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Fotografare le Libellule (1)


Fotografare le libellule, contrariamente a quanto affermano numerosi studiosi e fotografi sia dilettanti, sia professionisti, non è poi così difficile. Sicuramente ci sono delle specie più impegnative di altre e comportamenti (in particolar modo alimentazione ed accoppiamento) la cui documentazione fotografica è estremamente ostica, ciò non toglie, però, che si possano ottenere ottimi risultati adottando alcuni semplici accorgimenti.
È un discorso trito e ritrito, ma paga. Prima di andare a fotografare una qualsiasi specie animale è bene raccogliere il maggior numero possibile d'informazioni sulla sua biologia e sul suo comportamento. Il sapere, per esempio, quali ambienti predilige, quando si riproduce, cosa mangia, quali sono le ore di maggiore attività (1), vi aiuterà, se non altro, a risparmiare tempo e ad aumentare le possibilità di una buona "caccia". Le informazioni che raccoglierete saranno spesso di carattere generale. Cercate i lavori relativi alla vostra zona d'operazione e, se non doveste trovarne, rammentate che posizione geografica (latitudine, longitudine, altitudine) e clima influenzano molti dei comportamenti animali.
Consultando la bibliografia individuate uno stagno di piccole dimensioni dove siano presenti il maggior numero possibile di specie. Potrete iniziare fotografando le libellule più "tranquille" e, contemporaneamente, osservare comportamenti ed abitudini di quelle più "difficili". Allenatevi a "vederli" e ben presto vi accorgerete che, ad esempio, molte specie di Odonati sono estremamente territoriali, che hanno dei posatoi preferiti e che spesso vi si posano arrivando dalla medesima direzione di volo: ciò vi consentirà di utilizzare il migliore, o il più interessante, dei "punti di vista" per scattare le vostre immagini e, soprattutto, di farlo dalla giusta distanza. Analogo discorso per l'ovideposizione e per l'accoppiamento: le zone prescelte sono quasi sempre le stesse e, giorno dopo giorno, le vedrete frequentate anche da esemplari di specie diversa.
Il periodo più favorevole per fotografare le libellule va, grosso modo, dalla metà di maggio alla metà di settembre. In questi mesi è possibile osservare il maggior numero sia di specie, sia di esemplari di ogni singola specie. Gli adulti, secondo alcuni Autori, sono generalmente attivi tra le 08.00 e le 17.00 (2), con un calo dell'attività nelle ore più calde della giornata. Dovendo fotografare gli Anisotteri maschi, il mio consiglio è quello di aspettare non solo il tardo pomeriggio (dalle 16.00 alle 18.00), ma soprattutto l'ultimo periodo dell'attività riproduttiva: gli esemplari sono affaticati, il loro volo è meno veloce e tendono a posarsi con sempre maggior frequenza, anche nei pressi dello stagno. Le femmine, invece, iniziate a fotografarle mentre sono intente all'ovideposizione. Benché più facili da avvicinare, ricordatevi, comunque, che anch'esse, con il passare del tempo, risentono sempre più delle fatiche riproduttive e di conseguenza "accettano" la presenza del fotografo a distanze decisamente inferiori rispetto a quelle solite.
Ancora una cosa: molte specie, quando si posano, lo fanno sempre rivolte verso l'acqua. Tenetelo presente quando decidete l'inquadratura che vi interessa.


NOTE: alcuni Autori consigliano la cattura di esemplari adulti vivi per poi fotografarli, con tutta calma, in un terracquario. Pur non essendo un animalista sono decisamente contrario a tale pratica. Ho visto molti ambienti popolati da talmente pochi esemplari per specie che la sola cattura di alcuni di essi avrebbe potuto comprometterne la sopravvivenza. E tra gli esemplari catturati, siano essi giovani o adulti, la percentuale di mortalità è estremamente alta. Non ritengo che una o più fotografie possano giustificare un tale comportamento. Ben diverso il discorso per quanto concerne le larve: mantenerle per alcuni giorni in un piccolo acquario o terracquario, appositamente allestito con acqua, piante e materiale di fondo proveniente dalla località di cattura, rappresenta un'ottima "occasione" fotografica. Lascerei, invece, solo agli acquariologi e terraristi più esperti il mantenimento delle larve fino allo sfarfallamento.


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