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Malgrado il lifting sono sempre gli stessi: nonostante la politica del governo sui diritti sindacali, quella della Confindustria, confermata anche nell’ultima assemblea, CGIL-CISL-UIL continuano a “litigare” di giorno e a “concertare” di notte, firmando ogni sorta d’accordo.

 

Così è avvenuto anche in TELECOM: il 27 maggio hanno firmato l’accordo sul piano industriale, sul quale diamo il nostro giudizio nel comunicato allegato, e, subito, l’azienda sta girando sui posti di lavoro per acchiappare i “volontari” alla mobilità e quelli per l’Atesia .

Questa volta,  l’ennesimo pastrocchio è stato infiocchettato anche con la presunta convocazione delle RSU, appena elette sul territorio nazionale. Convocazione che non c’è stata o, quantomeno, è stata condotta solo con le RSU bianche (CGIL-CISL-UIL), quelle di colore (del sindacalismo di base) non sono state interpellate: con buona pace della democrazia e a proposito d’arroganza.

 

Noi che li conosciamo non ci facciamo nessuna meraviglia; piuttosto, diciamo a chi ancora gli affida il proprio consenso, che è tempo di mandarli a casa, magari in mobilità volontaria,  e confermiamo la nostra intenzione di contrastare quest’ultimo accordo che punisce,soprattutto,   chi resta al lavoro, costruendo una piattaforma che rimetta al centro l’esigenze delle lavoratrici e lavoratori.

Nel frattempo, agli stessi, diciamo che non c’è fretta nel dare l’adesioni: c’è tempo per capire e riflettere.

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