La logica ci dice: no alla pena di morte. Leonard Pitts, Miami Herald - 17 gennaio 2003.
Scusatemi, ma sto per dire un'eresia. Biasimo nei confronti del Governatore uscente dell'Illinois che la scorsa settimana ha svuotato il braccio della morte del suo Stato. George Ryan ha commutato in ergastolo le condanne a morte di 167 criminali. Il risultato: una tempesta di critiche, di cui la maggior parte da parte di coloro che hanno perduto una persona cara per mano di un criminale. Il nostro istinto è quello di dare moltissimo peso a quanto i famigliari delle vittime hanno da dire e di ascoltare con molto rispetto. Ma - e questa è l'eresia - mi sembra che abbiamo ascoltato già le loro parole con fin troppo rispetto. Sono il primo a rispettare persone la cui vita è stata distrutta dalla perdita di una persona cara per mano di un criminale. Perché io vivo con una di queste persone. Ted, il fratello di mia moglie, è stato assassinato a colpi di arma da fuoco 10 anni fa mentre si trovava involontariamente in mezzo ad una sparatoria. Ancora odo le parole di mia moglie: "cosa? Cosa?" quando alle 3 mattino ricevemmo quella terribile telefonata. Come se le parole avessero immediatamente cessato di avere significato. Ero con lei quando l'abbiamo sepolto. Le sono stato vicino, senza tuttavia poterla aiutare, quando piangeva. Molte volte di notte l'ho trovata sveglia quando per caso mi svegliavo. Quindi, so di cosa parlo. E so anche che avrei fatto non so cosa per risparmiarle un tale dolore oppure far sì che ottenesse giustizia.
Ecco il problema. Perché questo è ciò che sentiamo tutti, non è vero? Tutti ci identifichiamo con i famigliari delle vittime, tutti soffriamo con loro, tutti sentiamo che non c'è niente che non faremmo per coloro il cui dolore è talmente grande. E se loro vogliono vedere morto l'assassino, che sia così, allora . In risposta alle loro domande alla nostra coscienza collettiva può sembrare mancanza di sensibilità esprimere dubbi in questo senso. Ma se siete intellettualmente onesti, come potete non esprimere dubbi? Certo, si potrebbe semplicemente evitare ad ogni costo l'onestà intellettuale. Prendete in considerazione gli studi recenti secondo i quali nello Stato del Maryland si è scelto chi mettere a morte sulla base del colore della pelle e del luogo di residenza. E' logico pensare che un uomo giusto ci rifletterebbe sopra, no? Invece il Governatore entrante Robert Ehrlich se ne infischia e promette di revocare la moratoria sulle esecuzioni imposta dal suo predecessore.
La differenza fra George Ryan e i Robert Ehrlich del mondo è questa: Ryan è riuscito a raggiungere un punto in cui la coscienza non gli permette più di ignorare ciò che ha visto. Tre anni fa Ryan, ex sostenitore della pena capitale, ha sospeso le esecuzioni nel suo Stato. Era rimasto scioccato dal fatto che dal 1977 in poi 13 persone erano state liberate dal braccio della morte dell'Illinois perché si era scoperto che erano state condannate ingiustamente. Ora il seguito. "Non voglio avere più niente a che fare con la macchina della morte", ha detto Ryan la scorsa settimana.
Certamente è una cosa che ha senso. Se foste in possesso di un macchinario (una macchina, un computer, un forno a microonde) così propenso ai guasti come la pena capitale, senz'altro lo buttereste via. Invece continuiamo ad insistere e a cercare di far funzionare la ferraglia, perché crediamo di potercela fare se siamo sufficientemente ingegnosi e persistenti. E chi se ne importa di tutte le persone condannate in seguito alla bugia di un agente di polizia, all'errore di un testimone, ai pasticci fatti dell'avvocato difensore, al fallimento del sistema.
Uccidere chi ha ucciso è la prova del rispetto che abbiamo per la vita umana, i fautori della pena capitale sostengono untuose argomentazioni degne della retorica orwelliana. Ma quando guardi un poveraccio che ha trascorso 20 anni nel braccio della morte per un crimine che non ha commesso, come puoi fregartene della sua vita? Non è forse anche la sua una vita degna?
Esaminando le cose da ogni punto di vista logico, l'ergastolo senza possibilità di rilascio condizionale dovrebbe essere la massima punizione prevista dal nostro arsenale legale. Costa meno della pena capitale ed è reversibile in caso di errori. Dov'è la logica nell'omicidio di Stato? Non c'è logica. C'è soltanto il sentimento, cieco, che ci fa credere che se non uccidiamo gli assassini allora tradiamo le vittime. E ci fa temere di apparire deboli. Ma quanto è stupido? Commutando le condanne a morte di 167 prigionieri in ergastolo, cioè in lenta morte in una minuscola cella, George Ryan non ha salvato gli assassini dalla giustizia. Però ha salvato noi da noi stessi.