Emanuele, detto “Lele”, cantante
del gruppo musicale “Hobbit”, militante veronese.
Se per Destra si intende
quella liberale di Berlusconi e Fini,allora non mi
considero di Destra. Se invece si fa riferimento a quell’ambiente
umano che non ha fatto propri i temi della Resistenza, che lotta per la salvaguardia della propria stirpe sotto le insegne Nazionali
e Sociali allora posso considerarmi
parte di quella che viene definita “Destra Radicale”.
Non credo
esista episodio particolare che ad un certo punto della tua vita ti spinge a
fare una scelta politica ben precisa. Ho sempre diffidato di Fini che riferì di essersi iscritto al Fronte della Gioventù dopo che
non gli era stato consentito, da un picchetto antifascista di entrare in un
cinema di Bologna per vedere “Berretti Verdi”.Credo
invece che magari ci possano essere degli avvenimenti per lo più emozionali che
fanno emergere un qualcosa che già ci portiamo dentro.Nel mio caso fu una scritta sul corso principale di
Salerno “il sangue contro l’oro” che colpì la mia immaginazione e quel simbolo
(la croce cerchiata) che mi fece scoprire la mia origine.
La Destra forcaiola e liberale.
Qual è
il migliore alleato della Destra Radicale?
Quella parte di popolo non americanizzata, che conserva ancora una
coscienza critica e non si lascia ammaliare dalle televisioni e dai programmi
come il “Grande Fratello”.
Credo che
la base abbia sempre agito in buona fede. Stessa cosa non potrei
dire di alcuni leader degli anni ’60/’70 che hanno fatto carriera sul sangue di
tanti giovani che morivano nelle strade di tutta Italia!
….ed il più grande successo?
La Destra
radicale parlava di mondialismo già negli anni 70
quando le sinistre erano congelate su un bieco antifascismo.
Oggi i “No
global” credono di aver scoperto l’acqua ma non sono
credibili visto che per anni hanno parlato di
“Villaggio Globale” e continuano a favorire l’immigrazione che del mondialismo non è che il primo passo in quanto favorisce il
processo di dissoluzione delle Tradizioni di ciascun popolo.
Borghese
nel senso peggiore del termine ma con forti sacche di resistenze popolari
specie nelle campagne, mentre vedo le grandi metropoli sacrificate sull’altare della multi etnicità.Tutto sacrificato
in nome della “produzione”; si lavora per far crescere le Borse ma il lavoro
non deve alienare l’uomo bensì gratificarlo.
Penso
all’Antica Roma ed al suo splendore e la mia mente va al singolo Legionario che
si è sacrificato in nome dell’Urbe.
Un
messaggio o un giudizio da lasciare a chi leggerà l’intervista..
Fate
vostro l’esempio della sentinella di Pompei che durante l’eruzione del 76 a.c.
era a presidio di una porta della città. Nonostante il mondo gli stesse
crollando addosso il suo corpo fu trovato carbonizzato
ma immobile nella sua posizione fiera ad Eterno presidio della lotta tra le
forze del bene e del male.