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Gerusalemme
Nell'anno che celebra il centenario della morte di Giuseppe Verdi non poteva mancare un omaggio danzato alla musica del grande compositore. Per uno strano caso del destino l'autore, che forse più di tutti ha amato i ritmi semplici e smaglianti dei "ballabili", intessendo indissolubilmente le sue grandi arie al ritmo del valzer, del bolero, della polca e così via, ha composto una quantità relativamente modesta di musiche per balletto. Le occasioni per comporre ballabili vennero a Verdi dall'uso tutto parigino di inserire un vero e proprio balletto all'interno di un'opera (Grand Opéra). Citiamo da un articolo del direttore d'orchestra Antonio de Almeida, specialista di esecuzioni di musica da balletto, nonchè l'unico direttore che abbia lasciato una discografia pressochè completa dei ballabili dei grandi operisti italiani Verdi compreso: "Una delle regole più frivole, ma che non ammettevano eccezioni del Grand Opéra francese era la presenza obbligatoria di un elaborato balletto poco dopo l'inizio del terzo atto; per quell'ora i membri del Jockey Club avevano terminato la loro cena luculliana e potevano così rifugiarsi all'Opéra in Rue Le Peletier, arrivando giusto in tempo per applaudire le loro protette del corps de ballet". Nacquero così i ballabili di Jerusalem (Opéra, 26 novembre 1847), danze per un'opera discontinua che lo stesso Verdi volle rieditare in un'altra (I Lombardi alla prima crociata), Le quattro stagioni scritte per I Vespri Siciliani (Opéra, 13 giugno 1855), Le Trouvére (Opéra, 12 gennaio 1875), per la versione francese del Trovatore e ancora un balletto per Machbet (Théatre Lyrique, 21 aprile 1865), Le ballet de la Reine - La Pérégrina (Opéra, marzo 1865), per il Don Carlos e i bellissimi ballabili per Otello (Opéra, 12 ottobre 1894). Dobbiamo citare ancora le danze di Aida, ma non pensate come un balletto autonomo all'interno dell'opera, come nel caso degli altri balletti citati e qualche ballabile sparso in altre opere con la stessa valenza. Peccato che il compositore, pur avendo una grande facilità e un'enorme fantasia nel creare piccoli grandi capolavori per la danza, non ci abbia lasciato balletti completi e autonomi dal contesto operistico. Nella selezione delle musiche che, insieme a una scelta serie di bellissimi ballabili, compongono la colonna sonora dello spettacolo Gerusalemme, ci siamo lasciati guidare dal messaggio intrinseco e universale che emana da certe composizioni, più che dal significato contingente e circosatnziale delle varie opere da cui sono tratte. Cosa, musicalmente, può caratterizzare maggiormente l'arroganza e l'oscura forza del Potere meglio di certe frasi di ottoni perentorie e drammatiche del Machbet, e c'è forse un inno più adatto di "Va' pensiero" per esprimere l'anelito, e il sogno di libertà di un popolo oppresso? I legami tematici, le atmosfere e, diaciamo, il tessuto connettivo che costituiscono la base musicale delle spettacolo, sono stati desunti principalmente dai materiali sinfonici (ma non mancano arie orchestrate) de Il Trovatore, Otello, Un ballo in maschera, Nabucco, Simon Boccanegra e altre, ma per gli amanti dell'approfondimento diamo qui di seguito l'elenco dei brani utilizzati con le relative provenienze.
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brochure - stampa - Loredana Bertè |