(-- il titolo italiano non me lo ricordo! --)

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HH

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Drammatico

USA
1999

95’

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Musica

Scritto da

Diretto da

Jeehun Hwang
(HHH)

Christina Wayne

Christina Wayne

 

 

Personaggi e interpreti:

Dominique Swain_
Brad Renfro
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Bijou Phillips
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Mischa Barton
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Alberta Watson
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Nora Zehetner_

Cat Storm
William Sellers
Delilah Milford
Grace Bailey
Lilly
Peg

Jacob Pitts_
Myles Jeffrey
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Scott Thompson
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Chelse Swain
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con Lacey Chabert_
e Melanie Griffith_

Toby Logan
Peter Storm
Kenny
Heather
Eloise Logan
Diane Milford

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Slogan_

"Sesso, droga e biblioteca."
Sex, Drugs and Study Hall.

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Trama_

La diciassettenne Cat Storm è alle prese con la difficile amicizia con Delilah Milford, una ragazza sempre alla ricerca di forti emozioni. Trovata con un po’ di eroina nel bagno della scuola, Delilah viene cacciata dal prestigioso istituto Chilton, che frequenta insieme a Cat. Quest’ultima si avvicina dunque a un altro gruppo di ragazzi e ragazze, tra cui la "santarellina" Grace, la secchiona-presunta-lesbica Eloise e il misterioso William. Il loro è un gruppo chiuso e molto razzista, e nessuno sa che Cat è ebrea.

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Commento_

Saprete tutti che c’è un film, girato nel 1999, chiamato Cruel Intentions. Diretto da Peter Kumble, è rapidamente diventato un capostipite di un genere che fino a poco tempo fa, diciamo dalla seconda metà degli anni ottanta, neanche esisteva: ragazzi e ragazze "bene" che si sballano alla grande tra festini, droga e scopate selvagge. Un po’ Gioventù bruciata e un po’ Les liaisions dangereuses, Cruel Intentions fu presto largamente apprezzato da pubblico e critica. In due parole, "Tart" cerca spudoratamente di ricalcarne le orme, senza però neanche avvicinarvisi.

Questo film a basso budget, opera prima della newyorkese Christina Wayne, pretende di affrontare i dolori e le traversie di una diciassettenne (la Swain) che frequenta un rinomato istituto ed entra in un giro di persone poco raccomandabili; c’è una parabola su come "i veri amici sono quelli che non ti voltano mai le spalle", e c’è qualche sentimentalismo a buon mercato di cui si potrebbe fare volentieri a meno. E alla fine l’aspetto più convincente è la visione di uno spaccato di società moderna, talmente affogato nell’inania e nella povertà spirituale da andare allo sbando – anche se è uno sbando niente male: donne, limousine, vino, droga... che si può volere di più dalla vita? J. Scherzi a parte, nel film si dipana un complesso gioco di tradimenti e schieramenti e alleanze e maldicenze basate sulla razza e la religione, di rancori sopiti e di frustrazioni, di diversità represse e spiccate sessualità, di famiglie distrutte.

A dirla così Tart sembra un capolavoro. In realtà, tutti questi elementi ci sono ma sono superficiali, mai approfonditi a dovere, e sempre un po’ in secondo piano rispetto... rispetto a cosa? Non c’è niente che potrei definire "in primo piano" in Tart, se non forse il travaglio di Cat, lacerata tra due mondi e due diversi modi di misurarsi con l’amicizia e con il sesso. Ma è comunque un concetto sviluppato poco e non molto bene. Una cosa piacevole di questo film è l’ambientazione – asciutta, essenziale, molto adeguata – e il cast.

ALT! Rileggete la riga precedente: ho detto il cast, non l’interpretazione, che lascia a desiderare. È il classico caso in cui una produzione minore tira su un bel po’ di gente da tutte le fonti, ed ecco che troviamo attrici cadute in disgrazia (come la Swain, quasi nulla dopo Lolita e Face/Off) o nuovi talenti in attesa di emergere (come la Barton, promettente attrice teatrale, tra le future punte di diamante della Hollywood semi-indipendente); presenze come la Chabert di Party of Five, il Renfro de Il cliente e un discreto cammeo di Melanie Griffith fanno di Tart un film "con della bella gente", ma gente che in fin dei conti poteva darsi un po’ più da fare. "Metti una sera a cena...", ovvero: metti questo film in mano a un regista esperto, con lo stesso cast e qualche rinforzo, con una sceneggiatura più brillante e, soprattutto, con un po’ più di soldi, e viene fuori qualcosa di più che decente.

Per adesso, da vedere per gli appassionati di cinematografia secondaria americana, per gli allupati in cerca di facili brividi come me (brividi che non arrivano: il film è molto pudico nonostante tutto) e per adolescenti in cerca di una strada. Sperando che prendano l’altra!

Due stelle.

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Curiosità_

Þ Il film è uscito soltanto in Italia e in Francia, mentre in Germania e negli Stati Uniti ha avuto delle "video premiere" o "screening test": sono prove su schermo in cui un gruppo di spettatori-campione viene invitato a esprimere un giudizio sul film prima che venga distribuito. Non so voi, ma non perderò il sonno aspettando il responso.

Þ Inoltre, sembra ormai che Dominique Swain porti sfortuna: vorrei ricordare che anche Lolita (di Adrian Lyne, 1997) era stato distribuito solo in Italia e in Francia e "messo in attesa" in ogni altro paese del mondo!

Þ Inizialmente la protagonista doveva essere Anna Paquin o Natalie Portman, ma rinunciarono entrambe. Questo dà origine a un caso: nel 1997 Dominque Swain aveva già raccolto un ruolo scartato da Portman, in quel caso Lolita (i genitori di Natalie, allora minorenne, si opposero).

Þ L’ho visto… 1 volta in VHS.

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Scene_
da vedere_

Nessuna in particolare.

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Valutazione_

HH

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PREMI

 

Nessuno

 

Claud® (i miei premi) – nessuno

 

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NOMINATION

 

Nessuna

 

Claud® (le mie nomination) – nessuna

 

 

 

Cosa pensate della recensione? Siete d’accordo? Avete idee diverse? Parliamone insieme!

(fare click destro sul link e scegliere "Apri in un’altra finestra")

 

 

IMMAGINI dal FILM

 

Il fatto che il film non sia uscito negli Stati Uniti rende quasi impossibile qualunque propaganda.
Quindi c’è solo un poster, neanche tanto ufficiale come al solito! :-)
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INDICE M/Z