l’ultimo bacio

(id.)

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HHHH˝

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Drammatico

ITA
2001

115’

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Musica

Scritto da

Diretto da

Paolo Buonvino
(HHHHH)

Gabriele Muccino

Gabriele Muccino

 

Personaggi e interpreti:

Stefano Accorsi_
Giovanna Mezzogiorno
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Stefania Sandrelli
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Giorgio Pasotti
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Claudio Santamaria
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Marco Cocci_
Sabrina Impacciatore_
Regina Orioli_
Pierfrancesco Favino_
Daniela Piazza_
Susanna Javicoli_
Vittorio Amandola_
Carmen Consoli_

Carlo
Giulia
Anna
Adriano
Paolo
Alberto
Livia
Arianna
Marco
Veronica
Luisa
Mimmo
ragazza di Alberto

Ines Nobili_
Lina Bernardi_
Giulia Steigerwalt_
Silvio Muccino_

e con_

Luigi Diberti_
Piero Natoli_
Sergio Castellitto_

e per la prima volta_

Martina Stella_

ragazza di Alberto
madre di Paolo
Mariposa
ragazzo di Mariposa

 

Emilio
Michele
Eugenio

 

Francesca

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Slogan_

"La storia di tutte le storie d’amore."

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Trama_

Carlo e Giulia. Trent’anni, un figlio in arrivo. Lei s’illude di costruire una famiglia. Lui non sa cosa vuole, ha paura di impegnarsi, vuole essere libero. Il matrimonio di un suo amico e l’incontro con una sedicenne che s’innamora di lui...

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Commento_

"Hai visto L’ultimo bacio? E La stanza del figlio? Sai che La stanza del figlio ha vinto a Cannes? Sai che L’ultimo bacio ha incassato più del triplo?"

Domande banali. Scontate, ormai, perché le abbiamo sentite fin troppo spesso. La mia risposta è "sì" a tutte e quattro, e ne manca una: "meglio l’uno o l’altro? L’ultimo bacio o La stanza del figlio? Muccino o Moretti?". Un quesito triste, un po’ puerile, un po’ come chiedere "Beatles o Stones?", ma in questo caso sento di potermi schierare con decisione, e con decisione dico L’ultimo bacio.

L’ultimo bacio è un film intriso di situazioni banali e frasi fatte, pieno di retorica e molto, troppo enfatico. Tutti aspetti che in un film comune classificherei tra i difetti, ma non qui. Non è un approccio nuovo, questo di Muccino: anche Come te nessuno mai aveva le stesse caratteristiche, e il suo stile si ispira vagamente a quello di Paul Thomas Anderson. È tipico del regista presentare allo spettatore situazioni comuni, verosimili, e farcelo confrontare. Lo slogan è "La storia di tutte le storie d’amore", e in un certo senso è azzeccato, perché chiunque può riconoscersi in una delle storie, o in tutte, e chiunque può trarvi un insegnamento – oppure essere in aperto disaccordo.

Attraverso le storie di sei persone deluse dalla vita Muccino prova a definire che cosa sia la felicità e cosa si possa fare per ottenerla. Il film racconta di come la felicità sia un concetto astruso, tanto poco tangibile che spesso sfugge alla comprensione: tanto si vuole raggiungerla che a volte non ci si accorge che c’è già; altre volte è proprio introvabile, e si vaga stancamente alla sua ricerca. L’ultimo bacio racconta infatti delle illusioni: come nel castello del mago Atlante, ognuno insegue il proprio fantasma, vive un sogno che dà l’illusione di poter sfuggire alla tristezza e conquistare la felicità. Dunque Carlo, terrorizzato dalla vita blindata che gli si prospetta ora che la sua compagna è incinta, ritrova la passione con un’adolescente; ma lei s’innamora davvero, e anche lui ci va vicino. Adriano invece è già più avanti, già non resiste più, e insieme agli amici progetta il viaggio dei suoi sogni: verso l’Africa, liberi e senza restrizioni. Ma partire è davvero la soluzione?

Il mito della lolita – ma moderna: col telefonino – e l’Africa sono tipiche illusioni, e ogni tentativo di fuga è in realtà un tentativo di riavvicinarsi alla stabilità, perché proprio quella stabilità (o staticità... o matrimonio) che tutti sembrano voler rifuggire è necessaria. Dunque, alla fine, tutti i personaggi sono un po’ eroi e un po’ vigliacchi, perché non esiste una verità e una purezza d’animo e tutto si riduce a una serie di compromessi: per usare le parole di Carlo, "c’è chi sceglie di partire e chi resta", ma sono entrambi compromessi: con Giulia nel caso di Carlo, con Emilio nel caso di Anna, con se stessi nel caso dei partenti. Ogni compromesso ha un lato positivo, perché Giulia ha la forza di perdonare pur di passare una vita tranquilla, e uno negativo, perché Carlo vorrebbe, dio solo sa quanto, tornare indietro e accettare Siddharta dalla sua "piccolina" Francesca.

Ho pensato a lungo a che tipo di messaggio questo film cerchi di comunicare. Mi ci sono lambiccato il cervello per ore, prima di ricordare uno dei fondamenti del cinematografia moderna: "a volte i film dicono tutto e il contrario di tutto: un buon film ha un significato ma spesso anche quello opposto". Alla luce di questo, L’ultimo bacio è un inno libertino alla fuga ma anche un apologo conservatore su casa e famiglia. Nelle varie storie emergono significati contrastanti, con un solo punto il comune: il desiderio, anche latente, che le cose stiano in modo diverso da come sono. Uomini e donne – ma soprattutto gli uomini – sono per natura restii a farsi carico di responsabilità e insoddisfatti di ciò che vivono e della maniera in cui lo vivono. Così Anna fa un pietoso tentativo di rifarsi una vita per poi rientrare nell’ovile, e sia Paolo che Adriano sfuggono ai richiami familiari e si danno alla fuga. Non è che le situazioni in cui vivevano fossero troppo scomode o troppo infelici, ma loro le sentivano tali, così come probabilmente sentiranno tali le situazioni che troveranno in Africa, quelle che sembravano Angelica e che in realtà potrebbero essere solo specchi nel castello. Di fatto questo "ultimo bacio" del titolo non è che l’ultimo momento di (presunta) trasgressione prima di rientrare nella (presunta) normalità della propria esistenza, come una mano che si sfiora un’ultima volta prima di ripartire, o magari che si lascia prima di cadere in un burrone. Non c’è una verità o un dogma, se non che è tutto piuttosto indefinito: e anche chi si trova dall’altra parte, chi vorrebbe essere il punto fermo e critica chi vuole fuggire (come Giulia che vorrebbe odiare Carlo ma non ci riesce), prima o poi potrebbe ritrovarsi a voler inseguire un’illusione, come ci mostra la meravigliosa scena conclusiva.

Molti hanno giudicato L’ultimo bacio un brutto film proprio per i motivi di cui sopra, e per altri: alcuni pensano sia una specie di giustificazione perché gli uomini facciano il loro comodo e restino impuniti; altri ci hanno visto solo una sequenza di battute e dialoghi prevedibili; altri ancora l’hanno criticato solo per lo schieramento politico di Muccino, che francamente non so neanche quale sia. Ciò su cui è difficile obiettare, invece, è che L’ultimo bacio sia realizzato in modo eccelso. Premettendo che Accorsi non è il mio attore preferito (eufemismo per dire che non mi va giù), riconosco che è davvero molto bravo, e penso lo stesso della Mezzogiorno; è invece piacevole vedere tanti volti conosciuti e tanti interpreti di talento tutti insieme, dalla intramontabile Sandrelli a Diberti, con Castellitto e Natoli in due bei cammeo; non mancano i nuovi talenti, soprattutto Martina Stella. Diciamo la verità: lezioni di recitazione ne deve prendere ancora, ma se a trent’anni dovessi scegliere una sedicenne con cui giocare all’amore sceglierei una come lei.

È anche questa una proprietà di Muccino, ovvero saper scegliere gli interpreti giusti e assegnarli al ruolo che preferisce. Se a questo affianchiamo un’indubbia capacità nel dirigere, nello scrivere e nello scegliere i collaboratori – meravigliosa, incantevole la musica del maestro Paolo Buonvino – ecco che abbiamo un bel film. Mi dispiace, alla luce di quanto ho detto nell’introduzione, che La stanza del figlio abbia ottenuto più riconoscimenti de L’ultimo bacio e venga generalmente considerato migliore. Pur essendo due film che oserei definire convenzionali (ben fatti, ma niente di nuovo sotto il sole), in questo lavoro di Muccino ho visto tante cose piacevoli, molti elementi interessanti che me lo faranno ricordare, mentre quello di Moretti potrebbe prima o poi cadere nel (mio) dimenticatoio.

Ah, per inciso: per me è Beatles.

Quattro stelle e mezzo.

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In breve…_

 Storia interessante. Personaggi ben delineati. Appassionante: sa intrattenere. È longevo, e dal contenuto non banale: resiste alla lunga distanza e fa riflettere. Ottime interpretazioni. Grande musica di Buonvino. Finale delizioso.

 Retorica eccessiva, enfasi eccessiva (anche se, da una parte, c’è un che di caricaturale in questo). Qualche momento piatto.

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Curiosità_

Þ Il video della canzone L’ultimo bacio, che si ascolta nei titoli di coda del film, è stato girato durante le riprese, con l’autrice e interprete Carmen Consoli (che ha anche un breve ruolo nel film) che si aggira sul set del matrimonio di Marco. Alcune musiche del maestro Paolo Buonvino, compositore di fiducia di Muccino, sono state eseguite nei concerti della stessa Consoli.

Þ L’ho visto due volte in DVD e una in televisione.

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Scene_
da vedere_

Nessuna in particolare: non ci sono scene madri, ma da un certo punto di vista lo sono tutte (in una recensione ho letto: i personaggi urlano anche per dire "ciao, come va?". Lo trovo appropriato, anche se quella era una recensione critica nei confronti del film, mentre la mia è a favore).

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Valutazione_

HHHH˝

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PREMI

 

David di Donatello® – miglior regia, produttore (Domenico Procacci), attrice non protagonista (Stefania Sandrelli), suono, montaggio

Nastro d’Argento® – attrice non protagonista (Stefania Sandrelli), canzone originale ("L’ultimo bacio", di Carmen Consoli), montaggio

Sundance® – menzione "Audience Award" nella categoria "World Cinema" (= il premio assegnato dal pubblico del festival di Robert Redford al miglior film non americano presentato o in concorso).

 

Claud® (i miei premi) – miglior film italiano, sceneggiatura italiana, attrice italiana P (Giovanna Mezzogiorno), attrice italiana NP (Stefania Sandrelli), canzone originale ("L’ultimo bacio", di Carmen Consoli e Paolo Buonvino)

 

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NOMINATION

 

David di Donatello® – miglior film, sceneggiatura, attore protagonista (Stefano Accorsi), attrice protagonista (Giovanna Mezzogiorno), attore non protagonista (Claudio Santamaria)

Nastro d’Argento® – miglior produttore (Domenico Procacci, anche per "Il partigiano Johnny"), regia, attrice protagonista (Giovanna Mezzogiorno), attrice non protagonista (Sabrina Impacciatore, anche per "Concorrenza sleale")

European Film Award® – migliore attrice (Stefania Sandrelli).

 

Claud® (i miei premi) – regia in un film italiano, attore italiano P (Stefano Accorsi)

 

 

 

Cosa pensate della recensione? Siete d’accordo? Avete idee diverse? Parliamone insieme!

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IMMAGINI dal FILM

Ormai ho esaurito le parole per dire che la propaganda dei film italiani
fa schifo: quelle poche immagini de L’ultimo bacio che si trovano in giro,
per esempio sul sito ufficiale, sono talmente indegne che neanche le riporto.
Negli Stati Uniti fanno tanta propaganda dietro la quale magari non c’è nulla;
qui in Italia, per dimostrare che non siamo come loro... facciamo l’opposto.

Come sempre: vergogna!

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INDICE M/Z