Art.18, i sostenitori del Sì da Ciampi: ci stanno oscurando

Una delegazione ricevuta al Quirinale

Roberto Farneti – Liberazione 2 aprile 2003

 

Un titolo a sette colonne per annunciare la presa di posizione della Confcommercio a favore del No. Appena "quattro righe" in taglio basso per dare conto della nascita del comitato per il Sì. La scelta operata qualche giorno fa dal Corriere della Sera è solo l'esempio più eclatante della disinformazione in atto a proposito del referendum sull'articolo 18. E i sostenitori del Sì accusano: «Ci stanno oscurando, con il chiaro obiettivo di favorire la non partecipazione al voto». Proprio al fine di sollecitare «tutti i livelli istituzionali a garantire il corretto svolgimento della campagna referendaria», una delegazione del comitato promotore di questo quesito, che vuole estendere la tutela contro i licenziamenti ingiusti, è salita ieri al Quirinale, dove è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

«Davanti al capo dello Stato - riferisce Paolo Cagna Ninchi, presidente del Comitato -abbiamo sollevato due questioni, a partire dall'affermazione che il tema della libertà e dignità del lavoro, dei diritti connessi e della qualità della vita sono centrali in democrazia. Nel caso di questo referendum, che affronta un tema che è stato ed è al centro di un forte scontro politico, con milioni di persone in piazza e due scioperi generali, è fondamentale che venga rispettato il dettato costituzionale della partecipazione consapevole di tutti i cittadini». Ciò, spiega Cagna Ninchi, si realizza attraverso due strumenti. Il primo è «una piena informazione delle ragioni sia del sì che del no, che deve riguardare esclusivamente il merito della questione posta dal referendum e non lo scontro tra schieramenti politici». Il voto referendario, infatti, «è di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione politica».

L'altra questione posta all'attenzione di Ciampi è il mancato abbinamento della consultazione referendaria con il primo turno delle amministrative. «E' evidente - fa notare il portavoce del comitato per il Sì - che sottoporre 13 milioni di cittadini a tre turni consecutivi di elezioni vuol dire disincentivare la partecipazione al voto». Su questo punto, la delegazione ha consegnato al presidente della Repubblica il testo dell'esposto presentato alla procura della Corte dei Conti nel quale si denuncia il danno economico causato dal mancato accorpamento.

L'incontro, molto cordiale, è divenuto particolarmente caloroso quando al Capo dello Stato sono state presentate tre persone "in carne ossa" licenziate senza giusta causa, salite al Quirinale con la delegazione. Tra queste, un operaio senegalese, delegato della Cisl, che ha avuto quattro dita troncate da una pressa ed è stato poi licenziato per assenteismo. Ciampi ha dapprima avuto per loro parole di comprensione personale e ha poi espresso una forte condivisione rispetto alla questione centrale del diritto all'informazione. «Uno stimolo in più per noi - conclude Cagna Ninchi - per chiedere agli organi di informazione, pubblici e privati, di assumere un serio impegno in questa direzione».