La giusta causa
"Se non si tira il sasso, l'acqua non si increspa". Contro la barbarie di una società concepita come una giungla dove prevale il diritto del più forte ci sarebbe bisogno di "sollevare una tempesta". Non essendo dei megalomani, ma neppure dei pivellini, cominciano a lanciare il sasso. Questa mattina alla Camera del lavoro di Milano il Comitato per le libertà e i diritti sociali presenta La giusta causa. Mai più al lavoro senza diritti. E' una campagna, imperniata sul principio dell'universalità dei diritti, che lega insieme cose grosse: il diritto alla rappresentanza del cittadino lavoratore, l'estensione dell'articolo 18 come diritto alla dignità della persona, la parità dei diritti e delle tutele sul lavoro a prescindere dalla nazionalità e dal tipo di rapporto di lavoro.
Il Comitato vanta in materia una certa esperienza. L'avevano costituito due anni fa sindacalisti, giuristi e militanti della sinistra per contrastare la raffica di referendum iperliberisti della lista Bonino, tanto caldeggiati dalla Confindustria. Ora Confindustria e governo sono un'unica cosa, il libro bianco lo scrivono a quattro mani, l'attacco all'articolo 18 lo sferrano all'unisono. L'aggressività della destra richiede molto di più di una reazione puramente difensiva e di contenimento. Bisogna attaccare. Ed è quel che intende fare una campagna che rifiuta l'uguaglianza al ribasso, quella bizzarra concezione per cui per non fare torti bisogna togliere a chi ha invece di dare a chi non ha (sempre che si tratti di lavoratori e non di padroni). La sinistra sull'articolo 18, e più in generale sullo Statuto dei lavoratori, ha un punto debole: tollera che non valgano nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Attaccare, in questo caso significa "estendere", cancellando con un referendum abrogativo gli articoli dello Statuto che ne limitano l'applicazione alle aziende con più di 15 lavoratori. Da abolire, con un altro referendum, il decreto dello scorso dicembre che ha liberalizzato i contratti a tempo determinato, vanificando di fatto la giusta causa per tutti quelli che vengono assunti in questo modo. Vero che i referendum sono uno strumento logoro, ma in questo caso non ce ne sono altri. Per i lavoratori aticipi e per la democrazia nei luoghi di lavoro il Comitato propone due disegni di legge d'iniziativa popolare. In sostanza, cerca di richiamare in vita la legge Smuraglia, affossata nella passata legislatura anche per responsabilità del centro sinistra. Il resto lo spiegano Paolo Cagna, Pier Luigi Panici, Mario Fezzi, Tino Magni, Nicola Nicolosi, Natale Ripamonti, Franco Calamida, Maria Grazia Meriggi.