
Capire,
comprendere, intuire in profondo cosa voglia dire essere Sordo è un limite
evidente per chi sente e si trova immenso nel suono e nel rumore per tutta la
giornata. La sordità è l'handicap più complesso, più difficile ed
emarginante all'interno della società: infatti, se non educata, impedisce lo
sviluppo del pensiero, la crescita interiore, la possibilità dello sviluppo
sociale, affettivo e intellettivo del soggetto e impedisce di decodificare la
realtà che ci circonda.
Il Sordo non è un malato: non ha bisogno di terapie particolari, ma ha
bisogno solo di educazione e di istruzione. I Sordi sono persone capaci: sono in
grado di comunicare tranquillamente fra loro, hanno amor proprio e ottengono
buoni risultati in campo accademico, sociale e spirituale. Fra tutti i disabili,
i Sordi sono i più trascurati e i meno compresi. Essendo invisibile e non
avendo nulla di esteriormente avvertibile, la sordità, è un handicap che
sfugge alla considerazione più generale delle persone, è sempre in ultima fila
come risposta sociale: il Sordo, quasi sempre, non ascoltato, non ha
"voce", gli udenti non hanno la pazienza di stare con lui, di
socializzare, perché ciò richiede tempo, richiede modifiche di comportamenti e
di atteggiamenti. Nell'accezione comune, quando ci si riferisce a disabili o
svantaggiati, si pensa a persone obbligate a stare sulla sedia a rotelle, non si
pensa mai ad un bambino pieno di angoscia che non riesce a comunicare con i
propri genitori, ad ascoltare la radio, la televisione, a partecipare a
qualsiasi attività ricreativa o di gruppo. Molto spesso sentiamo parlare
dell'abbattimento delle barriere architettoniche per permettere agli
handicappati di usufruire di certi diritti.
Ma quale è, per i Sordi, la "barriera architettoniche"?
Unicamente quella della comunicazione;
apparentemente non visibile ma interiormente molto pesante e frustrante. Cosa
potremo fare allora? Utilizzare, negli interventi educativi e nei
contesti in cui i Sordi sarebbero tagliati fuori dalle attività degli udenti,
la modalità comunicativa utilizzata dalla maggior parte persone Sorde, la loro
lingua naturale, lingua comunità italiana dei Sordi: La
lingua dei Segni Italiana (L.S.I.). La ricerca linguistica dimostra che
la lingua dei segni è paragonabile per complessità ed espressività alle
lingue parlate. Ha la sua specifica struttura grammaticale, morfologica e
sintattica che è diversa da quella della lingua italiana. Quali
sono le figure professionali capaci di utilizzare tale lingua? L'interprete,
l'Assistente alla Comunicazione e l'Educatore Sordo.
L'Interprete è colui che in un contesto in
cui sono presenti udenti e sordi, ad esempio in un convegno, traduce al sordo ciò
che dice l'udente e al contempo traduce all'udente ciò che dice il sordo. L'Assistente
alla Comunicazione opera in un ambito scolastico ad è colui che fa
da tramite al bambino o al ragazzo sordo con gli insegnati e i compagni e
viceversa. L'Educazione Sordo è una persona
sorda che si prende cura di un bambino sordo nato da genitori udenti. Il suo
intervento educativo consiste nel trasmettergli la lingua dei segni e nel
rafforzare l'identità del bambino sordio, facendogli capire che la sua diversità
va accettata. Attraverso l'intervento precoce e l'aiuto di questi specialisti è
possibile ridurre le conseguenze di tale handicap. Solo cosi facendo è
possibile realizzare il pieno e totale sociale inserimento dell'individuo sordo
nel mondo sociale e lavorativo; ciò gli consentirà di poter esercitare i
propri diritti e di potersi sentire uguale agli altri nonostante la
"diversità"!
Il
presente depliant è stato interamente
realizzato
dal "Gruppo E.N.S.G.L.I.S." della
Sezione Provinciale E.N.S. di Messina