gli
ultimi metri ad un ritmo pauroso. Vicino a noi una stupenda
bambina bionda incita il papà : lui si ferma, si china, la
prende sulle spalle la porta con se al traguardo. Poco dopo ecco
Paolo.
Un ora e 35 circa. Ottimo tempo ma soprattutto un'altra grande
sfida vinta!
Per un'altra ora e mezza continueranno a tagliare il traguardo
centinaia di atleti. Più o meno provati, più o meno
soddisfatti, sicuramente con un'altro grande attimo di vita da
raccontare.
Incontro il mio amico Stefano: sperava di fare di meno, ma va
bene comunque...Che grande festa! Peccato non avvenga lo stesso
per il nuoto...
Torna la voglia di rimettersi a correre. Chissà..fra un anno, se
tutto va bene...Grazie, grande Paolo, ci hai dato l'occasione per
vivere insieme a te una fantastica giornata.
Marco Perfetto
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