Da "La Gazzetta dello Sport", 13 maggio 2007.

 

Ferrario e Tommasi:

l'Italia ci crede.

 

Oggi a Montreal l'attesissima finale del Mondiale di Gingo. I due italiani tenteranno di strappare il titolo all'ucraino Kuznetsov. Costantini giocherà la finale di consolazione. Diretta TV dalle 23.30 su Raiuno.

 

MONTREAL, dal nostro inviato Oreste Del Buono. Finalmente ci siamo: alle 17 e 30 (le 23 e 30 ora italiana) col sorteggio dei posti operato dai giudici avrà inizio la finalissima del secondo Campionato del Mondo di Gingo. I settemila posti del palazzo dello sport, edificato per i lontani giochi olimpici del 1976, sono da tempo esauriti e i bagarini stanno facendo affari d'oro; sono stati allestiti in vari punti della città quattro maxi schermi per consentire ai tanti tifosi rimasti senza biglietto di sostenere tutti assieme i loro campioni. L'attesa è febbrile, l'atmosfera è da grandi occasioni, la posta in palio è grande: ancora brucia infatti il ricordo del primo Mondiale, quello di Firenze 2005, quando Vassili Kuznetsov conquistò il titolo all'ultima mano chiamandosi da solo a 105 a spese di Andrea Paoli, in testa fino a quel momento. Le sette briscole che aveva l'ucraino in quella fatidica mano evidentemente ancora ossessionano Paoli, condizionandone quel gioco che due anni fa fu definito il migliore del mondo: uscito al primo turno qui a Montreal, Paoli seguirà la finalissima dagli studi di Telemontecarlo, da dove farà anche lui il tifo per i suoi due compagni Ferrario e Tommasi, fermamente decisi a riportare in Italia la Coppa "Sette di Spade". L'impresa non sarà certo facile perché gli altri tre avversari, oltre a Kuznetsov campione uscente sono nomi del calibro di Akira Tanaka e di Ibrahim Al Yamani, rispettivamente campione asiatico e africano.

Ma prima di analizzare gli avversari vogliamo ripercorrere il cammino fatto dai nostri due alfieri per giungere alla finale. Dopo aver superato i durissimi trials svolti nel febbraio scorso nell'ormai mitico Gingodromo di Montecatini (sede tra l'altro del prestigioso Memorial Paolo Senzacqua) ottenendo così il diritto ad entrare nella cinquina nazionale i due, assieme al già citato Paoli, a Marco Costantini e a Alessandro Ercolani hanno svolto un intenso periodo di preparazione sotto la guida del Commissario Tecnico Diego Dolci e si sono presentati al primo turno in condizioni ottimali. Ricordiamo per chi ancora non lo sapesse che le 64 nazioni partecipanti hanno schierato 320 giocatori: i vincenti dei 64 tavoli così ottenuti, più i migliori 16 secondi hanno disputato il secondo turno su 16 tavoli. Il diritto a partecipare alla semifinale a 20 è stato conseguito dai 16 vincenti e dai migliori 4 secondi. Alla finale parteciperanno oggi i 4 vincenti più il miglior secondo, risultato il giapponese Tanaka.

Al primo turno Ferrario, Tommasi ed Ercolani hanno avuto vita facile, non così Costantini, il quale è fortunosamente entrato nei 16 secondi, e Paoli -il "re del ripescaggio"-, che è stato clamorosamente eliminato a causa -ha dichiarato alla stampa lo stesso Paoli poco dopo l'eliminazione- "di un regolamento ingiusto che non premia adeguatamente i piazzamenti".

Il secondo turno, oltre a vedere l'uscita di scena di Ercolani, incappato in una giornata storta (ha detto che il cavallo di coppe è stata la carta più alta che gli è capitata) verrà ricordato per la partita di Ferrario, il quale, a causa dei reiterati errori dell'israeliano Meir, perdeva le staffe insultandolo pesantemente con frasi irripetibili delle quali il pur impeccabile servizio di traduzione simultanea non forniva un'accurata descrizione, limitandosi a riportare con evidente imbarazzo il solo "dead dog!" ed omettendo meticolosamente tutti gli altri improperi che hanno invece causato un vero e proprio incidente diplomatico. Ricondotto alla ragione dal Commissario Tecnico Dolci, anche lui distintosi in passato per memorabili "piazzate", Ferrario sfoderava tutta la sua grinta vincendo di rabbia la sua batteria e umiliando, anche in senso fisico, i suoi avversari (è stato a stento trattenuto alla fine dell'incontro dall'orinare in testa al povero israeliano). Costantini e Tommasi, quest'ultimo attento e concentrato come non mai, non avevano problemi.

I quattro tavoli delle semifinali vedevano le vittorie indiscutibili di Ferrario, di Tommasi e di Kuznetsov, quella risicata dell'egiziano Al Yamani e il ripescaggio di Tanaka, secondo al tavolo di Ferrario. Un Costantini irriconoscibile giungeva terzo alle spalle di Kuznetsov e del francese dai nonni italiani e dal nome infamante Antoine Egidì: pare che abbia fatto le ore piccole prima giocando al volgarissimo bridge con alcuni amici, e poi al meno volgare ma più impegnativo "scopone a tre" con Chantal e Veronique, due sue amiche canadesi di vecchia data, arrivando così al tavolo di gioco con le energie psicofisiche azzerate dalla movimentata notte.

Ed eccoci alla finale: coloro che tra poche ore siederanno accanto a Tommasi e Ferrario sono avversari temibilissimi, ma alla loro portata. Il più pericoloso è senza dubbio Kuznetsov, 33enne campione uscente, il quale ha fatto del Gingo una vera e propria arma di riscatto sociale che lo ha portato in pochi anni dalla disastrata periferia di Kiev alla suite imperiale del "Danieli" a Venezia, ove risiede con tutta la famiglia ormai da due stagioni; ex scacchista (ha ripudiato gli scacchi perché da lui banali confronto al Gingo), dotato di memoria di ferro (ricorda perfettamente tutte le partite da lui giocate nei maggiori tornei del mondo) non concede nulla agli avversari e sa sfruttare al massimo -chiedere a Paoli che ne sa qualcosa- i doni della sorte. Ibrahim Al Yamani, nato al Cairo 54 anni fa, è un concentrato di astuzia e di saggezza araba col quale è difficilissimo giocare, come ci ha confermato Ercolani che lo ha incontrato molte volte, l'ultima al secondo turno di questo Mondiale, mentre poco si sa del giapponese di Hokkaido, il quarantenne Akira Tanaka, salvo che la federazione nipponica di Gingo lo ha dotato, per allenarsi, dell'ormai mitico computer della Toshiba-Dal Negro.

Ma se gli avversari mettono paura anche i nostri non scherzano, e arriveranno a questa finale col dente avvelenato. Giorgio Ferrario, 42 anni da Ciampino, gioca per vincere, perché spera che una vittoria in questo Mondiale possa in qualche modo attenuare il clamore che si è avuto attorno a lui dopo lo scandalo della "tratta delle minorenni", nel quale è risultata coinvolta, fra le altre, anche sua figlia quindicenne. Sergio Tommasi, 38enne frascatano, ha anche lui fior di motivazioni, la prima delle quali, come ci ha lui stesso confessato l'altra sera in lacrime davanti a un bicchiere di tè freddo, è quella di voler mostrare tutto il suo valore a sua moglie, l'ex primatista italiana degli 800 metri, la 34enne Alessia Calì, che l'ha lasciato tre mesi fa per andare a vivere con Demetrio Albertini, capitano del Milan e della Nazionale, come ben sanno le nostre lettrici di cronaca rosa.

Dunque stasera sarà uno scontro memorabile: gli italiani hanno dalla loro il fatto di essere in due, ma difficilmente, conoscendoli, sfrutteranno la superiorità numerica: ognun per sé e Dio per tutti, come è sempre stato nella logica di questo gioco. "L'importante è che non si ostacolino l'un l'altro come talvolta accade" si auspica il C.T. Dolci "temo soprattutto per Tommasi perché in questi casi si chiude in se stesso estraniandosi dal gioco; quanto a Cesaretto (come viene affettuosamente chiamato dallo staff azzurro, ndr) ha già avuto un richiamo ufficiale per via della storia con l'israeliano e deve stare molto attento a non farsi coinvolgere dalle provocazioni che fioccheranno in gran copia, soprattutto, credo, da parte di Al Yamani: mai fidarsi degli arabi! ".

Ma basta scrivere, è tempo di accendere i televisori e sedersi in poltrona per seguire questa finale, come farà il Presidente della Repubblica Bossi, in un primo momento dato per certo qui a Montreal, poi trattenuto dalla crisi di governo che si è aperta giovedì scorso. Bossi ha inviato un messaggio ai due azzurri concludendo con queste parole: "Io non ce l'ho più duro da tempo ma voi sì: fateglielo sentire ! "

 

andrea paoli