L’URNA,
IL CANE ED IL LUPO.
Ricordo
ancora con nostalgia la mia prima votazione era l’inizio degli anni ottanta.
Il giorno
prima stavo tranquillamente pranzando in una modesta trattoria. Mentre ero
seduto a mangiare, il fucile mitragliatore, la baionetta, caricatori e
l’elmetto impacciavano i miei movimenti. Di tanto in tanto davo pacche amichevoli
all’arma, era stata pulita bene, aveva pochi segni d’usura e mi regalava sempre
delle prestazioni eccezionali ai tiri, sui duecento metri, in sagoma umana, due
caricatori …tutti nel segno!
Potevo
fidarmi di lei!
Il periodo
era quello di maggiore “fuoco” dell’organizzazione terroristica “Brigate Rosse”,
ogni tre per due attaccavano ed erano sempre morti o gambizzati che lasciavano
sul selciato. C’erano continui trasferimenti di munizioni e altri “servizi”, svolti
sempre con la massima attenzione e cura, ogni particolare sospetto significava
fare scattare la sicura e con il colpo in canna pronti, come un’agenzia viaggi,
a spedire in eterna vacanza, nel girone infernale degli stronzi,
il malcauto terrorista se prima non lo
faceva lui con noi.
Il mio
comandante prediligeva la mia compagnia e quella d’altri tre “matti” come me,
per quel genere di servizi e sovente usava dire “Se dovesse succedere qualche
cosa, voglio gente pronta in certi momenti, gente che non si faccia scrupoli o
prendere dal panico …ci tengo alla mia vita!” Quindi molti superiori di grado
rispetto a me, viaggiavano sui camion e noi comodamente seduti sul fuoristrada
con il comandante.
Io, come i
miei camerati “matti”, sognavo di piantare una bella 7,62 nella materia
cerebrale di un terrorista, magari farmi fare una bella Polaroid (marchio
registrato), in posa, tipo cacciatore nella savana con l’anfibio posato sul
cranio aperto del ribelle rosso, mitragliatore al fianco con la canna al cielo,
basco di traverso e un sorriso da scemo.
La sera
prima della croce sulla scheda, ero in una piazzetta, fremevo ancora di più nell’attesa dell’evento,
mi ero impuntato sul bisogno di una maggiore potenza di fuoco, lasciai a riposo,
fra due guanciali, il fucile mitragliatore e due caricatori, dotandomi di una
potentissima mitragliatrice MG, tre caricatori a nastro e il pollice ben fermo
sulla sicura.
Sembrava
un pacco natalizio in ritardo, smarrito da Babbo Natale, quando una “Alfetta”, sgommando passava nei miei pressi …un passaggio,
poi il secondo ed infine un terzo e la sicura era già tolta da un pezzo.
Distanza circa 20 metri, il mezzo non era blindato e mentalmente ripassavo gli
effetti balistici e la sorte dello scontro …con una fila di cartucce la
tagliavo in due senza problemi, successivamente l’autopsia l’avrebbero poi
fatta con il cucchiaino da caffè!
Erano
tempi di massima allerta e le consegne erano di “montare” con il colpo in canna
e sicura inserita.
Il poco
tempo per pensare n’aggiunge altro per agire e quindi un vantaggio per me …ero
pronto al conflitto a fuoco!
Mi sono
piazzato in un punto strategico dietro una massiccia colonna al buio, quando ho
sentito il motore di un veicolo che si avvicina lentamente alla mia postazione,
ero in netto vantaggio, avevo la posizione migliore, massima potenza di fuoco,
determinazione ed ero fresco d’addestramento intensivo.
Perbacco!
Ma doveva essere uno sgangherato pulmino dei Carabinieri quello che ha
incrociato la canna del mio MG? Il Sergente Pulella
(il più simpatico e bonario dei sottoufficiali che ho avuto) è sceso di fretta
dal mezzo, mentre sentivo un Appuntato sbraitare: …chi cazzo
è questo qui? …(e ancora) che Minchia sta facendo
questo? Certo non deve essere stata, per lui, un’ esperienza felice il vedersi spuntare, all’improvviso,
dall’oscurità una mitragliatrice puntata all’altezza del cuore attraverso il
lunotto anteriore. Conoscendomi bene, Pulella, era
divertito ma i Carabinieri molto meno ed esigevano una spiegazione per il mio
comportamento, dovetti minuziosamente spiegare cosa stava succedendo, mentre lo
stavo facendo non ti và a ripassare l’Alfetta. Questa
volta si trova di fronte gli M12 dell’arma, nella perquisizione gli smontano i
sedili e ribaltano l’interno del baule, niente fa supporre che non siano altro
che ragazzi in vena di divertirsi e quindi gli viene intimato di darsi una
regolata e allontanarsi dalla mia postazione di guardia. Dopo il cambio di
turno ho dormito per il resto della notte, fino al mattino presto, come un
angioletto, abbracciato al mio FAL e sognando assalti alla baionetta a
Stalingrado.
Al
risveglio ho dovuto depositare le armi per mettermi nei panni dell’ elettore e
senza dubbi o indugi ho tracciato una bella croce sull’ MSI.
Fin da
bambino guardavo le tetre tribune elettorali e l’unica attrazione, quasi
naturale, mi veniva da un signore distinto con dei folti baffi bianchi e gli
occhi luminosi: era Giorgio Almirante.
Effettivamente
non capivo meno di un fico secco di quello che si discorreva durante quei
dibattiti televisivi ma n’ero ugualmente interessato per via della sua arte
oratoria.
Passarono
dieci anni dal mio primo voto, quando per caso o per forza mi venne chiesto da
amici di candidarmi alle elezioni amministrative del mio paese. Il problema era
il dovere scalzare dalla poltrona un anziano e logoro consigliere comunale,
neanche farlo apposta dell’ MSI.
Durante
questo breve periodo ho avuto la netta sensazione di essere, continuamente e
costantemente preso per il culo: richieste per
banchetti propagandistici ritirate all’ultimo minuto, contro campagne
elettorali, viscidi personaggi che mi offrivano aiuti per pagare i manifesti ed
altro, ero diciamo “vergine” in tutto questo gioco.
Avendo
molti amici ho proseguito dritto per la mia strada e un risultato è stato
raggiunto ma un’onda di marea, chiamata “Lega Lombarda”, ha spianato tutto e
tutti. Ricordo ancora una riunione con l’attuale ministro della difesa, in via
Mancini a Milano, che esortava i presenti a non preoccuparsi, perché la Lega,
era solo un movimento passeggero. Quella che ha azzerato parecchie
rappresentanze nei comuni del nord Italia e ancora adesso ha avuto notevoli consensi,
è una dei suoi maggiori alleati: altro che onda di marea!
Dopo di
che un’altra “uscita elettorale” con la neonata AN (abbandonata abbondantemente
prima di Fiuggi) e li è stato ancora peggio, quindi poi, sono rimasto talmente
schifato da tutto quel tipo di sistema che ho abbandonato in tutta fretta la
politica e sono divenuto, quello che si definisce nel nostro ambiente, un “cane
sciolto”, mi sentivo come un mastino rabbioso senza padrone (più cane sciolto
di così!).
Alcuni
anni più tardi, transitavo per lavoro in viale Certosa a Milano, la mia
attenzione è stata attratta da un manifesto con due trucidi personaggi e sotto
la scritta “Forza nuova”, chiaramente non potevano essere zecconi,
troppo tosti i personaggi ritratti! Appena arrivato a casa ho spremuto Internet
per informarmi e subito il “cane sciolto” aveva trovato la sua cuccia!
Forzanuova
era il monoblocco che cercavo, senza correnti, controcorrenti, contro
controcorrenti che in passato mi avevano assillato. Le sue idee avevano un
sapore fresco, genuino, direi puro e quindi mi sono innamorato subito e solo e soletto mi sono presentato, tesserandomi, ad un banchetto
propagandistico in piazza San Babila a Milano,
per mettermi a disposizione e rimettermi in gioco, solo che questa volta
non avevo un “collare” ma ero parte di un “branco”.
Forzanuova
è più simile ad un branco di Lupi e Lupetti che non a dei “cani” ammaestrati da
me incontrati nei passati trascorsi politici con il Mis
e Aenne. Forzanuova è
totalmente priva di gruppi o correnti. I “cani ammaestrati” che prima conoscevo
hanno fatto gran carriera: poltrone
comodissime, posizioni di prestigio, potere e poteri. Mentre io, fedele già da
un decennio a Forzanuova, siedo su una seggiola in un
piccolissimo comune di una località montana. Ruolo che m’inorgoglisce e non
cambierei, perché raggiunto senza
sotterfugi, lotte intestine, alleanze e altro di simile. La mia sedia è
stata ottenuta senza vendere gli ideali o compromessi, non importa se in altre
realtà il risultato elettorale è stato simile ad un prefisso telefonico, mi
sento bene lo stesso, senza problemi o l’assillo che assale i cacciatori di
poltrone.
Anche in
questa appena trascorsa tornata elettorale (mai come prima), ho assistito
all’azione dei professionisti della politica, con i loro continui
presenzialismi, serie di sfilate, sorrisi e strette di mano, pronti a
promettere tutto a tutti pur di ottenere un punto percentuale in più. Nessuno
di questi ha avuto il coraggio di negare o esprimere contrarietà per qualche
cosa.
Noi no!
Quando è
stato il caso lo abbiamo fatto, forse paghiamo lo scotto con il nostro “zero
virgola” ma per lo meno non ci siamo venduti a nessuno. Verrà un giorno che i
“professionisti” avranno riempito di letame ogni dove nel sistema, in quel
giorno noi saremo sempre in piedi e pronti per dare, non le risposte, ma le
soluzioni.
Senza se e
senza ma, senza ipocrisie o compromessi.
La
politica è sempre stata quella di ciò che conveniva e non di quello che era
giusto, questo è il male! Forzanuova continuerà, dove
sarà possibile e necessario a partecipare al “circo elettorale”, pieno di “bestie” e “pagliacci”, acrobati del seggio e mangiafuoco di tutte le
risme.
Forzanuova
continuerà ad essere presente fino alla rovina in cui inevitabilmente ci
porteranno e noi saremo lì, in piedi, martoriati, forse sfiniti ma pronti!
Luca Pilli
Ps:
Non preoccupatevi le armi ero autorizzato a portarle in quanto comandato al
servizio di vigilanza ai seggi elettorali durante il servizio militare.