L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando, e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
L’infinito di Leopardi non può essere riassunto
in un commento!
Biografia
Nato nel 1798. È il più grande dei poeti italiani
dell’Ottocento. La sua raccolta di Canti può essere considerata
l’apogeo della poesia romantica italiana. Muore nel 1873 lasciandoci altri
scritti importanti quali le Operette morali e lo Zibaldone.