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Sciopero   Call Centers   NAZIONALE           

 

Telecom Italia sta proseguendo nella chiusura di numerose sedi di lavoro e a nuovi trasferimenti. Inoltre sta implementando nuovi orari e organizzazioni del lavoro, in particolare nei settori «in linea», che si configurano come un ulteriore attacco alla «dignità» dei lavoratori, attraverso il controllo tecnologico, il dispotismo dei ‘responsabili’, ecc.. Tutto ciò al fine di tagliare posti di lavoro ed aumentare il ricorso al lavoro precario e flessibile. E’ necessario quindi continuare le mobilitazioni contro i Contratti e gli accordi firmati da Cgil-Cisl-Uil-Ugl-Fialtel - da cui tutte le ‘ristrutturazioni’ che stanno avvenendo in Telecom, sulla linea conduttrice della «flessibilità» e della «precarizzazione», derivano e sono legittimate. Per contrastare questi processi e ottenere condizioni di lavoro più «umane» il sindacato di base FLMU-CUB indice per

LUNEDì 15 OTTOBRE SCIOPERO

DI TUTTI I LAVORATORI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ RELATIVE AI SERVIZI:

12, 182, 183, 187, 189 Data.com, 189 Rete,

191, CRU, CNA – Data.com e CN-ATI

(sia di front-end sia di back-office)  L’INTERO TURNO DI LAVORO

 

· CONTRO LA PRECARIETA’ E LA FLESSIBILITA’

· CONTRO I TRASFERIMENTI E LE ESTERNALIZZAZIONI DI LAVORO E LAVORATORI

· CONTRO I NUOVI ORARI E L’ORGANIZZAZIONE "MODELLO CALL-CENTER"

· PER MANTENERE LE SEDI DI LAVORO A LIVELLO LOCALE

· PER CONDIZIONI DI LAVORO PIU' UMANE E MANTENERE I CAMBI TURNO

· PER IL RISPETTO DELLE NORMATIVE DI SALUTE E SICUREZZA

 

Che l’obiettivo delle ristrutturazioni sia quello di fare pressione sui lavoratori per costringerli a dimissioni «volontarie» non è neppure tenuto troppo nascosto: non a caso il documento aziendale sulla «Nuova organizzazione Customer Care» del luglio 2001, inserisce tra i punti fondamentali la creazione di un profilo unico di addetto Call Center, con l'implementazione del sistema CRM «che permetta la valorizzazione delle figure operative e la conseguente maggiore rivendibilità sul mercato». Del resto i lavoratori di questi settori ben conoscono cosa si nasconde sotto la parola «valorizzazione delle figure operative», in termini di imposizione di ritmi di lavoro esasperanti, orari e turni di lavoro disagiati che sono causa di un forte stress aggiuntivo, dato che sottopongono tutta l’esistenza di una persona alle esigenze di lavoro; forte controllo e condizionamento individuale: controllo a distanza «minuto per minuto» - attraverso sistemi operativi in grado di registrare, per ogni operatore, il numero dei contatti, i tempi di conversazione, le pause, la «produzione» – che si unisce al controllo diretto ‘fisico’ alla postazione. Altre condizioni di lavoro tipiche del “modello Call Center” sono: obiettivi di vendita impossibili da raggiungere, restrizioni e divieti al limite del rispetto delle libertà personali, controllo dell’attività lavorativa e dello stato d’animo, della «motivazione» con cui viene svolta, nella richiesta di un'adesione completa, fisica e mentale, al «pensiero unico» di Telecom.

Per tutti questi motivi invitiamo i lavoratori a lottare contro questa riorganizzazione del lavoro, a boicottare la logica di sfruttamento propria della nuova organizzazione, ad aderire allo Sciopero dei Call Centers Telecom e a portare avanti una vertenza dei lavoratori inseriti nella tipologia di questi «nuovi» lavori che si prefigura anche come una grande battaglia di civiltà.

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