PACIAFONDAI
Un’estate
“calda” questa! Un periodo in cui si sono susseguiti una molteplice serie
d’eventi di portata storica, anche alcuni fatti di cronaca rilevanti, tutti
riferiti alla questione mediorientale o islamica che dir si voglia, per una più
stretta definizione dei termini. Per le cronache, sono stati un susseguirsi di
“mostri estivi” sotto forma di extracomunitari violentatori o assassini, il più
delle volte proveniente da paesi mussulmani.
Non scendo
per ora nei particolari, agghiaccianti e cruenti di questi avvenimenti, non lo
faccio per non cadere nella rete che l’unico extracomunitario cattivo è
l’islamico non integrato, non lo faccio per non escludere da un mio più duro
giudizio le numerosissime bande albanesi che considerano il valore delle loro
donne, che mandano a prostituire, come noi consideriamo le vacche per la
produzione del latte e le nostre famiglie che abitano in villette isolate con
la stessa identica considerazione.
Questi
sono i “piccoli” guai che giornalmente tappezzano le pagine dei quotidiani,
mentre le prime pagine a colori sono dedicate all’evento dell’anno e per usare
un poco di fantasia e fantasticare di cosa scriverebbe un nostro giornale, la
notizia si evidenzierebbe così: …”Dopo la sproporzionata reazione d’Israele,
causata dal rapimento di due suoi soldati è stato sventato un tentativo
d’attacco contro
L’esercito
libanese ha il potenziale di reazione e di fuoco pari a quello del Burundi,
dunque: perché i circoncisi non hanno finito il
lavoro, presto, velocemente e in maniera “pulita”? I motivi del perché non sono
state sfruttate pienamente le informazioni satellitari e spionistiche per
sferrare un attacco decisivo, sono molteplici: in primo luogo la guerra sarebbe
stata simile alle passate e ormai mitiche del Vietnam e Afghanistan. Contrastare
un nemico con una tattica “mordi e fuggi” avrebbe elevato alla decima potenza
le perdite già subite, principalmente per stimolare una reazione bellica dell’obiettivo
primario…
Questo ha
intrapreso rapporti commerciali con
Si è preso
il gusto di portare pace ovunque lo richiedessero, senza misurare il costo che
le nostre misere e mistificate casse statali dovranno sborsare, del resto se
siamo diventati una nazione di servi è solo colpa nostra o del nostro
tradimento. Questo succedeva durante il precedente governo, quando a comandare
c’era un ex nazionalista ora filo sionista e un imprenditore massonico che erano
criticati per le loro scelte interventiste in Iraq. Sempre questi pseudo pacifista ora si sono calati nel glorificante e
gratificante ruolo di paciafondai con un piccolo, espressivo
e curioso particolare sul nostro tricolore, “adorato” dono massonico, che ha
spodestato un’altra bandiera. Ultimamente il tricolore l’ho visto in tutte le salse: appeso al
contrario, sotto sopra, taroccato con scritte…stellette e numeri, mai n’avevo
visti così tanti dall’anno 1982, esposti ai balconi, sui tetti, sugli alberi.
Pare che solo il gioco (per altro brutto) del calcio della nostra squadra
nazionale, risvegli i sentimenti nazionali, l’amor patrio e l’orgoglio
patriottico. Sono perfettamente d’accordo! Va bene anche così! Un poco per
orgoglio nazionalista e un poco per la felicità di aver visto la scomparsa d’altri
“stracci” dalle finestre.
Ormai
marce, appassite e logore, unte e consunte come il cappotto di un barbone
mangia rifiuti, le bandiere multicolori della pace, ora si vedono raramente
penzolare solo da qualche abbaino o casa di periferia. Sono la schifosa e
lacera testimonianza di un pacifismo ipocrita e partigiano. Ricordo ancora le
polemiche sorte dopo le proposte (per fare un nome) della compagnona paciafondaia Lidia Menapace e le
sue passate considerazioni sulle gloriose “Frecce tricolori”, che le riteneva inutili,
rumorose, inquinanti ed aggressive. Lei, era fra le maggiori sostenitrici per
il loro scioglimento! Ora vedo i filmati degli sbarchi del battaglione San
Marco a Tiro in Libano e mi chiedo se i mezzi anfibi da loro usati sono
catalizzati o Eco-diesel, in regola sulle normative
ecologiche e anti inquinamento, se i colori mimetici
e le calibro
Consideriamo
che, se i nostri soldati subissero un attacco o un
attentato cosa dovrebbero fare? Riunirsi in un collettivo e dibattere con i
“compagni di camerata” il da farsi? La risposta giusta è, nel migliore dei
casi, una bella raffica di mitra. Nel caso in cui, alcuni commando sionisti venissero intercettati, in chiara violazione dei patti di
tregua, cosa hanno detto ai nostri soldati di fare? Come reagire? Probabilmente
dovranno prendersi del “fuoco amico” senza fiatare, del resto se cade un aereo U.S.A è stato un incidente, se decine di carri armati
circoncisi vengono distrutti c’è il silenzio. Il
silenzio…condizione strategica per molti, un silenzio che da molto si sente per le strade circoncise…nessun urlo di un Kamikaze
palestinese prima di farsi esplodere, nessuna notizia di bambini Libanesi morti
a causa di bombe circoncise…il silenzio dell’O.N.U
sulla striscia di Gaza. Calo anche io un triste silenzio sulle armi di
distruzioni di massa mai trovate in Iraq, sull’arroganza Francese che si è
voluta prendere il comando della missione di pace in Libano dopo che era stata
“bacchettata” per lo scarso impegno, sulla protèrvia dei paciafondai
miei connazionali, sull’immobilità mondiale nei confronti della causa
palestinese.
Potrei
sognare un giorno in cui la bestia sionista sarà decapitata definitivamente, il
mondialismo solo una favola per bambini, gli Stati uniti
d’America smembrati…ma il sognare equivale a dormire.
Il sogno è un silenzio pieno d’immagini, quindi preferisco a questa comoda
posizione, il continuare a scrivere, urlare e manifestare.
Pilli Luca
Ps: il
termine “paciafondaio” è stato forgiato a S.E. Benito
Mussolini.