Duilio Canu nasce a Milano nel 1969, da madre friulana e padre sardo, passa
un’infanzia felice lontano dalle tensioni che travolgono l’Italia durante gli
anni ’70, a 14 anni comincia a frequentare il primo nucleo del movimento skinhead milanese. Tutta la seconda metà degli anni ’80
trascorre senza che il movimento abbia
una particolare connotazione politica: concerti, sbronze in birreria, qualche
rissa tra bande per questioni di territorio sono gli unici episodi che
distraggono dalla grande noia di quegli anni, noia che
per molti ragazzi si trasforma nella ricerca di paradisi artificiali. L’eroina
comincia a mietere le sue vittime anche tra gli skins.
Nel 1988,
quando parte alla volta del Friuli, dove passerà un anno nella caserma di Aviano come carrista, tra le parecchie decine di ragazzi
che frequentavano il movimento skinhead solo pochi
sono completamente fuori dal giro delle droghe.
I mesi di naja incidono in modo permanente sulle sue posizioni
politiche, tanto che il suo unico pensiero al momento del congedo è quello di
ricostruire il movimento skinhead a Milano
sull’esempio dei camerati del Veneto fronte skinhead
e del nuovo vento che arrivava dall’Europa.
Il
movimento skinhead negli anni ’90 trovava una sua collocazione politica ben precisa.
Il 1990
segna la grande svolta per il movimento a Milano, al gruppo storico (i superstiti) si uniscono
gli skins della curva dell’Inter.
Nasce Azione Skinhead, Duilio è il presidente e membro del
direttivo.
Nello
stesso anno viene lanciata l’idea della “Base Autonoma”, la confederazione di gruppi extraparlamentari
che diventerà il soggetto egemone dell’area (fino al suo scioglimento di
fatto da parte della magistratura),
Duilio è tra i suoi dirigenti.
Nel 1994
nasce l’associazione giovanile Spazio Libero: l’obbiettivo
è creare il primo centro di aggregazione giovanile di area. Anche
in questo caso Duilio è il presidente.
Durante lo
stesso anno Duilio partecipa alle prime riunioni a Londra con Roberto Fiore,
Massimo Morsello e molti altri camerati, con l’obbiettivo di creare un nuovo soggetto politico in Italia.
Non
aderirà mai al M.S. Fiamma tricolore (così come non aveva mai aderito al MSI)
considerandolo troppo affine alle vecchie logiche partitiche
e lontano dalla sua visione della politica, ma tiene molti e buoni contatti con
la base militante.
Nel 1997 nasce Forzanuova, Duilio è il
referente milanese.
Nel 1998
la procura di Roma spicca mandato di cattura nei confronti di Duilio Canu, Roberto Fiore e molti altri dirigenti forzanovisti. La scusa è un’indagine sul movimento Hammerskins (movimento skin
mondiale del quale Duilio per un certo periodo era stato il responsabile
nazionale), ma l’obbiettivo reale era ritardare il
ritorno di Roberto Fiore dal ventennale esilio londinese e stroncare sul
nascere ogni tentativo di radicare il movimento in Italia.
Dopo tre
mesi di arresti domiciliari interamente scontati il
procedimento giudiziario perde molta spinta e si arena, a oggi non esiste
neanche una richiesta di pena da parte della pubblica accusa.
Cambia
l’organigramma di FN, nasce la figura del coordinatore regionale e Duilio
ricopre questa carica per la Lombardia.
Nel 2000
nasce l’ufficio politico di Forza Nuova, il suo massimo organo esecutivo, e
Duilio è tra i suoi 8 componenti.
Siamo ai
nostri giorni.
Che cosa vuol dire essere di “destra” negli anni 2000?
Un uomo di
destra deve essere: liberale, filo americano, sionista, fervente apostolo del
libero mercato, antifascista, solidale con l’immigrato, possibilmente massone,
abbronzato e sempre vestito alla moda.
… e aggiungo, un vero
uomo di sinistra deve essere: liberale, filo americano, sionista, fervente
apostolo del libero mercato, antifascista, solidale con l’immigrato,
possibilmente massone. abbronzato e sempre vestito
alla moda (gli ultimi due punti sono optional per i new global).
Detto
questo penso che sia chiaro che non mi considero uomo
di destra. In particolar modo nell’ultimo decennio la parola centrodestra,
insieme a centrosinistra sono diventate definitivamente le due facce della
stessa medaglia. La medaglia è il bipartitismo
all’anglosassone, laburisti e conservatori non rappresentano
schieramenti ideologici ma diversi interessi particolari.
E se è
vero, come è vero,
che gli interessi particolari vengono presi in considerazione in base
alla forza di lobby, e se è scontato che l’obbiettivo della lobby è influenzare
il potere politico per i propri interessi, è naturale vedere come obbiettivo
strategico delle lobby crearsi come asse trasversale ai due schieramenti.
Al giorno d’oggi entrambi gli schieramenti si vedono utili servi degli interessi delle
grandi lobby del potere globale.
Adesso
bisogna, però, trovare una definizione che sostituisca
la parola “destra” nelle tue prossime domande (diamo per scontato che sia stata
una piccola provocazione intellettuale).
Sono anni che ci penso, le abbiamo provate un po’ tutte:
nazional-popolare, social-nazionale, destra radicale…
sarò anche difficile ma nessuna mi convince, nazional-popolare mi ricorda Pippo
Baudo, social-nazionale: Craxi, destra radicale? Lasciamo perdere…
Fino a
qualche anno fa quando mi chiedevano di definire la mia idea
non esitavo a definirla fascista.
Fascista come era fascista lo squadrista del ’19, come era fascista
l’idea dei primi martiri della rivoluzione pre-marcia,
come era fascista l’assalto alle logge, ai grandi fondi agricoli, e alle sedi
comuniste.
Quell’idea
fascista che ancora non conosceva il regime, che disprezzava la vita comoda e
borghese.
Quell’idea
fascista ancora da scrivere ma che tanto
aveva già detto per mezzo del sangue e del sudore dei suoi militanti.
Certo era
scomodo e complicato iniziare una discussione con un preambolo del genere. La
parola “fascista” è stata combattuta al pari delle idee che esprimeva. Anche questa battaglia, la battaglia delle parole, era stata
persa. Ora, questa grande parola che così bene
sintetizzava le virtù del popolo italico è, per la stragrande maggioranza degli
italiani, una parola negativa, è stata associata ai più spregevoli concetti,
non ultimo quello di “destra”.
Per nostra
fortuna dal 29 settembre 1997 questo problema non esiste più, perché esiste una
parola che condensa ed esprime in un modo splendido quello che è il nostro modo
di vedere il mondo.
Questa
parola è “Forzanovista”!
L’amore per la mia terra, il mio popolo, l’amore per la giustizia, la
Civiltà, la convinzione della necessità di grandi ideali per vivere, la fede nella Verità, la ferma
determinazione nel diventare un tassello nella ricostruzione della Nazione.
La
convinzione che la breve vita trascorsa su questo mondo terreno deve essere
vissuta con un obbiettivo. Queste sono le motivazioni,
poco ragionate ma molto sentite, che mi hanno spinto a dedicare la mia vita
alla politica.
Non per
ultimo lo sprone dei miei camerati di oggi e di ieri.
L’esempio che mi hanno dato decine di uomini dei quali
ho letto le gesta sui libri di storia, sentite raccontate dai vecchi o
conosciute di persona. A questi camerati vivi o morti devo
molto.
La sovversione dei Valori, gli adoratori del male, con tutta la
schiera di schiavi che li precedono e li seguono. Questi sono i nemici che prima o poi affronteremo!
Siamo
parte di una grande guerra che parte dalla fine
dell’Europa Cristiana, con i primi filosofi relativisti, che passa dalla
riforma protestante, la nascita delle banche e della grande usura, la
rivoluzione Americana, la rivoluzione liberale (detta francese), quella
bolscevica, fino ad arrivare ai giorni nostri con le grandi multi-nazionali, le
lobby sioniste, la massoneria e i nuovi comunisti globali.
Il grande problema è che oggi, più di ieri, il nemico è meno
identificabile, non certo per merito di posizioni più moderate, ma per il
tragico degenerare della società in cui viviamo. Se l’usuraio, il ladro,
l’assassino, il truffatore, l’eretico erano ben
identificati nelle campagne europee del dodicesimo secolo, la stessa cosa non
si può dire della metropoli del ventunesimo secolo, dove il centro della città
è la banca e l’ideale di vita è l’anti-tradizione.
Dio è con
noi!
Spirito di abnegazione, sacrificio, coraggio intellettuale e fisico,
determinazione, accettazione della propria condizione, Fede. Questi sono gli
ingredienti necessari ad ognuno di noi per poter combattere ogni battaglia con
la certezza di vincere.
Se queste
doti personali vengono armonizzate in una
organizzazione agile, intellettualmente vivace, e forte del numero, dobbiamo
pur rassegnarci a vincere!!!
Divido la
domanda in due: il grande sbaglio del fascismo pre
conflitto e post conflitto.
Il più
grande errore del fascismo pre conflitto è non aver concluso definitivamente la grande operazione antimassonica
iniziata con grande intuito ed energia ma fermata a metà:
la
casa Savoia doveva conoscere l’esilio almeno 20 anni prima!
Il
fascismo repubblicano, epurato dal cancro sovversivo, avrebbe potuto cambiare
l’evolversi della storia.
Nel dopo
guerra l’ambiente fascista ha commesso una serie di errori
tragici. Forse il più grave (per le conseguenze) è stato non cavalcare la
contestazione pre ’68. Se i miopi dirigenti del MSI
non avessero dato l’ordine di lasciare le università in mano al movimento
studentesco e di appoggiare le cariche sbirresche probabilmente in Italia si sarebbe vissuto un ’68 diverso da tutto il resto
del mondo. E, oggi, sappiamo bene cosa ha portato il
’68 nelle società che lo hanno subito.
In questo
caso divido la domanda in tre: prima, durante e dopo la guerra.
Il più grande successo del fascismo prima del conflitto sono state
tutte quelle leggi sociali che hanno portato l’Italia ad essere faro di
civiltà, quando in Inghilterra i bambini lavoravano nelle miniere i figli dei
nostri operai andavano in vacanza al mare nelle colonie! Il Duce scriveva alla
famiglia Agnelli “consigliando” loro di creare mense e asili all’interno delle
fabbriche. Se oggi un Bertinotti ha qualcosa da difendere dello stato sociale è quello che il fascismo ha inventato.
Durante il
tremendo conflitto mondiale che ha dilaniato l’Europa, l’Italia era ancora più
tragicamente straziata dai danni di vigliacco tradimento, gli
anglo americani sbarcati in Sicilia avanzavano, gli alleati tedeschi
occupavano militarmente la penisola. Ma ecco ancora il genio
italico che emerge: nasce la Repubblica Sociale che raccoglie la bandiera dal
fango e la alza al vento, chiamando a raccolta gli italiani. Non c’erano
più le allegre colonie, le grandi adunate del sabato. Questa volta il fascismo
offriva loro la possibilità di combattere e morire per riscattare la patria
dall’infamia del disonore. Ecco il grande successo del
fascismo: decine di migliaia di patrioti andarono a combattere e morire. Grazie
al loro sacrificio, al sangue versato, l’onore d’Italia è salvo.
Noi, i
nostri figli e i figli dei nostri figli
possiamo e dobbiamo dirci fieri di essere italiani!
Dopo la
guerra e fino ai nostri giorni l’ambiente fascista non ha avuto molte occasioni
per ottenere grandi successi. Una cosa è certa, se oggi sono qui a scrivere su
questi argomenti qualcosa debbo a chi è venuto prima
di me. Forse non saranno stati tutti eroi, forse hanno fatto tanti sbagli,
forse potevano fare di più, ma se non ci fossero stati o avessero ceduto alle
lusinghe del potere in quanti saremmo a militare per l’idea? Ecco il successo
del dopoguerra, la resistenza, culturale, ideale; la bandiera non è stata
deposta!
L’obbiettivo di Forza nuova è la ricostruzione nazionale.
Quando si parla di ricostruire si da per scontato che
ci sia stata precedentemente una distruzione. Proprio questo sta succedendo in
Italia, un’enorme coalizione di forze della
sovversione stanno lavorando per distruggere l’Italia così come la ricordiamo,
la immaginiamo e la sogniamo noi. Vogliono ridurre l’Italia ad un’entità
geografica, un piccolo pezzo del mercato globale.
Purtroppo
per noi sono a buon punto.
La
risposta alla domanda precedente può benissimo essere la stessa a questa
domanda. Sappiamo bene che la sovversione odia il genere umano e non un popolo
in particolare. Se esistono popoli che producono e
popoli che consumano non è per scelte qualitative ma solo per spietati calcoli
economici e di convenienze strategiche.
Uff…
che domanda generica!
Abbiamo
detto che l’Italia è stata per millenni il faro di civiltà nel mondo, questo
perché la nostra terra ha dato i natali ai più grandi uomini della storia. Come
si può definire il migliore tra questi. Ognuno di loro ha potuto dare il meglio
di sè perché preceduto da altri grandi che hanno
creato l’“umus” per farlo nascere.
Cosa
avrebbe lasciato Cesare senza Roma e Carlo Magno
senza la Cristianità?
Posso
andare a simpatia ma penso che si entri in una soggettività che considero poco interessante in questo contesto. Ma se proprio volete un personalissimo parere
l’uomo che considero tra i più grandi della storia è Benito Mussolini,
per le grandi idee che ha prima elaborato e poi incarnato e per il coraggio con
il quale è stato simbolo e bandiera per il suo popolo.
Vedi
sopra…
Quello che
posso dire è che probabilmente il più grande
personaggio mondiale sarà per forza di cose italiano, o europeo. Ho provato a
pensarci ma non mi viene in mente nessun personaggio extraeuropeo che possa solo avvicinarsi alla grandezza dei grandi uomini che
hanno fatto la storia dell’Europa e, quindi, della civiltà.
Un
messaggio o un giudizio che vorresti lasciare a chi leggerà questa
intervista.
Siamo di
fronte ad uno scontro epocale, le forze della sovversione
sono attestate su posizioni molto avanzate, le isole di resistenza sono sempre
meno, il nemico della nostra civiltà attacca questa isole di resistenza con
tutti i mezzi che ha a disposizione. Sempre più difficile è capire dove ci siano sinceri alleati e dove invece il nemico si sia già
incuneato. Ricordiamoci che il nemico non è materiale, il nemico è un’idea, è
il liberalismo, il buonismo, la finta solidarietà e,
ancora, l’arroganza, l’eresia ad ogni costo, l’intellettualismo da salotto, la
vita borghese, la rivoluzione permanente. Diffidate dai
finti camerati! Camerata è colui il quale condivide con noi la stessa trincea,
lo stesso campo di battaglia, la stessa nostra strategia e la stessa tattica.
Imparate a riconoscere lo spirito di sacrificio, rispettate chi combatte al
vostro fianco, siate pronti a dare la vita per lui
come lui è pronto a darla per voi. Disprezzate i vigliacchi, gli opportunisti,
i provocatori, gli infiltrati, i traditori.
Abbiate
paura del nemico così da apprezzare il coraggio di affrontarlo.
Siate intransigenti con voi stessi, siate un esempio!
Se
condividete la nostra grande idea cercate una sede di
Forza nuova, iscrivetevi e mettetevi a disposizione del movimento. Ognuno di
noi può essere il tassello che manca per la ricostruzione nazionale.
In alto i
cuori!
Duilio
Il 1990 segna la grande svolta per il movimento a Milano, al gruppo storico (i superstiti) si uniscono
gli skins
della curva dell’Inter,
Nasce
Azione Skinhead, Duilio ne è
il presidente e fa parte del direttivo. Il primo attacchinaggio (contro lo sciacallaggio mediatico che, ieri
come oggi, produceva enormi ingiustizie) si conclude
tragicamente: un equipaggio di Azione skinhead viene
attaccato dagli autonomi davanti al CS Leoncavallo i
quali trovano pane per i loro denti: uno degli aggressori rimane a terra
gravemente ferito.
Sette
arresti, tutti skins, è il bilancio della prima
uscita politica (più di un anno e mezzo di galera a testa).
Negli anni
successivi le attività di Azione Skinhead
si moltiplicano, si apre una sede in Via Carabelli, i
militanti sono più di cinquanta e i simpatizzanti superano il centinaio.
AS
contribuisce al lancio della Base Autonoma (AS, VFS, Ideogramma, Movimento politico,
il Sentiero ecc.) che diventa in breve il gruppo più rappresentativo
dell’ambiente extraparlamentare italiano.
Alle
classiche attività di propaganda si sommano le prime iniziative culturali,
presentazioni di libri e conferenze.
Si lavora
per aprire un nucleo studentesco all’interno dell’Università Cattolica di
Milano (ordine studentesco dell’Arcangelo Michele).
Le uscite
pubbliche sono sempre ardite e si concludono, quasi
nella totalità dei casi, con fermi di polizia o arresti.
L’attacco
alla “corrotta democrazia” non viene gradito dal
sistema che sguinzaglia i suoi mastini.
Ai
militanti di AS viene impedito di incontrarsi in
luoghi pubblici in numero superiore a 5.
Le
perquisizioni domiciliari diventano pratica usuale.
Nel 1993
la procura di Milano sequestra la sede di Via Carabelli
e infligge l’odioso obbligo di dimora a più di 60 militanti, è il primo grande processo della legge Mancino (si concluderà 5 anni
più tardi con pene che variano da qualche mese a un anno e mezzo di
reclusione).
Tutta l’attività
di AS continua cambiando gli orari.
Le
riunioni sono spostate alla domenica pomeriggio, ci si
incontra in centro il sabato mattina.
Nascono i
primi gruppi musicali RAC a Milano, ADL 122 e Corona Ferrea (in quest’ultimo Duilio suonerà il basso dal 1994 fino allo
scioglimento).
AS prende
in gestione un’antica trattoria alle porte di Milano, “Pizzabrasa”,
dove si svolgeranno parecchi raduni e concerti con la presenza di centinaia di
camerati provenienti da tutta Italia.
Nasce
ASL88 (Azione Lombarda Skinhead) un centinaio di
militanti e due grandi sedi in Lombardia.
Nel
1997/98 AS si scioglie, molti militanti passano con FN, altri si ritirano a vita privata, qualcuno resta con hammerskins nation.