In
merito ai recenti provvedimenti disciplinari, che hanno colpito alcuni colleghi,
il cui numero non si è, al momento, in grado di conoscere, ci sembra opportuno
svolgere alcune considerazioni:
·
non entriamo nel merito dei singoli casi,
non è questa la sede e non conosciamo, del tutto, i fatti e le argomentazioni
che hanno portato alle contestazioni. Senza dubbio, non vogliamo unirci al coro
dei censori, siamo per la presunzione d’innocenza e, comunque, riteniamo
sacrosanto che ai lavoratori colpiti sia assicurata ogni legittima possibilità
di difesa. Troviamo sospetti quei moralisti, intransigenti con i semplici
lavoratori ed, invece, con gli occhi foderati di prosciutto quando, come nel
caso di TELEKOM Serbia, i miliardi viaggiano in piena allegria;
·
le contestazioni evidenziano, senza ombra
di dubbio, che l’azienda è in grado d’esercitare controlli a distanza su
tutti i lavoratori: sia attraverso i tabulati telefonici, sia per mezzo dei
sistemi che sui P.C. possono controllare la qualità e la quantità del lavoro
svolto. Anche recenti provvedimenti disciplinari nei call-services avvalorano
quanto affermiamo.
Nell’attuale situazione, tutti possono essere potenziali indagati e le
regole del gioco sono esclusiva prerogativa dell’azienda che decide in quali
casi ed a quali persone applicare le contestazioni.
Tutto
ciò è inammissibile e contrasta con la legislazione vigente - sia essa
l’art.4 dello statuto dei lavoratori, che, se pur va riadattato agli enormi
cambiamenti avvenuti nel campo delle tecnologie dall’anno della sua nascita
(1970), comunque, vieta esplicitamente l’uso indiscriminato dei controlli a
distanza, sia la più recente legge sulla Privacy (L.675/96) .
Su questo tema delicato pensiamo sia opportuno, dopo anni di colpevole assenza di chi ha svolto le contrattazioni sindacali, sviluppare importanti iniziative sia di natura legale che di lotta. Su ciò c’impegniamo ad agire.