IL TEMPO - domenica 29 luglio 2001
cultura e spettacoli - p. 15
 
Fracci-Bertè, madri contro
Sulle note di Verdi l'amore di due giovani divisi dalle famiglie
 
Debutto sotto il segno di Pacolli
Loredana: "Io sarò la voce della rabbia, Carla il gesto"
 
Roma - "Sono sempre stata una donna contro e lo sarò anche in questo spettacolo". avvicina il ritorno di Loredana Bertè. La turbolenta cantante sarà la protagonista, a partire da domani a Roma, alle Terme di Caracalla, di "Gerusalemme", spettacolo di musica, danza e canzoni scritto e diretto da Beppe Menegatti: una sorta di "Romeo e Giulietta" dei nostri tempi sulla lotta tra due famiglie, una musulmana e l'altra ebrea, e l'amore di due adolescenti, Mohagen e Joelle. Con lei, in un inedito "duetto", ci sarà Carla Fracci con i danzatori del Teatro dell'Opera. "Sarò una madre ebrea - annuncia la Bertè che, nel corso dello spettacolo, interpreterà due suoi testi e quattro liriche composte dal poeta Mario Luzi - una donna che grida la sua rabbia e il suo orrore per la morte del figlio. Una madre arrabbiata che si esprime attraverso canti strazianti e un rock duro e metallico". La nuova avventura della Bertè, dopo numerose vicissitudini discografiche, ha un ispiratore: Bejet Pacolli, imprenditore albanese e marito separato di Anna Oxa. "E' un grande amico - spiega la cantante - insieme abbiamo progetti discografici. E' un uomo serio, un imprenditore di altissimo livello, ma soprattutto capisce di musica. Vuole produrre il mio prossimo disco. Ben venga la rinascita di Loredana Bertè sotto il segno di Pacolli. Preparando questa "Gerusalemme" - racconta la cantante - mi sento elettrica, ho accettato con una buona dose di incoscienza. All'inizio pensavo di non farcela, di non essere all'altezza, Luzi aveva detto di non sentrirsi particolarmente a suo agio con una rockettara. Eppure tra noi è nata una grande amicizia. Ora sto pensando di chiedergli di scrivere altri due o tre pezzi da inserire nel mio ultimo cd".
La Bertè ha rivisitato le stesse liriche di Luzi, accompagnate dalle musiche di Verdi, dalle percussioni di Tullio de Piscopo, dai suoni e dalle sirene dei bombardamenti aerei, simbolo dell'emergenza quotidiana in cui vive la Palestina e Gerusalemme. "Io sarò la voce, la Fracci il gesto - spiega la Bertè - ed entrambe saremo madri. Io lo sarò per la prima volta nella mia vita. Ho sempre perso tutti gli uomini che ho amato perchè non sono mai riuscita a fare la mamma. Sono stata amica, fidanzata e amante ma mamma mai". La Bertè comunque non rinuncia alla sua vena polemica: "Solo quel genio di Menegatti avrebbe potuto ricondurmi a teatro, è un uomo capace di aprire portoni, non come Pavarotti che è un cantante antico. I suoi concerti? Sono fatti per distruggere e massacrare gli artisti, per stroncare le carriere. Pavarotti - dichiara la Bertè - sta esagerando, forse è per questo che ci sono sempre meno artisti pronti a cantare con lui. Un business che si sta esaurendo".