AUTONOMIA
ovvero LA SCUOLA DEL 2000
PREMESSA
Autonomia indica la facoltà di regolamentarsi con proprie leggi, decisioni, poteri di organizzazione e di mezzi.
L'autonomia può quindi essere vista, nel suo potere di indipendenza rispetto ad altre autorità, sia come autonomia centrale, sia come autonomia organica che come autonomia decentrata.
Se l'autonomia centrale è quella propria degli stati e dei propri organi centrali, ebbene questo tipo di autonomia, che da sempre ha retto la scuola italiana, oggi viene delimitata con il conferimento di poteri alle singole istituzioni scolastiche.
Un'autonomia organica, come delimitazione funzionale e collegata istituzionalmente al centro, cosa di cui hanno beneficiato le istituzioni a personalità giuridica, è comunque un'autonomia che rende partecipi dell'applicazione delle disposizioni prese al centro e che si basa su di una normativa cogente e un rapporto gerarchico legato a specifiche autorizzazioni.
Autonomia decentrata, come già qualifica il nome, è quello spazio affidato alla gestione periferica con potestà di scelte e di organizzazione anche rispetto al reperimento delle risorse necessarie. Essa investe quindi diversi aspetti.
1. capacità di programmazione propria
2. capacità di organizzazione delle risorse
3. capacità di ricerca di mezzi e risorse aggiuntive
4. capacità di utilizzo delle stesse
5. capacità di valutazione
6. capacità di miglioramento e di innovazione ovvero sistemi di Ricerca e Sviluppo.
Ma il decentramento nel sistema scuola comporta il riconoscimento della peculiarità dell'organizzazione di insegnamento/apprendimento e va quindi configurato non semplicemente come decentramento amministrativo ma come decentramento cognitivo.
Come rilevato da Dario Antiseri e Lorenzo Infantino nella loro prefazione al volume di Friedrich A. von Hayek, Conoscenza, competizione e libertà, Rubbettino Ed.,CZ 1998," il decentramento delle decisioni è una procedura per la migliore utilizzazione delle conoscenze disperse tra gli individui." pag. 20
Il riconoscimento del livello di decentramento cognitivo permette di rilevare l'inverarsi del processo formativo che si attua nel concorso di forze interne al sistema scuola ma esogene rispetto all'apparato organizzativo primario e che attengono ai diversi soggetti dell'azione formativa stessa vista come attualizzazione di un sistema complesso. Ad essa partecipano infatti come attori principali docenti e discenti, formatori e tirocinanti e, accanto e compartecipi,
l'altro personale scolastico, famiglia, società, e forze del territorio.
Il decentramento cognitivo permette quindi di organizzare e trarre a vantaggio le diverse competenze che si presentano o come accessorie o come affatto nuove rispetto all'ordinamento generale e peculiari di ambiti culturali specifici legati a quella realtà socio-territoriale in modo specifico e caratterizzante o anche contingente.
Attività di insegnamento che investe quindi gli spazi del decentramento secondo organizzazioni, espansioni, mutamenti singolari e non ripetibili che portano, di conseguenza, un impatto di identificazione cospicuo e in progresso; progresso intuibile ma non esattamente prefigurabile che indurrà nuovi cambiamenti ed innovazioni in un contesto di sviluppo interno proprio di quella data organizzazione scolastica.
Quale che sia lo spazio di decentramento lasciato alla propria autonomia questo obbliga al recupero di quei valori sistemici che prima venivano garantiti dal potere centrale. Sono questi che caratterizzano l'autonomia in quanto nuova cultura dell'azione pubblica, al di là dello spazio concesso. Vediamoli.
Libertà.
La libertà, spazio dell'espressione individuale, è per la scuola quella tipica della libertà di
insegnamento.
Garantita dall'art. 3 (?) della Costituzione, non codificata in altro modo, veniva unicamente
rilevata come garanzia della scuola pubblica di stato di una pluralità che ne connotava l'implicita democraticità.
Attraverso il decentramento di poteri alla singola istituzione scolastica solo ora la libertà di insegnamento trova la propria contestualizzazione. Il quadro cornice dell'azione organizzativa normativamente espresso dall'art. 21 L. 59/97 e dal DPR del 25 febbraio 1999 contenente il Regolamento dell'autonomia permettono una prima schematica configurazione.
L'organizzazione dell'intervento educativo/formativo deve rispondere ai seguenti requisiti:
- osservanza del curriculum obbligatorio emanato dallo stato
- spazio (15-20% del monte ore annuo) per interventi facoltativi di integrazione e flessibilità
- coordinamento con il territorio (EE LL e altre realtà)
La fase organizzativa autonoma vede il Capo di Istituto che, sulla base del Piano dell'Offerta Formativa, che è il codice dell'autonomia del singolo Istituto/scuola, tenuto conto delle eventuali indicazioni del Collegio Docenti, elabora il piano dell'attività annuale con indicazione dei diversi incarichi e con assunzione di responsabilità diretta per quanto riguarda i rapporti fiduciari che ha deciso d'instaurare.
Questo vocabolo "eventuali" fà da cerniera tra il diverso operare dei vari Collegi e Circoli e la responsabilità gestionali e organizzative che sono la caratteristica propria della nuova figura del Dirigente Scolastico. A questo si aggiunge una responsabilità di risultato che discende direttamente da scelte proprie e da capacità di individuare, indirizzare e promuovere la collaborazione interna non legata ad esiti di designazioni esterne e non partecipi dell'individuazione degli obiettivi.
La capacità di valutazione e di organizzazione delle risorse affidategli diviene quindi cruciale per una corretta gestione dell'autonomia scolastica, soprattutto a garanzia della libertà, non della irresponsabilità, di insegnamento.
Collaborazione.
L'autonomia dell'azione di un dato organismo prevede che tutti collaborino per il raggiungimento delle mete comuni. .
La collaborazione non nasce da un obbligo impositivo ma si connota per alcuni elementi specifici:
L'organizzazione di lavori fatti insieme richiede la capacità di individuare i nuclei
autosupportanti e di fornire agli altri una collaborazione di sostegno adeguata rispetto agli obiettivi recuperati e proposti attraverso il POF.
La responsabilità di risultato passa innanzitutto per la responsabilità organizzativa del lavoro
necessario a raggiungere gli obiettivi stabiliti.
L'individuazione delle diverse risorse, la valutazione dell'idoneità dei mezzi rispetto agli
obiettivi sono i pre-requisiti che devono trovarsi a monte di quel documento del decentramento che è il POF.
COMPETIZIONE/SOLIDARIETA'
Si tratta forse del rapporto che più ha infuocato contrapposte posizioni riguardo alla bontà/liceità dell'autonomia scolastica.
Prima di parlare delle diverse problematiche insorte cerchiamo di vedere cosa si intenda per
competitività.
Questa caratteristica indica il mettersi in gara, in concorrenza tra le diverse offerte di formazione presenti sul mercato.
Presuppone quindi innanzitutto un orizzonte che trova la sua ragion d'essere nelle richieste del
mercato e un proprio benchmark da soddisfare.
La scuola come portatrice di cultura e, quindi, di valori propri, sembra uscirne diminuita.
Cerchiamo quindi di analizzare i concetti suaccennati.
Quando ci si trova in uno stato di concorrenza? Unicamente quando il raggiungimento del risultato migliore si presenta come possibile a tutti coloro che si mettono in gara a competere.
Perché ci sia quindi un regime di concorrenza occorre che le diverse tipologie formative godano di pari opportunità di partenza. Pari opportunità che possono essere tali:
Si vede quindi immediatamente come la concorrenza tra le diverse agenzie formative possa esplicarsi unicamente rispetto a livelli di parità del punto d), ammettendo come obiettivo organizzativo della p.a. a livello centrale e/o locale l'equiparazione delle voci da a) a c).
Solo così si potrà parlare di concorrenza e di reale scelta autonoma delle scuole che verranno valutate quindi anche secondo benchmark di eccellenza non fasulli e dovuti ad assolute differenze socio-ambientali che, di fatto, hanno altrimenti messo fuori concorrenza (e reso non valutabili i risultati di) chi parte in situazione non privilegiata. Se questa sarà la valutazione allora le scuole potranno mettersi in gioco, non per "rubarsi" gli utenti ma per contribuire al raggiungimento del risultato migliore possibile.
Secondo von Hayek (op. cit. pag. 86) la concorrenza è un "processo di scoperta" per
1'utilizzazione al meglio di tutte le conoscenze e competenze possibili. Attraverso questa opera "si spera di assicurare una procedura che, in generale, possa portare ad una situazione dove siano presi in considerazione più fatti obiettivi potenzialmente utili di quanto possa essere fatto da qualsiasi altra procedura conosciuta."
Il risultato che si raggiunge attraverso questa ottimizzazione è un risultato 'competitivo' non predeterminabile in senso assoluto. La valutazione dei risultati deve quindi essere compiuta "in base alle condizioni in cui si sono prodotti."
Anche se la competizione considerata come processo di scoperta continuo per il raggiungimento di un'offerta sempre più adeguata alle esigenze del nostro tempo si pone come operazione necessaria per il costante miglioramento del prodotto scuola, in senso culturale, metodologico e organizzativo-amministrativo deve però precisare la sua valenza educativa rivolta alla società nel suo insieme per non aderire ad una logica di puro marketing e benchmarking.
Come si evidenzia nel titolo si parla di un valore fondamentale che recupera tutte le valenze di parità dell'offerta formativa e di disseminazione dei risultati in un sistema di benchmarking cooperativo.
Se già Hume nelle sue tre leggi fondamentali della natura indicava "la stabilità del possesso, il suo trasferimento per consenso e il mantenimento delle promesse" (op. cit. pag. 22) la società di oggi riscopre i valori della solidarietà come valori universalmente inerenti la struttura sociale.
Dal famoso 'dilemma del prigioniero' in cui si dimostra l'utilità della cooperazione, al sorgere di situazioni pratiche che dimostrano in concreto il profitto dell'agire solidaristico come le agenzie del terzo settore o le banche etiche si deve andare verso un sistema di pensiero generalizzato che è richiesto dalla complessità della società della comunicazione dove i mezzi culturali di crescita e di sviluppo passano attraverso conoscenze tecnologiche e capacità di dialogo continuo che sono le note caratteristiche della società post-moderna e post-industriale.
Il sistema formativo si pone quindi di fronte alla società avanzata come sistema complesso che conduce la propria opera con caratteristiche non rigide ma di continuo sviluppo secondo un'organizzazione dell'attività che prevede:
- innovazione e sviluppo per un'educazione permanente (life-long training)
- benchmarking per lo sviluppo della collaborazione e disseminazione dei risultati
- valutazione per aggregati e indici di complessità
LA SCUOLA DELL'AUTONOMIA
Nascita
Seguiamo il cambiamento verificatosi attraverso la normativa centrale che, dall'abolizione degli esami di riparazione, ha via via ridisegnato la scuola secondaria superiore meglio collegandola con la scuola dell'obbligo che già aveva avuto una sua ridefinizione attraverso la riforma dei curricoli e dell'ordinamento.
Le norme indicate sono desunte dal numero monografico di Annali della Pubblica Istruzione,
L'Istruzione Tecnica tra vecchia e nuova autonomia, Le Monnier, Roma, giugno 1999
Dalla selezione al recupero.
- D.L. 323 del 29.08.94 recupero anche mediante moduli curricolari flessibili
- C.M. 38 del 30.01.95 IDEI come strumento di programmazione flessibile delle attività didattiche. Si auspica un pieno utilizzo di tutte le forme di
flessibilità previste dai diversi ordinamenti scolastici
- O.M. 80 del 09.03.95 debiti formativi - tener conto della possibilità di raggiungere gli
obiettivi formativi e di contenuti propri delle discipline interessate nel corso dell'anno scolastico successivo.
- C.M. 492 del 07.08.96 " sostituzione dei corsi di recupero con una
più ampia strategia di individualizzazione dell'insegnamento e
di verifica periodica dell'apprendimento, da realizzarsi
nell'ambito di un organico sistema di debiti e crediti formativi
correlati ad un quadro di saperi minimi per ogni disciplina."
La sperimentazione di un modo diverso di fare scuola
- D.Lgs. 297 del 16.04.94, art. 278 sperimentazione di ordinamenti e strutture
- L.59 del 15.03.97, art. 21 Si ipotizzano un percorso formativo flessibile, personalizzato e
un sistema di crediti formativi.
idoneità e integrativi attraverso la quale sono effettuati i
passaggi tra Bienni sperimentali e tradizionali.
Le norme dell'autonomia
'autonomia organizzativa, di ricerca e sviluppo'
'flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del servizio scolastico' 'superamento dei vincoli in materia di unità oraria della lezione, dell'unitarietà del gruppo classe e delle modalità di organizzazione e impiego dei docenti'
- D.M. 251 del 29.05.98
'flessibilità dell'orario e diversa articolazione della durata della lezione'
'articolazione flessibile del gruppo classe, delle classi o sezioni'
'attivazione di insegnamenti integrativi facoltativi'
'realizzazione di attività organizzate in collaborazione con altre scuole e con soggetti esterni per l'integrazione della scuola con il territorio.'
D.M. 179 del 19.07.99
'proroga per l'a.s. 1999/2000 del D.M. 251/98'
'finalizzato a migliorare gli esiti del processo di insegnamento-apprendimento' 'autorizza a sperimentare modalità di flessibilità didattica e organizzativa nell'ambito di un organico piano dell'offerta formativa'
'autorizza a sperimentare la riorganizzazione dei percorsi didattici, nell'ambito degli attuali programmi, secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze' 'autorizza la realizzazione di compensazioni tra le discipline e le attività attuali ... entro il 15% del relativo monte ore annuale'
Finanziamento dell'autonomia
L. 440 del 18.12.97
'istituzione del fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi'
L. 241 del 07.08.90
consente alle amministrazioni pubbliche di disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività d'interesse comune
Direttiva 180 del 19.07.99
'sviluppo di capacità di organizzazione … ai fini di orientamento per proseguimento degli studi … inserimento nel mondo del lavoro … innalzamento del livello di scolarità … del tasso di successo scolastico'
'iniziative di formazione e di aggiornamento … dirette al … processo di diffusione della cultura dell'autonomia … allo sviluppo dell'introduzione delle nuove tecnologie didattiche'
'interventi riferiti al programma nazionale di sperimentazione di cui al D.M. 251/98'
'interventi nell'area post-qualifica negli istituti professionali e nell'ambito dell'offerta
formativa integrata di cui al D.Lgs. 31.03.98, n. 112, art. 38 (IFTS?)
'comprende l'eventuale remunerazione per l'attività progettuale'
Lettera Circolare 194 del 04.08.99
'per consentire a ciascuna scuola di integrare le diverse attività sperimentali in un organico piano dell'offerta formativa' per cui 'si segnalano alcuni possibili indicatori da utilizzare nella elaborazione dei piani di ciascuna scuola:
• la flessibilità
• l'integrazione (che riguarda la coerenza progettuale delle diverse iniziative, nonché gli aspetti di relazione costruttiva e funzionale della scuola con le comunità locali
• la responsabilità (che investe tutti i processi decisionali attivati)
'Il P.O.F. si presenta dunque non tanto come un ennesimo progetto, ma come "il progetto" nel quale si sostanzia il complessivo processo educativo promosso dalla scuola.' si connota - di fatto - attraverso alcune finalità:
• innalzare il livello di scolarità e il tasso di successo (anche ex L. 9/99)
• articolare la progettazione nel rispetto della specifica identità dell'istituto
• documentare gli obiettivi e successivamente gli esiti del processo educativo
Attività legislativa di riordino dei cicli
Formazione post-secondaria
A partire dalla L. 845/78, "Legge quadro in materia di formazione professionale",l'evoluzione ha portato alle importanti novità della L. 196/97, in particolare gli artt. 138 e 139 dove lo sviluppo della formazione e dell'istruzione sono visti come diritti del lavoratore/tirocinante mentre si configura una diversa veste all'apprendistato. I valori della conoscenza diventano la base riconosciuta delle abilità e competenze che l'esperienza di lavoro deve far maturare.
Recuperato in questo modo il valore della cultura del lavoro l'ambito della continuità del proprio percorso formativo acquista nuovi connotati, e in particolare:
• il documento "La formazione tecnico-professionale superiore integrata (FIS)", approvato dalla Conferenza Stato-Regioni unificata in data 9 1uglio 1998 e trasmesso dal Ministero P:I: con nota n. 5505/CF/10 del 31 agosto 1998;
• la "Nota operativa per la progettazione esecutiva dei percorsi di IFTS", trasmessa dal Ministero P:I: ai Presidenti delle Regioni con nota n. 6732/CF/10 del 13 novembre 1998;
• le "Linee guida per la progettazione dei percorsi formativi IFTS" del gennaio 1999 (documento predisposto da ISFOL)
• la L. 17 maggio 1999, n. 144, art. 69, che istituisce il sistema dell'istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS);
• le "Linee guida per la programmazione dei progetti pilota IFTS 1999-2000 e per le misure di accompagnamento per l'integrazione del sistema FIS", trasmesse dal ministero P.I. con nota n. 2546/cf/10 del 2 giugno 1999 agli assessori regionali della F.P.
In questa produzione va rilevata l'importanza di un indicatore di valutazione per standards e di base per un'autonomia flessibile degli interventi che è il seguente: nell'avviso pubblico - bando di concorso vanno indicati:
La vasta opera di semplificazione in atto nella pubblica amministrazione ha reso più facile e più comprensibile il dialogo per le famiglie che alla scuola affidano il compito di interprete metodologico del cammino di sviluppo dei loro figli.
Sviluppo
Lo sviluppo della scuola dell'autonomia sembra prefigurare una situazione del tutto nuova con una forte incidenza sui sistemi di valori e di riconoscimento sociale del proprio status. Nel momento in cui non è più il "titolo" che crea un'aspettativa di posizione e una differenziazione pre-acquisita del proprio ruolo nella società, ma le forme di capacità nello sviluppo delle proprie competenze e nell'utilizzo delle proprie conoscenze, l'individuo si trova a poter intraprendere il proprio cammino di persona secondo parametri di dignità che rendono giustizia ai sensi di eguaglianza universale e di parità di valore della persona. Una persona in grado di veder riconosciute le proprie doti e abilita, le proprie possibilità di attivo contributo nella società.
Area Amministrativa
Sebbene non ancora formalmente operante, la diversità di tenuta di conti e bilanci, la responsabilità stessa della gestione utile, trasparente ed economicamente efficiente, sono la base di un modo dell'agire più tempestivo, responsabile e, si spera, fruttuoso.
Area Didattica
- curricoli
I curricoli scolastici sono pensati in modo diverso nella scuola dell'autonomia per una
molteplicità di fattori che qui si elencano brevemente:
Questo quadro di nuovo impianto si scontra peraltro con due grosse difficoltà in termini di applicazione efficace e coerente:
1. Mancano gli standard nazionali di riferimento sicché sia l'opera di organizzazione che di valutazione e autovalutazione non hanno i termini con cui confrontarsi
2. Il sistema di certificazione è legato alla pagella che recupera i soli esiti disciplinari di conoscenza/ applicazione. Gli eventuali crediti non godono di un riconoscimento preciso e sono soggetti ad un accertamento ancora empirico da parte delle scuole mancando ancora di standards. Né meglio è situata l'area della formazione professionale nonostante il più avanzato lavoro dell'ISFOL.
Si tratta di una situazione in fieri che comunque intralcia notevolmente il cambiamento interno dal momento che le regole legali esterne (valore legale di certificazioni e diplomi) sono ancorate all'ordinamento amministrativo della scuola gentiliana.
Area di Ricerca
- progetti
L'area della progettualità è entrata nella scuola attraverso il riordino della scuola dell'obbligo e, in via amministrativa, nell'ordinamento dell'Istruzione Professionale con la sperimentazione
"Progetto '92" che ha dato luogo al nuovo ordinamento generalizzato appunto a partire dall'anno scolastico 1993/94. :
Segue a ruota l'Istruzione Tecnica che attiva un'area specifica di progetto. Ma ogni tipo di
sperimentazione (dalle aree delle elementari, alla seconda lingua comunitaria e altre attività ,
extracurricolari nella scuola media di I grado, ai diversi progetti di sperimentazione assistita e di interventi di sostegno, recupero e di integrazione nella scuola media di II grado rispondono a questa nuova logica.)
E dal progetto che si attua si delinea, attraverso lo studio di fattibilità e di impatto, la definizione di un profilo professionale e/o culturale di riferimento specifico.
- certificazione dei crediti
Una delle aree calde. Dalla capacità di parametrare e rendere comprensibile ai diversi sistemi (scuola/agenzie dell'impiego/università/datori di lavoro/selezionatori) il senso e il valore delle certificazioni settoriali si potrà arrivare a quella circolarità che sola permette di poter parlare di rientri, di sommatoria dei crediti, in una parola di quel "life-long learning" che si associa in modo connaturato alla società della comunicazione e del progresso globale.
- formazione post-secondaria / Università
Una delle grosse novità della configurazione scolastica. La pluralità di formazione post-secondaria, sganciata dall'obbligo di frequenza universitaria esistente in Italia, permette al nostro sistema di mettersi al passo con il resto d'Europa e di fornire ai propri cittadini una preparazione adeguata al mercato del lavoro quale esso è oggigiorno.
Area dell'organizzazione
- organi collegiali
Nell'interazione progettuale dei diversi organi collegiali la scuola dell'autonomia si qualifica in modo deciso come scuola della partecipazione.
Il lavoro educativo e formativo si attua infatti attraverso una rete di interventi che coinvolge i diversi organi con effetto ulteriore di chiamare a raccolta risorse anche esterne. Agiscono infatti:
- Collegio docenti
Dipartimenti
Gruppi di lavoro
Rappresentanza nel Consiglio di Istituto/ Circolo
- Consiglio di classe/interclasse
Gruppi di lavoro
Gruppi misti con genitori/studenti
Comitato genitori
Comitato studenti
Gruppi interistituzionali verticali/orizzontali
Raccordo con Enti Locali
Raccordo per il lavoro sul territorio
Raccordo con le iniziative locali a favore dell'infanzia e dell'adolescenza
- segreteria
La segreteria sarà dotata di nuove competenze a responsabilità diretta del Direttore Amministrativo. La previsione non tanto dei poteri organizzativi, già presente nell'attuale configurazione, ma di una responsabilità diretta rispetto ai compiti funzionali propri disegna un nuovo delicato scenario. Questa differenziazione porta a rendere istituzionalmente dovuta la collaborazione con la scuola tutta per il raggiungimento degli obiettivi propri di ciascuna realtà scolastica e pone l'onere di risultato a chi ha il compito di gestione. Importante è quindi un raccordo chiaro tra i compiti che vanno gestiti direttamente dal Capo di Istituto/Circolo e quelli inerenti la funzionalità dei diversi servizi, amministrativi/tecnici/ausiliari che formeranno il nucleo di supporto organizzativo al Piano dell'offerta formativa.
- capo di istituto
La figura del Dirigente scolastico è emblematicamente diversa da quella della figura del preside, organo direttivo, per una diversa funzione interna.
I1 Preside era l'organo gerarchicamente subordinato con responsabilità limitata al rispetto delle regole per cui assicurava:
- lo svolgimento delle attività decise in sede nazionale
e che garantiva:
- la legittimità delle decisioni e degli interventi
vigilava inoltre affinché
- le situazioni anomale venissero corrette e/o segnalate.
Il Dirigente scolastico è sempre organo gerarchicamente subordinato ma gode di autonomia
gestionale con responsabilità quindi allargata al raggiungimento di obiettivi fissati da norme
generali e assicura:
- l'organizzazione delle risorse presenti (compresi Organi Collegiali ed esterni)
elabora e coordina:
- il P.O.F. e ne favorisce l'implementazione
vigila affinché vengano rispettati:
- curricula e standards nazionali
- attività facoltative integrate
È latore di potestà all'interno della contrattazione decentrata con compiti di interlocutore diretto con le OO SS e ha veste legale per:
- rappresentare la sua scuola anche in vertenze legali in materia di diritto del lavoro
(privatizzazione della p.a.) eventualmente anche su delega dell'organo periferico regionale
risponde dei risultati conseguiti per quanto concerne:
- raggiungimento degli obiettivi proposti nel P.O.F. e quindi di:
- gestione in termini di efficienza/efficacia
- parametri di qualità
agisce come organo di controllo promuovendo la cultura della valutazione (vedi Armone Anna, Autovalutazione, Professionalità e Autonomia, Tecnodid ed., Napoli, 31.10.98) come portato diretto delle innovazioni legislative in materia che qui sotto si elencano:
a) L. 241/90, art. 1 che prevede la valutazione dell'attività amministrativa secondo principi di
efficienza, efficacia, economicità.
b) il D.Lgs. 29/93 ha istituito servizi di controllo interno con compiti di verifica e di valutazione comparativa dei costi e rendimenti, e la realizzazione degli obiettivi in base agli stessi principi.
b) principi ripresi dalla L. 59/97, art. 17, sul riordino degli strumenti di valutazione nella p.a.;
c)La L. 59/97, Legge Bassanini, art. 21, punto 9: prevede che ogni scuola dotata di autonomia
debba adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della propria produttività
scolastica e del raggiungimento degli obiettivi.
d) C.M. 403 del 26.06.97 che ha trasmesso la Direttiva 307 del 21.05.97 in relazione all'avvio
del sistema di valutazione dell'istituto sulla base di parametri anche esterni all'istituto.
e) C.M. 220/98 e C.M. 289/98 sulla misurazione della qualità delle prestazioni professionali
degli operatori scolastici.
f) dal D.M. 251/98 e direttiva 252/98 a tutta la normativa già ricordata sulla sperimentazione
dell'autonomia.
g) Regolamento dell'autonomia dove meglio si precisano le differenze gestionali da quelle di
progettazione didattica. Chiaro è, comunque, che devono esistere conoscenze che permettano la gestione di un'organizzazione dell'apprendimento.
Meta
La scuola verso cui si lavora è dunque una scuola che si distende recuperando l'interezza della sua fisionomia. L'aspetto quindi messo in luce attraverso il decentramento di funzioni e poteri che è caratteristica dell'agire autonomo va comunque ricompreso nella visione di una scuola pubblica e nazionale che offre un servizio di pari valore, pur con adeguamenti mirati allo sforzo di garantire l'aderenza alla propria realtà e un reale riconoscimento di pari opportunità. Raccogliendo l'invito del ministro Luigi Berlinguer che, pur indicando come negativo un centralismo visto come unico riferimento, chiede altresì di riflettere sul valore della cultura nazionale che è alla base della nostra identità e che non si deve perdere, riconosciamo come meta finale della scuola dell'autonomia una istituzione che abbia la capacità "di essere un sistema equilibrato che sappia affrontare l'innovazione e che eviti, dal punto di vista culturale, la rincorsa al localismo. " IL SOLE 240RE del 25.07.99.
BIBLIOGRAFIA
Annali della Pubblica Istruzione,
L'Istruzione Tecnica tra vecchia e nuova autonomia, Le Monnier, Roma, giugno 1999
Armone Anna, Autovalutazione, Professionalità e Autonomia, Tecnodid ed., Napoli, 31.10.98
Friedrich A. von Hayek, Conoscenza, competizione e libertà, Rubbettino Ed.,CZ 1998
Normativa e materiali del corso.