Vertice G8 e repressione

Alcuni dati relativi agli arresti e alle espulsioni.


La repressione scatenata dall'apparato statale durante il vertice del G8 nei confronti di coloro che erano convenuti a Genova per partecipare al movimento di contestazione è stata caratterizzata da interventi di durezza e violenza inaudita, dei quali non si ricordano precedenti recenti nella storia del nostro paese, e che devono essere interpretati quale vero e proprio "salto di qualità" nella gestione dell'ordine pubblico del nostro paese.

Nè si può limitare l'analisi dell'intervento repressivo al solo operato delle c.d. forze dell'ordine, in quanto è emerso con chiarezza questo è stato frutto di un lavoro coordinato tra le forze dell'ordine e l'apparato politico amministrativo, con provvedimenti tutti caratterizzati da un elevato grado d'illegalità, che si sono coordinati e seguiti senza soluzione di continuità.

Si citano, senza pretesa di completezza, la campagna terroristica lanciata con la collaborazione di media e servizi segreti (sono informative dei servizi segreti le sparate sul lancio di sangue infetto sugli agenti o l'utilizzo degli agenti come scudi umani); la sospensione del trattato di Shengen con il ripristino dei controlli alle frontiere, che ha portato ad abusi delle forze dell'ordine già diversi giorni prima del vertice alle frontiere, con il respingimento immotivato di diversi gruppi di persone; l'istituzione della Zona Gialla e della Zona Rossa attraverso una ordinanza prefettizia (che è stata anche impugnata innanzi al Tribunale Amministrativo del quale si aspetta ancora la decisione), con il conseguente svuotamento della città con l'isolamento del suo centro amministrativo e commerciale, accompagnato da un invito espresso da parte delle pubbliche autorità rivolto ai cittadini genovesi di andarsene; le perquisizioni arbitrarie eseguite a partire da un mese prima del vertice in casa di militanti politici e organizzatori delle manifestazioni. Tutto ciò lasciava presagire una vita non facile per chi aveva deciso di partecipare alle manifestazioni programmate nei giorni del 19/20/21 luglio.

L'intervento repressivo ha però dato il meglio di se nelle piazze e negli interventi realizzati dall'intervento congiunto delle forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Corpi Speciali di Polizia Penitenziaria), che ha portato ad un gran numero di arresti, cui sono seguiti maltrattamenti nei centri di raduno degli arrestati (i legali del Social Forum ritengono che sia stata illegittima anche la predisposizione di speciali centri di immatricolazione degli arrestati, quali la Caserma di Bolzaneto e la Caserma di San Giuliano, senza che fossero utilizzate le carceri tradizionali, quale il carcere di Marassi). Si sottolinea che il Tribunale di Genova ha disposto il differimento dei colloqui tra gli arrestati e i loro avvocati, fino al momento del loro ingresso in carcere. Ciò ha sicuramente agevolato le violenze commesse a danno dei manifestanti trattenuti nella caserme, avvenute al riparo degli sguardi di un qualsiasi osservatore.

Al momento della loro scarcerazione, gli stranieri, comunitari o meno, sono stati quasi tutti espulsi con accompagnamento coatto alla frontiera.

  a.. Il bilancio delle manifestazioni è stato tra il 20 e la notte del 22 Lugilio, di 253 arresti, tra i manifestanti, (di cui 93 nel corso della perquisizione alle suole Diaz e Pertini la notte del 22). I reati generalmente contestati sono la restistenza a pubblico ufficiale e l'associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio.
Ad esse vanno aggiunti 49 arrestati nei giorni successivi (soprattutto stranieri che si stavano allontanando da Genova).

Dei 253 arrestati,

 28 sono stati posti in libertà direttamente dalla procura, che ha chiesto per gli altri 225 la convalida dell'arresto.

I giudici  non hanno convalidato 76 arresti, ritenendoli illegittimi.

Sono state fatte 149 convalide (ovvero è stato ritenuto che l'arresto fosse stato eseguito legittimamente).

Di questi ultimi sono state immediatamente scarcerate 100 persone, perchè il giudice ha ritenuto non vi fosse la necessità di adottare delle misure cautelari (secondo l'ordinamento italiano si può trattenere una persona in carcere prima della sentenza di condanna solo se ci sono timori di fuga o di ripetizione del reato). Per 29 persone sono state disposte misure cautelari non detentive e per 20 soltanto è stata disposta l'applicazione della custodia in carcere.

Anche questi ultimi sono stati tutti scarcerati in quanto il Tribunale del riesame ha ritenuto non sussistere le necessità cautelari per trattenere ancora tali persone in stato di detenzione e ha ritenuto non sussistere gli estremi dell'associazione per delinquere, ipotizzata dalle forze dell'ordine.

Ora si è in attesa dei processi che saranno fatti comunque contro tutti gli arrestati, e uno dei problemi più seri che si pongono ai legali dei manifestanti, è quello di evitare la frammentazione dei processi, e che invece ogni singolo episodio sia trattato all'interno della visione complessiva di quanto è successo a Genova il 20-21-22 Luglio.

  a.. Gli stranieri, al momento del loro rilascio dal carcere sono poi stati  espulsi quasi tutti, in base a provvedimenti emanati dal Prefetto di Genova.
Non è stato possibile ricostruire il numero esatto di provvedimenti di espulsione, in quanto molti degli espulsi non sono neppure stati rintracciati.

Sicuramente il provvedimento in oggetto è stato adottato sistematicamente nei confronti di tutti coloro che sono stati arrestati durante il bliz alla scuola Diaz. 

Gli avvocati del GSF hanno proposto ricorso al Tribunale di Genova per circa 87 espulsi, ottenendo la revoca di ben 85 provvedimenti.

Ciò che lascia più perplessi di tali provvedimenti di espulsione, è il fatto che siano stati notificati anche a cittadini appartenenti alla Unione Europea, per i quali vige il diritto alla libera circolazione in tutti i territori UE, ed il fatto che siano stati adottati indiscriminatamente nei confronti di tutti coloro che sono stati arrestati, nonostante la scarcerazione ad opera dell'autorità giudiziaria.

Per procedere alle espulsioni si è dovuto ricorrere ad una obsoleta legge dello stato (l. n. 1656/65 precedente ai trattati istitutivi della Unione Europea) che prevedeva la possibilità di espellere i cittadini comunitari solo per gravi motivi di ordine pubblico legati al comportamento PERSONALE dell'individuo. E' dunque evidente l'abuso commesso dal Prefetto nell'applicare indistintamente a tutti gli arrestati tale provvedimento, e che, una volta accertato dal Giudice che l'arresto era illegittimo o che non vi era la necessità di adottare misure cautelari, l'unico dato comune agli espulsi era la loro partecipazione alle manifestazioni contro il G8. Ciò porta a concludere che le pubbliche autorità ritengono pericolosi per l'ordine pubblico coloro che manifestano pacificamente nell'ambito di meeting autorizzati dalle stesse autorità.

  a.. Si sottolinea che i manifestanti hanno presentato oltre 300 denunce per le violenze subite da parte delle forze dell'ordine, di cui 90 circa per i fatti accaduti all'interno della caserma di Bolzaneto, e tutte le altre per i fatti accaduti nelle strade di Genova durante i cortei e i sit-in autorizzati, che sono stati sciolti a colpi di manganello e di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine.
  b.. Il bilancio ufficiale dei feriti medicati e ricoverati nei pronti soccorsi degli ospedali è di 560 persone.  Tale bilancio va però integrato col numero di tutti coloro che non si sono recati negli ospedali per timore di essere tratti in arresto, nonchè con gli interventi effettuati dai sanitari del GSF, che hanno fornito assistenza per strada ad oltre 600 persone.
  c.. I legali che hanno cooperato con il Social Forum e che continuano ad operare sia nelle difese degli arrestati, che nelle denunce degli abusi sono circa un centinaio.