MassimoPensiero è la sezione
che contiene una raccolta di frasi e riflessioni fatte da Massimo, tratte da interviste, da giornali, dai concerti o direttamente dai testi delle sue canzoni. In queste "pillole di saggezza" è possibile ritrovare un estratto del MassimoPensiero, cioè quello che Massimo pensa della vita nonché delle problematiche e dei valori che la vita porta con sé: l'amicizia, il successo, il rispetto per gli altri, la solitudine, la musica, l'amore... Inoltre si potranno trovare brevi commenti di Massimo a qualche sua canzone e a qualche album da lui scritto, dai quali è possibile capire cosa sta dietro ai suoi dischi di successo.
La vita
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"Deceleriamo dai, prodezze no, non pagano mai. Inutilmente eroi; se è vita che vuoi, seguila, non sfidarla. Vai sereno incontro al tuo tempo, sai si viaggia meglio sognando, vai amandoti un po' di più e arrivi laggiù. Dai guai non ti allontani correndo e poi perché ci stiamo perdendo noi in strane malinconie e assurde fobie."
La musica e la professione di cantante
"Lentamente mi sono accorto della possibilità di esprimere qualcosa
di mio sia attraverso la musica che attraverso i testi: ho cominciato a comporre le mie prime cose, e a cantarle, quasi con stupore. Ecco, lo stupore è importante: mi sono sempre stupito di una canzone finita, quando cantavo le parole che io avevo composto con la musica che avevo in mente... E' una sensazione strana accorgersi che le tue emozioni, le cose che avevi dentro di te e che difficilmente riesci a tirare fuori parlando con gli altri, acquistano una forma e un senso, che attraverso la musica comunicano anche agli altri, vivono quasi di vita propria e possono viaggiare fuori da te. Anche oggi provo qualcosa del genere di fronte ad un nuovo pezzo, anche oggi mi stupisco, mi emoziono, mi incanto: credo che questo, assieme a quella specie di mistero che sta dietro ogni creazione, sia essenziale, altrimenti comporre musica e scrivere parole diventa mestiere."
L'amore
"Quello che mi ha aiutato in amore è stata la scoperta della vera sincerità, sincerità verso me stesso e verso la mia donna. Adesso preferisco mostrarmi per quello che sono fin dall'inizio, evito di dare di me un'immagine migliore, di mostrare solo i miei lati più belli. Non fingo di essere meglio di quello che sono: se la donna che amo mi apprezza ugualmente, se non impazzisce per i miei lati peggiori, la storia ha buone probabilità di funzionare. E se una storia funziona su queste basi, è possibile crescere assieme, perché una donna che ti accetta con le tue imperfezioni ti stimola a migliorare molto di più di una donna che ti vuole a tutti i costi diverso da come sei."
La bellezza e il successo
"Professionalmente devo moltissimo al Festival, ma certo il primo anno non ho vissuto una esperienza facile. Ricordo soprattutto di essere stato subito trattato come il cantante belloccio: ho percepito che per gli altri il mio asso nella manica era l'aspetto, non certo il talento o il brano che proponevo. Ora non voglio dire che l'aspetto non sia importante, però mi sono sempre rifiutato di credere che sia l'elemento che determina il successo di un artista. D'accordo, una bella faccia funziona meglio di una brutta, ma solo con quella non si va lontano. E poi , per servire davvero, deve essere una faccia in grado di raccontare qualcosa, di esprimere un vissuto, di emozionare. Invece si tende sempre a imporre un tipo di estetica stereotipata, secondo canoni stabiliti, una estetica che spersonalizza e appiattisce. Lo stesso discorso vale per i vestiti. Il pubblico si sente attratto da una immagine se in qualche modo percepisce che questa immagine è autentica, è quella vera, corrisponde ad un preciso modo di essere nella vita di tutti i giorni. In quei giorni confusi del Festival, desideravo essere apprezzato per la mia canzone e cercavo inconsciamente di non essere allontanato troppo da me stesso, di non essere più o meno esplicitamente pilotato, imbrigliato in un personaggio 'vincente' ma artefatto. Volevo cantare la mia canzone, pettinato come al solito, vestito coi miei vestiti, truccato il meno possibile."
La solitudine e il bisogno di comunicare
"Quanta distanza tra di noi, indifferenti sempre più lontani, viviamo troppo in fretta nel caos delle città. Questa vita non ci aspetta, ci confonde, ci nasconde."
"Soli siamo soli, sempre più soli in questo mare, mentre ognuno pensa solo ai fatti suoi... Siamo soli e non abbiamo ragioni, non cerchiamo parole come gocce nel mare, e non ci incontriamo mai, siamo troppo distanti, come fratelli disperati, siamo tutti incasinati..."
L'aldilà
A proposito della canzone "Un giorno vedrai" di Anime, considerato il testo più autobiografico, Massimo dice: "E' il pezzo che sento di più. Parla dell'aldilà, un argomento che generalmente può spaventare. Credo che la morte debba essere vista come un aspetto della vita, un passaggio, in fondo è l'unica certezza che abbiamo. E più che paura di morire, dovremmo avere VOGLIA DI VIVERE".
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"Sorriderò, sorriderai e sopra le nuvole scoprirai nuove pianure e poi città dove rinasce quel che finisce e un nuovo giorno sarà, immenso per noi, che non abbiamo avuto mai le carezze di una vita un po' distratta per i fatti suoi..."
Il desiderio di libertà
"Siamo nati liberi, liberi come il sole, liberi di decidere se vivere o morire, io non lo so, però, che senso ha; io non lo so, però..."
L'amicizia
"Lo so che a volte ti ho ferito, che lei piaceva pure a te, ma chiedo un po' d'aiuto che ieri ti ho negato io e che può darti solo. Un amico vero che anche se fa male sia sincero, un amico vero che non si tira indietro mai, che ti parla con il cuore ma non ti ferisce se è un amico vero come te". "In un mondo che ormai cade giù, è un miracolo che ci sei tu"
Il rispetto e l'amore per gli altri
"L'hai capito o no, siamo sempre in guerra, non parliamo più neanche dentro un bar; niente cambierà con lo spray sul muro se all'incrocio poi, tiri il vetro su, te ne freghi e vai. L'hai capito o no che alla porta accanto c'è qualcuno che ha i problemi tuoi, quante volte anch'io poi mi chiudo dentro e non sento chi perso come me sta gridando: Ama gli altri come te, l'hai scordato ormai, ama gli altri come te, l'ho scordato anch'io, che si potrebbe vivere tutti uguali senza muri, ama gli altri come te. L'hai capito ormai che non ho risposte per un figlio che chiederà perché qui nessuno mai ci ha insegnato niente, non mi fido più non ti fidi più della gente. Fai cadere il muro fra di noi, se mi vuoi, ora anch'io ti sto cercando lo sai."
La fiducia nel futuro
"A tutti quelli della mia generazione che sono a un bivio come me, a te che credi in te, a te che suoni nelle strade, a te che il nome non lo so, a te che più non ho. Per chi di lacrime ne ha piante e ha visto ridere sul pianto suo, per tutte quelle facce stanche che hanno chiesto aiuto a Dio; per chi si è perso e chi si incontra ancora sull'autostrada della vita, per chi non trova uscita: Qualcosa cambierà, è scritto nelle tue mani, se non ti fermerai qualcosa cambierà."
Massimo parla di "ANIME"
"Disincanto è il termine giusto per riassumere lo stato d'animo dominante mentre lavoravo ai miei pezzi. Ma, contrariamente a quanto pensavo in passato, non si tratta di uno stato d'animo negativo. E' una maggiore consapevolezza di me, degli altri, delle situazioni. L'ho acquistata vivendo, riflettendo su quello che mi era successo. Alla distanza ho capito che i momenti più importanti nella vita sono quelli duri, quando si deve lottare, quando si vive una situazione difficile. Come si dice, quel che non ti ammazza ti rende forte. Io ho dovuto lottare per scrivere le mie canzoni, era molto più semplice limitarmi a fare l'interprete. Dovermi imporre mi ha dato una motivazione più forte. Il fatto di essere un autodidatta assoluto, senza che me ne rendessi conto mi toglieva convinzione: sapevo che c'era in giro molta gente più preparata di me. Quando ho visto che al pubblico le mie canzoni piacevano, ho superato le mie insicurezze: ci sarà sempre qualcuno più bravo di me, ma io ho delle cose da dire e cercherò di farlo nel modo migliore, rispettando chi mi ascolta, senza vendermi per quello che non sono".
Massimo parla di "CRESCENDO"
Crescendo non è soltanto il titolo ma è soprattutto il concetto di fondo del disco. Tra un lavoro di ricerca musicale e una fusione delle esperienze vissute e maturate ho cercato di dare continuità al lavoro iniziato con Siamo Nati Liberi e Anime.
[...] Crescendo è un disco sincero, un lavoro molto diretto costruito con pochi fronzoli, poche elucubrazioni, direi pochi contorcimenti mentali: abbiamo cercato di mantenere la spontaneità e la freschezza della prima ispirazione cercando di non perderci nella congestione della tecnologia. L'idea di base è stata quella di rispettare la natura di certi suoni, soprattutto acustici, e fonderli con sonorità più ricercate, più elettriche. La voce è stata registrata sempre in regia e il suono risulta molto confidenziale e caldo, soprattutto in alcuni brani.
[...] Crescendo contiene 12 canzoni: dodici piccoli mondi legati l'uno all'altro dal concetto della crescita. Crescita, dubbio e disincanto sono i temi fondamentali che si snodano nei testi di questo disco. Ho sentito il bisogno di raccontare la storia (le storie) di un ragazzo di 29 anni che crescendo inizia ad avere nuovi punti di vista, che cerca di essere più realista e meno sognatore. Racconto storie un po' vissute e un po' inventate, che comunque contengono moltissimo di me. Forse per questo mi diverte definirlo un disco al "gerundio", anzi meglio al presente progressivo, dato che molti testi, durante la produzione, sono cresciuti con la musica: alcuni su improvvisazioni, altri in modo più riflessivo, ma sempre riferendosi al presente pur contenendo esperienze vissute in questi anni, non importa se positive o negative. Non credo che questo album rappresenti una svolta, non mi pare di aver fatto un cambiamento radicale, piuttosto la definirei una naturale evoluzione, o meglio una "crescita". Mi piace pensare che il pubblico, che mi ha fin qui amato e seguito, possa raccogliere il mio invito a crescere insieme a me, a fare uso delle proprie esperienze per imparare e migliorarsi, così come cerco di fare io.
Massimo parla de "IL MIO TEMPO"
Interv: Dopo l'esplosione nel '96 con "Se adesso te ne vai", è come se tu ti fossi anche fermato un attimino, te la sei presa un pochino più comoda. C'è stato l'episodio di "Dieci", che risale a 2 anni fa, al '99, e adesso ti concedi con "Il mio tempo" che è già a un antologico. E' una scelta precisa? Molti potrebbero dire 'forse è un po' presto, poteva aspettare ancora uno o due album'.
Max: Probabilmente avrei aspettato anch'io, ma c'è una cosa importante. Sono stato fortunato, ma dai miei 4 dischi sono usciti più di un singolo, ogni album ha fatto uscire quasi 4 singoli. Infatti, in questo Greatest hits ci sono 2 inediti più 14 successi. Alcune canzoni sono rimaste fuori, però ho cercato di scegliere forse i pezzi più rappresentativi del mio percorso, del mio lavoro.
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Interv: Come hai scelto invece i due inediti?
Max: Mi sembrava giusto parlare del tempo come qualcosa di importante e di non importante. Il tempo forse ce lo inventiamo, è un protocollo in realtà. Però non deve essere una cosa che ci condiziona eccessivamente. Secondo me bisogna vivere con meno fretta, con meno ansietà. E' una scelta coraggiosa, perché molti, presi dal vortice, hanno paura di scendere un attimo, di dire 'mi fermo'. Invece bisogna avere il coraggio di farlo. Anche perché, facendo questo lavoro, scrivendo musica, non riesco a raccontare cose che non ho vissuto, non riesco ad avere dei sentimenti da dare agli altri se io prima non li ho vissuti da essere umano, da persona normale. Se invece stai sempre nel vortice, queste cose non riesci a viverle...
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Interv: Breve introduzione a "Un giorno vorrei...", il secondo degli inediti contenuti ne "Il mio tempo".
Max: "Un giorno vorrei..." rispecchia un po' il mio pensiero attuale, cioè sono le cose che ho e avevo dentro e che volevo comunicare alle persone che ascoltano la mia musica, probabilmente anche a quelle persone, fans o non, che mi seguono e che traggono qualcosa di positivo magari dalle mie canzoni, dalla mia musica: una vibrazione, un sentimento o semplicemente gli piace. Forse cantando questo brano io riesco a spiegarmi sicuramente meglio di come non riesca a fare con tante parole.
Massimo parla di "VERAMENTE"
"Veramente è un viaggio emotivo attraverso gli umori e i sentimenti. Ho cercato di cogliere l'essenza delle emozioni, descrivendo con toni differenti il cammino di un sentimento, quando nasce, come si evolve, la sua esplosione o implosione. Storie in prima persona che descrivono la gioia, il dolore, l'indipendenza, l'orgoglio, la fragilità nei sentimenti e nei rapporti umani".