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                | Carla
        Fracci e Loredana Bertè: a Caracalla ma con alcune
        polemiche... I
        versi poetici scritti da Mario Luzi dal titolo Per coro
        accompagneranno lo spettacolo Gerusalemme, ideato e
        diretto da Beppe Menegatti, interpretato dalle celebre
        etoile Carla Fracci. La lirica è ispirata alla tragedia
        dell'11 settembre. Debutto giovedì a Caracalla con i
        danzatori dell'Opera di Roma, la voce narrante di
        Loredana Berté, le percussioni live di Tullio De
        Piscopo. "Versi commoventi che ci riportano all'orrore e alla
        violenza di quanto accaduto con il crollo delle Twin
        Towers" precisa la Fracci. "Sangue, dolore e
        morte. Anche se il grande poeta italiano ci conduce per
        mano, inconsapevolmente, ad un' altra dimensione della
        tragedia. Luzi parla di alterigia e opulenza delle torri
        sorelle ridotte a niente, in un attimo, da una fede
        sanguinosa. Immagini strazianti e stranianti che si
        concludono con un invito e una preghiera. Risorgete, si
        legge ancora nella poesia, non più torri, ma gigli di
        preghiera". Lo spettacolo si avvarrà delle musiche
        di Giuseppe Verdi. Canto, danza e recitativo per una
        messa in scena che vuol celebrare le madri.
        "Protagoniste di Gerusalemme le donne" spiega
        ancora la Fracci "quelle che hanno perso i loro
        mariti e i loro figli, ma anche quelle che combattono per
        un mondo migliore, per squarci di speranza, come accade
        alla mia protagonista. Una madre musulmana stretta tra i
        suoi ragazzi. Hurr idealista, innamorato di una ragazza
        ebrea, e Mohager, piu' inquieto pronto ad imbracciare il
        fucile per difendere la causa del suo popolo". Carla
        Fracci aggiunge che vuole "dedicare questo ruolo a
        tutte le madri dell'11 settembre, a quei bambini appena
        nati che non hanno mai conosciuto i loro papà, simbolo
        della vita che continua e si rinnova". E invita
        tutti, politici, artisti e uomini di Stato a non violare
        il simulacro delle Twin Towers. "Costruiamo parchi e
        giardini dove possano giocare fanciulli -conclude la
        Fracci- ospedali dove poter curare le ferite del corpo e
        dell'anima. Senza alcuna distinzione di razze, religioni,
        culture". Gerusalemme sarà in scena a Caracalla,
        dopo la prima, il 2, 4, 5, 6 agosto.
 La minaccia di
        Loredana:  Bertè lancia ultimatum
        alla Fracci: "Cambiate le locandine o me ne
        vado". Non le è andata proprio giù quella parola,
        "cantastorie", sulla locandina dello spettacolo
        Gerusalemme di Carla Fracci, dove lei, Loredana Bertè,
        avrà un ruolo sulla scena e ha riorchestrato quattro
        liriche di Mario Luzi in un rock metallico. "Sono
        stata chiara sin dall'inizio con Carla Fracci e Beppe
        Menegatti (il regista). O togliete dalle locandine la
        parola cantastorie o salta lo spettacolo".
        "Altrimenti mi porto via tutto, musiche, liriche,
        canzoni. E addio all' Opera e al balletto" minaccia
        l'artista agguerrita più che mai scesa di nuovo in campo
        per difendere la propria vita professionale (dopo quella
        privata, in un eterno contenzioso con l'ex marito il
        tennista svedese Bjorn Borg). Giovedì 1 agosto è di
        scena a Caracalla accanto a Carla Fracci, Tullio de
        Piscopo, ai danzatori del teatro dell'Opera di Roma per lo spettacolo Gerusalemme. Alla
        Bertè sono state affidate quattro liriche, composte
        espressamente per l'occasione da Mario Luzi, che lei ha
        riletto attraverso un "rock duro, metallico,
        straziante spiega.
 Un'avventura cominciata lo
        scorso anno accanto a Bejet Pacolli, imprenditore
        albanese e marito separato di Anna Oxa. "Poi ci
        siamo separati anche noi - scherza la Bertè - Il
        matrimonio musicale non ha funzionato, ma lo spettacolo
        è rimasto. Il mio ruolo all'interno dello spettacolo?
        Incarnerò diversi tipi di 'madri'. Arabe, ebree,
        musulmane. Tutte con la stessa rabbia nel cuore per la
        morte dei propri figli". La Bertè ha anche
        disegnato i costumi che indosserà a Caracalla.
        "Semplici, essenziali  precisa - scarni nella
        loro apparente nudità. Sarò come una di quelle donne
        che la mafia ha condannato per sempre. Al ricordo dei
        propri cari trucidati. L'icona di una di loro non mi
        abbandona da anni, Rosaria Schifano. Ecco le donne di
        'Gerusalemme' saranno simile a lei. Nell'orgoglio e nella
        fierezza indomita".  E a proposito del suo
        ruolo in scena spiega ancora la Bertè: "ho promesso
        a Menegatti che interpreterò un personaggio
        autobiografico. Sola contro tutti. Come in fondo sono
        sempre stata nella vita, all'interno di un 'racconto'
        drammaticamente contemporaneo. Si parla di arabi, ebrei,
        palestinesi, di conflitti in corso e urgenze quotidiane.
        Forse il teatro può aiutare a comprendere". La
        Bertè, poi, conclude accennando alla sua personale
        madre. "Lo sarò per la prima volta, in scena. Avrei
        voluto dei figli, ma Bjorn me lo ha impedito. E forse ho
        perso tutti gli uomini che ho amato perché non sono mai
        riuscita a fare la madre. Sono stata amica, fidanzata,
        amante, ma mamma mai. Ed ho sbagliato compromettendo il
        mio privato". Gerusalemme rimarrà in scena a
        Caracalla sino al 6 agosto. www.tgcom.it |  |